Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  settembre 15 Domenica calendario

È ALLARME ISCRITTI, LA METÀ DEL 2012 “GIÙ PER LARGHE INTESE E 101 ANTI-PRODI”


Dimezzati. Rispetto al 2012 gli iscritti del Pd che finora hanno rinnovato la tessera sono 250 mila mentre alla fine dello scorso anno superavano il mezzo milione. La tendenza non è omogenea, in Emilia le adesioni toccano il 70 per cento, in Piemonte e Liguria il 60, in Toscana, Veneto e Lombardia sfiorano il 50, in Sardegna arrivano al 40 mentre dalle regioni del Sud ancora non sono neppure stati trasmessi i dati, visto che la campagna per il tesseramento sta partendo solo in questi giorni, in grandissimo ritardo rispetto al Centro-Nord. Sulla carta geografica del Pd, già piena di ombre, spicca la voragine di Roma, dove appena il 30 per cento dei quindicimila iscritti ha confermato l’adesione.
Numeri che indicano una disaffezione, che sarà difficile da recuperare. E invece la lettura del dato fornita dal vertice del Pd è tutt’altro che negativa, anzi. «Ora si apre la fase dei congressi, la gente correrà nei circoli a rinnovare la tessera, gli anni congressuali sono da sempre quelli in cui facciamo il boom degli iscritti», sostiene senza esitazioni Tore Corona, responsabile nazionale del tesseramento e dell’anagrafe, l’uomo a cui il capo dell’organizzazione Davide Zoggia ha affidato il compito di attaccarsi al telefono senza sosta per dare la sveglia ai segretari regionali e provinciali per riattivare la macchina del consenso appesantita dalle ruggini estive. «Tradizionalmente il picco delle iscrizioni è tra settembre e novembre», spiega Corona, «quindi nessuna preoccupazione. Le tessere sono arrivate nei circoli con un ritardo di mesi rispetto alla norma, tutto è andato lento a causa delle elezioni politiche e dopo, a marzo, il contesto era abbastanza depresso ». Tra i 101 franchi tiratori di Prodi e il governo delle larghe intese, insomma, l’entusiasmo nei confronti del Pd si sarebbe parecchio raffreddato.
In Toscana (dove solo 25mila delle 58mila tessere sono al momento confermate) il segretario Ivan Ferrucci promuove due giorni di campagna per il tesseramento, con banchetti per le iscrizioni e circoli aperti non stop. I prezzi sono invariati, 15 euro per il Pd e 5 per iscriversi ai Giovani Democratici. Da qualche giorno è anche partita la novità del tesseramento on line ma qui le cifre sono più alte: «Proponiamo un «pacchetto» che include l’abbonamento alle edizioni digitali di Europa, Unità, Left e Tam Tam», dice Corona, «il costo complessivo è di 50 euro (25 per chi ha meno di 30 anni) e abbiamo già ricevuto duemila richieste».
Segna un calo anche l’Emilia, compresa la federazione di Bologna, sulla carta una delle più forti d’Italia. Ad agosto nell’intera provincia il tesseramento è arrivato al 61%, 14.058 tessere contro le circa 23mila del 2012. Dalla sede Pd di Bologna, già arrivata all’89 per cento di conferme, il segretario Raffaele Donini è ottimista ma è difficile non notare come la tessera di Romano Prodi sia una tra le più illustri a mancare quest’anno all’appello. L’esodo però non comincia adesso, basti pensare che nel 2009, l’anno del congresso che incoronò Bersani, gli iscritti della federazione erano 35mila, circa 12mila più del 2012. E il confronto diventa impietoso se si va ancora più indietro: ai circa 65mila iscritti dell’era Pds, fino ai 120mila iscritti del Pci a Bologna. Le cose vanno un poco meglio a livello regionale: «Siamo a circa 56mila iscritti e partivamo da 82mila», spiega il segretario Stefano Bonaccini, ex bersaniano di ferro oggi vicino a Renzi.
Torino ha rinnovato il 60 per cento delle 12.500 tessere e in Piemonte la quota 2012 da raggiungere è di 19.835 iscritti. «Siamo partiti tardi», dice il segretario regionale Michele Paolino, «con tutto quello che è accaduto, il tesseramento non è stato tra le priorità». Più ottimisti in Liguria e a Genova (oltre il 60% di riconferme), dove il Pd trae beneficio dalle oltre 500mila presenze della festa organizzata al Porto antico: tanto positiva che si sta pensando di mantenere Genova come sede fissa della kermesse nazionale. Il sud è il fanalino di coda: «In Sicilia abbiamo dei tempi diversi ma siamo certi di superare i 37mila iscritti del 2012», dice il segretario Giuseppe Lupo, franceschiniano. Enzo Amendola in Campania, dove le tessere erano 41mila, ammette: «Trovarsi in coalizione col Pdl non ha aiutato. Molti dei nostri aspettano di capire quali scelte farà il Pd sulla decadenza di Berlusconi e sul congresso». Scadenze vicine ormai, che potrebbero fare la differenza.