Stefano M. Torelli, Sette 13/9/2013, 13 settembre 2013
L’ARTE DELLA GUERRA
[SIRIA]
In Siria, in momenti come questi, pochi riescono a esprimere pensieri positivi ed evocare immagini poetiche. Ci pensa, in un certo senso, un giovane artista nato proprio nella capitale siriana 33 anni fa. Il suo nome è Tammam Azzam e, in futuro, c’è da scommettere che se ne sentirà parlare. Il motivo è che è riuscito a trasformare la guerra in arte e a esorcizzare con le sue opere la frustrazione e il dolore per un conflitto che ha già provocato più di 100mila vittime e coinvolto, direttamente o meno, tutta la comunità internazionale. Azzam non dipinge e non scolpisce; non fotografa, ma ritocca immagini con strumenti come Photoshop e altri modificatori di foto. L’originalità è nella scelta dei temi e delle sovrapposizioni che compie. Lui opera su foto che ritraggono vari aspetti e soggetti della guerra in Siria, integrandole con quadri di fama internazionale. Ed è così che un edificio distrutto dai bombardamenti e abbandonato diventa lo sfondo per un murale virtuale in cui è raffigurato il Bacio di Klimt, perfettamente integrato nell’insieme. E possiamo trovare le giovani ragazze tahitiane dipinte da Gauguin accovacciate tra le tende dei campi profughi siriani e avvolte in colori psichedelici. O ancora, la scena della fucilazione dei soldati spagnoli da parte delle truppe napoleoniche ritratta nel 3 maggio 1808 di Francisco Goya si ripete tra i vicoli distrutti delle città siriane, mentre in un’altra composizione le figure rosso fuoco che danno vita alla Danza di Matisse sembrano ondeggiare armoniosamente su un cumulo di macerie di un palazzo ormai distrutto dai combattimenti. Più volte si è detto che la guerra aiuta l’ingegno artistico, basti pensare al capolavoro di Picasso, Guernica. In questo caso verrebbe da dire che Azzam avrebbe preferito rimanere senza ispirazione, nonostante l’efficacia delle opere rappresenti un sicuro successo.