Maria Laura Rodotà, Sette 13/9/2013, 13 settembre 2013
GLI ECONOMISTI DELL’AMORE
Discutevo con un amico, economista di talento ma privo di gran parte dell’anima, a proposito di relazioni.
Io ho sprecato molte buone possibilità: lui, dopo qualche tentativo, ha trovato una ragazza con capitale familiare, poche pretese e ottimo posto di lavoro.
Non è bella e non è neanche molto simpatica.
Eppure lui resiste e pensa a un matrimonio semplice, senza fronzoli e a un appartamento in centro a Milano.
Alle mie romantiche obiezioni ha risposto dicendomi che a un certo punto si gioca più con le carte che hanno in mano gli altri piuttosto che con le proprie.
Il fatto che io non abbia la minima idea di che cosa abbia voluto dire, secondo lui, è la miglior spiegazione alla mia situazione di precarietà sentimentale.
Sono sempre più dell’idea che agli economisti non dovrebbe mai essere dato potere decisionale.
- Ammericano
Fossero solo gli economisti. Sono inclinazioni multidisciplinari, queste al matrimonio diciamo rassicurante. Si va dagli ebanisti ai giornalisti (tantissimi giornalisti). Fa così persino qualche ingegnere.
Terapia consigliata
Disprezza e spera. Non siamo più nell’Ottocento. A volte le donne sposate per soldi o per far carriera tradiscono i mariti furbacchioni. A volte li mollano, e i furbacchioni si disperano. Anche perché la casa in centro non è loro, e magari finiscono in quartieri marginali. Facci sapere.