Pierluigi Battista, Corriere della Sera 13/9/2013, 13 settembre 2013
IL DEPUTATO 5 STELLE CHE FARNETICA SULLE TORRI
La teoria del microchip è arrivata in Parlamento. L’idea che la Cia o qualche altra ancora più occulta e malvagia entità si sia adoperata per incastrare sotto la pelle degli ignari cittadini quel modernissimo sistema di controllo e di oppressione, questa bislacca idea è solennemente approdata nei luoghi istituzionali della sovranità popolare. Merito del cittadino Paolo Bernini, deputato del Movimento 5 Stelle, scopritore delle oscure mene del golpe del microchip, che l’11 settembre ha intrattenuto i suoi colleghi parlamentari su una delle fantasie più bizzarre che circolano nel ribollente mondo dei blog: che gli autori della carneficina delle Torri gemelle e del Pentagono non agivano sotto il comando di Osama Bin Laden, bensì agli ordini degli stessi americani, gli odiosi imperialisti artefici di un gigantesco complotto.
Il Parlamento, oramai, non è da tempo luogo della compostezza istituzionale, dei discorsi misurati, di un uso almeno decentemente corretto della lingua italiana. Ma in questi giorni assistiamo a un salto (all’indietro?) di qualità. Gli ossessionati dalla cospirazione universale, gli eccentrici complottisti che non credono nemmeno che ci sia stato lo sbarco americano sulla Luna e che credono che l’11 settembre del 2001 sia stato il frutto di una gigantesca e criminale messinscena, non sono più confinati nelle frange lunatiche che sempre furoreggiano nei teatrini e nei bar periferici ma che in questi anni hanno visto allargarsi a dismisura il loro palcoscenico attraverso Internet, ma diventano interlocutori istituzionali. Tutto è falso, dice il deputato delle 5 Stelle, e mica solo l’11 settembre, ma anche Pearl Harbour, la crisi cubana, figurarsi le colpe (immaginarie) di Saddam Hussein. Tutta colpa degli americani, tutto prodotto del bieco imperialismo, tutta una finzione dei cattivoni che stanno al potere e hanno cercato il pretesto per attaccare quei poveri talebani in Afghanistan, tutta una macchinazione di chi si inventa giganteschi attentati per consolidare il controllo sul petrolio. Il complottismo entra in Aula. Il deputato cospirazionista può parlare liberamente. Ne ha facoltà.