Massimo De Angelis, Libero 11/9/2013, 11 settembre 2013
LA LOCOMOTIVA GERMANIA AVANZA CON PAGHE DA FAME
Una lettura approfondita del libro rallegrerà non poco l’affollato partito trasversale anti tedesco. Esulterà chi immagina la potente Bundesbank come il Quarto Reich, o vede in Angela Merkel la responsabile dell’impoverimento europeo. Il tutto grazie all’ultima opera di Gunter Wallraff, giornalista teutonico assai noto in patria e temuto per i suoi acuti reportage, vissuti in prima persona attraverso continui travestimenti, scambi di identità e riuscite infiltrazioni all’interno di enti, aziende o comunità. Il copioso curriculum parla da solo. Già negli anni 70 lo scrittore cercò di smascherare le disumane condizioni dei degenti nelle cliniche psichiatriche del Paese, mentre due lustri dopo prese le sembianze di un turco per svelare il razzismo quotidiano sotto il cielo di Berlino. Più tardi, a inizio Duemila, il desolante ritratto dello Stato panzer, che dovrebbe dare l’esempio agli indisciplinati colleghi d’oltrefrontiera, e invece offre un panorama di disservizi sanitari, disagio sociale e impoverimento popolare.
Il mito della virtù germanica vacilla, fino a cadere inesorabilmente oggi, sotto il peso della sua ultima fatica, presentata nei giorni scorsi al Festivaletteratura di Mantova. Il titolo risulta abbastanza anonimo Germania anni dieci (L’orma editore, 13 euro, 198 pagine), ma il contenuto è oltremodo chiaro, efficace e illuminante.Vengono raccolte cinque storie di impiego attuale nei land tedeschi, narrazioni che evidenziano esempi di voluto sfruttamento, di assoluta precarietà nel pianeta lavoro, fino giungere all’insana negazione dei diritti umani. Gli ambienti visitati sono diversi per tipologia e posizione, però ovunque risalta il disagio e l’evidente rapporto di sudditanza dell’individuo rispetto ai vertici, ridotto a dannarsi l’anima per poco denaro.
Appare dura la vita degli autisti nei grandi corrieri espressi, come GLS, dove è rituale sobbarcarsi turni massacranti dalle 12 alle 15 ore giornaliere. Senza pause, nonostante le normative vigenti impongano ai camionisti soste ogni 5 ore al volante. Diventano così indispensabili per mantenere la concentrazione, e combattere il sonno, energy drink, eccitanti e medicinali. Lo stipendio mensile poco più di mille euro. Simile la situazione dei giovani baristar, ovvero coloro che servono al banco dei locali Starbuks in Germania, la catena dei caffè nota per chiedere ai propri addetti dedizione totale e fornire in cambio paga da apprendistato. Ma il caparbio Gunter Wallraff, nel suo peregrinare, ha raggiunto anche piani più alti nella scala gerarchica, addentrandosi nelle logiche di mobbing di importanti società quali le ferrovie Deutsche Bahn. Anche qui lo scenario è preoccupante, con manager in preda a stati di alterazione, confusione e alcuni sull’orlo del suicidio. Non è stata risparmiata una figura professionale emergente, l’avvocato al soldo delle scaltre multinazionali che dall’alto cercano di dare una giustificazione legale al progressivo smantellamento del diritto del lavoratore. Caso più emblematico descritto in Germania anni dieci è senza dubbio il ritratto della persona occupata nel panificio industriale totalmente asservito alle politiche commerciali imposte dalla LIDL, colosso tedesco nel settore discount. Lo scrittore, sotto mentite spoglie, è riuscito a farsi assumere come addetto allo smistamento, constatando in prima persona ritmi massacranti, scarse norme di sicurezza, nessuna tutela sindacale e compensi irrisori da sei euro l’ora. Prendere o lasciare. Le condizioni degli impiegati sono peggiorate quando la catena low cost è divenuta l’unica committente del forno industriale, messosi completamente nelle sue mani. Talvolta, durante i periodi di massima richiesta, diviene obbligatorio lavorare per tre settimane senza un giorno di riposo, perché, secondoWallraff «Lidl è divenuto leader mondiale grazie un sistema, consentito dalle autorità, di oppressione totale. Il prezzo basso dei prodotti in vendita è il cavallo di battaglia aziendale. Una confezione di dieci panini viene pagata 49 centesimi, compresa la spesa di spedizione, per poi essere proposta al pubblico al costo di 1,05 euro. In tale filiera guadagnano solo i proprietari di Lidl, gli altri sopravvivono, forse».
Purtroppo simili situazioni ricordano fatti analoghi accaduti pochi mesi fa nei magazzini Amazon tedeschi e riportati con enfasi da riviste e televisioni. Il ritornello risulta sempre uguale: la Germania, locomotiva europea, impone soprattutto ai lavoratori stranieri stipendi da fame, orari discutibili e dormitori promiscui. Al di là del Reno non è previsto il salario minimo, e quindi un individuo può incassare soltanto 3, 5 euro l’ora, per una busta paga da 400 euro al mese. Trattamenti diffusi nel settore agroalimentare, che consentono alle aziende di praticare tariffe concorrenziali. Nel Paese i cosiddetti «lavoratori poveri » sarebbero circa 2 milioni, tanto che secondo gli studiosi questa forma di moderna schiavitù rischia di destabilizzare l’economia dell’Unione.