Eleonora Tesconi, Libero 11/9/2013, 11 settembre 2013
È «1984» DI ORWELL IL LIBRO MENO LETTO TRA I PIÙ CITATI
C’è 1984 di George Orwell in vetta alla classifica, pubblicata dal «Guardian», dei romanzi meno letti ma più citati della storia della letteratura mondiale.
È moda piuttosto diffusa parlare di un racconto senza nemmeno averlo letto. Perché ci sono libri che si comprano, in tristi e fredde domeniche invernali, per poi abbandonarli nel cassetto del comodino o sugli scaffali di una libreria impolverata. Libri dimenticati che siamo stati obbligati a leggere, a puntate, nella noia dei pomeriggi di studio. Libri che si acquistano per darsi un tono, magari prima di un appuntamento galante con una persona «acculturata», solo per leggerne la trama o poco più, per tirar fuori qualche citazione eroica e fingersi dei veri intellettuali.
Secondo il sondaggio pubblicato sul quotidiano inglese, che ha interpellato duemila persone per stilare una lista di quali siano i libri meno letti ma comunque più citati dagli appassionati di letteratura o da chi vuole apparire tale, la maggioranza degli intervistati ha finto di aver letto i classici per sembrare più interessante in pubblico. Più del 60% ha infatti confessato di aver mentito sulle proprie letture, o consultazioni che siano, tra cui spiccano quelle degli anni scolastici. C’è, di certo, chi si è arrampicato sugli specchi, semplicemente annuendo agli altrui monologhi culturali, chi ha «visto» i romanzi sul grande schermo in adattamenti cinematografici non sempre fedeli all’originale letterario (basti pensare a Il Gattopardo girato da Luchino Visconti o, per citarne uno recente, a Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, adattato da Oliver Parker). Oppure c’è senz’altro chi ne ha consultato la trama su Internet, per avere giusto qualche nozione basilare.
Delle duemila persone intervistate, il 3% ha optato per un uso bizzarro dei libri cosiddetti colti: un «coperchio» per le letture che si preferisce non mostrare in pubblico, magari qualche rivista low profile.
In vetta alla classifica pubblicata dal «Guardian», il libro più citato e meno letto di tutti è 1984 di George Orwell, indicato dal26%degli intervistati. Il suo frequente utilizzo, nell’era moderna, è pressoché ovvio, perché siamo in un futuro prossimo dove la terra è dominata da un ingranaggio totalitario, e a capo della società si erge «il grande fratello », un personaggio che nessuno conosce di persona, ma che controlla la vita di tutti i cittadini.
In seconda piazza, un’altra perla mondiale, Guerra e Pace (19%) di Lev Tolstoj, uno dei colossi della letteratura russa, ambientato nel periodo napoleonico. Sempre sul podio, gradino numero tre, Grandi Speranze di CharlesDickens (18%). A seguire, Il giovane Holden di Salinger (15%), Passaggio in India di E. M. Forster (12%), Il signore degli Anelli di Tolkien (11%), Il buio oltre la siepe di Harper Lee (10%), Delitto e castigo di FëdorDostoevskij (8 %), Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen (8 %) e Jane Eyre di Charlotte Brontë (5%). Tagliati fuori dalla top ten, non si sa se perché siano letti più degli altri, o solo poco citati, altri grandi della letteratura: dai classici greci come Iliade e Odissea alla Bibbia, dall’Ulisse di James Joyce al lungo romanzo di David Foster Wallace, Infinite Jest.