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 2013  settembre 16 Lunedì calendario

DI LORENZO: DOPO IL VOTO PUO’ SUCCEDERE DI TUTTO

Una partita tutt’altro che scontata, dopo il voto può «succe­dere di tutto», dalla grande coalizione fino a una coali­zione tutta di sinistra. E de­cisivi saranno gli ultimi giorni prima del voto, con l’incognita degli astensio­nisti.
Non è d’accordo Giovanni Di Lorenzo, 54 anni, l’italo­tedesco oggi di­rettore di uno dei più presti­giosi settimana­li tedeschi, Die Zeit , con chi so­stiene che la partita è fatta. Certo è un Pae­se che sta bene e la campagna elettorale di per sé è noiosa, ma poi... «La maggior parte de­gli elettori che vanno al vo­to – dice ad Avvenire – sono in una situazione di relati­va tranquillità, tuttavia at­tenzione: c’è un “partito” molto grande, è cioè quello dei non-elettori. Un feno­meno che esprime non cer­to consenso o soddisfazio­ne ».

Perché, secondo, lei?
Ma guardi, ci sono vari a­spetti. Uno, certamente, è la mancanza di vere diffe­renze tra i partiti maggiori, hanno caratteristiche trop­po simili. C’è però un a­spetto più preoccupante: e cioè una certa delusione, molti si sentono tagliati fuo­ri, si ritengono perdenti e non vedono e non credono in un miglioramento.

C’è chi sostiene che il boom tedesco degli ultimi anni abbia giovato solo ai più ricchi a scapito dei più po­veri, aumentando il diva­rio.
Un momento, come dicevo ci sono dei proble­mi, ma ci sono state anche molte esagera­zioni. Le dispo­nibilità finan­ziarie sono au­mentate per tut­ti, non solo per i più ricchi. Pro­prio pochi giorni fa abbia­mo pubblicato delle cifre si­gnificative: dal 2005 i reddi­ti più bassi sono aumenta­ti del 21%, mentre le rendi­te di capitale e delle impre­se del 17%, e i prezzi sono saliti del 13%. E sono inol­tre stati creati 1.400.000 po­sti di lavoro. Non è poco.

Torniamo agli scenari poli­tici. Molti definiscono noiosa questa campagna e­lettorale...
È giusto dire che la campa­gna elettorale è noiosa, ma attenzione: la parte ecci­tante sarà dopo, può succe­dere di tutto, anche una coalizione tutta di sinistra con socialdemocratici, Die Linke (l’estrema sinistra, n­dr ) e i Verdi, anche se è uno scenario estremo, meno probabile. Le ricordo che i sondaggi delle due ultime elezioni alla fine si sono ri­velati sbagliati, con un van­taggio per la Cdu/Csu mol­to più sottile del previsto. In Germania ormai molti elet­tori decidono all’ultimo. Anche se, attenzione, nel paese non è affatto diffusa la sensazione che per Merkel sia arrivata la fine.

In vari sondaggi la maggio­ranza dei tedeschi auspica una riedizione della Gran­de Coalizione Cdu/Csu-Spd. Perché, secondo lei?
Ma perché i tedeschi ama­no la stabilità, e sono con­vinti che i due grandi parti­ti abbiamo maggiori possi­bilità di affrontare le sfide del momento.

Lei parlava di Angela Merkel. Il segreto del suo successo?
Il cancelliere riesce a cal­mare i tedeschi sulle gran­di paure, sulla crisi dell’eu­ro, sugli impegni finanziari della Germania verso i pae­si in crisi, sa u­sare le parole giuste, si erge a garante della stabilità del Pae­se. Anche per questo la Ger­mania è l’unico paese in Europa che non abbia un grande mo­vimento populi­sta ed estremi­sta. C’è poi un livello per­sonale: Angela Merkel si po­ne come persona schiva, non è vanitosa, certamente non ha l’immagine del po­litico che si arricchisce.

Colpiscono i sondaggi del partito anti-euro Alterna­tive für Deutschland. I te­deschi sono stanchi di aiu­tare il Sud Europa in crisi?
I tedeschi sono in grande maggioranza solidali con il Sud, non tanto verso i go­verni, quanto verso le po­polazioni che soffrono per­ché sono male amministra­te. D’altro canto, hanno l’impressione che i politici di quei paesi puntino il di­to contro la Germania per distrarre dalle proprie col­pe. Quanto all’Afd, non cre­do che avrà un risultato spettacolare.

Chiudiamo allargando il quadro. Molti – anche gran­di giornali anglosassoni co­me «The Economist» o «Ti­me » – chiedono alla Germania di assumere un ruolo guida in Europa...
I tedeschi non sentono affatto di essere inve­stiti di un nuo­vo ruolo. Peral­tro, non sono certo piacevoli le voci offensi­ve che si sentono sulle pre­sunte mire della Germa­nia. Il fatto è che se la Ger­mania fa troppo, c’è subi­to il sospetto nato dagli spettri del passato, se fa troppo poco, c’è l’accusa di essere irresponsabili. Non è una posizione facile. Ri­mane un dato: al momen­to Angela Merkel è certa­mente il politico più in­fluente in Europa.