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 2013  settembre 13 Venerdì calendario

I TEDESCHI AMANO PAGARE IN NERO

La campagna elettorale si combatte anche a colpi di scandali, ma i tedeschi sembrano morigerati rispetto a noi, o a francesi, spagnoli, inglesi. Hanno voluto tirare fuori il passato di Angela Merkel, da giovane sotto la dittatura comunista. «Mi sono adattata, non sono complice, e neanche un’eroina», ha risposto.
Ed è finita lì. Hanno rievocato la tolleranza dei verdi ai loro inizi negli anni 80 verso i pedofili, ed è più grave, anche se loro hanno cercato di relativizzare. Sarebbe stato lo spirito del tempo, forse molti avrebbero dovuto ammettere la loro ignoranza: confondevano pedofilia con omosessualità. Non credo comunque che influirà molto sul voto. E non ha sconvolto nessuno la denuncia anonima che Peer Steinbrück, lo sfidante socialdemocratico, avrebbe assunto una quindicina di anni fa una collaboratrice domestica filippina pagandola al nero. Lo avrebbe denunciato un vicino di casa, quando abitava nella piccola e provinciale Bonn. Lui ha smentito, o meglio sua moglie, ma anche se fosse ben pochi lo avrebbero condannato.
I tedeschi sanno che è impossibile o quasi trovare una Haushelferin, un aiuto casalingo, denominazione corretta al posto di Putzfrau, donna delle pulizie, se non pagandola al nero. Sono loro a non accettare, per non perdere i contributi del marito regolarmente impiegato, o i sussidi sociali. Il Finanzamt, il fisco, concede di poter dedurre dalle tasse quanto si paga per l’aiuto domestico, anche per le babysitter assunte dalle madri che lavorano, ma ben pochi contribuenti hanno chiesto la deduzione.
E si continua a pagare al nero le collaboratrici, che sono 4 milioni, ma solo 250 mila sono denunciate regolarmente. Nel 2004, anno in cui fu concessa la detrazione fiscale, erano appena 30 mila. Un aumento in fondo limitato. Le famiglie hanno una grande fiducia nelle Haushelferin, stimate più del medico, o del prete o del pastore luterano, del collega in ufficio o del vicino.
Secondo un sondaggio della Forsa, il 40% è pronto ad affidare agli amici o ai coinquilini le chiavi di casa durante le ferie. E il doppio, l’81%, si fida invece delle collaboratrici, e il 43% è pronto a lasciare i bambini nelle loro mani.
Ma le pagano in media dagli 8 ai 10 euro all’ora. I contributi che si dovrebbero versare raggiungono al massimo il 30%, e a fine mese non sono comunque una gran somma. Fino a 450 euro al mese, i lavoratori non pagano tasse, ma anche loro preferiscono il silenzio. Molti ricevono già l’assegno sociale, 391 euro a partire dal prossimo gennaio, e un alloggio e tutte le spese connesse, e l’aiuto verrebbe decurtato se si svolge un’attività, anche modesta. I tedeschi, rivelano i sondaggi, amerebbero il nero: il 98% dichiara di disprezzare gli evasori fiscali, ma il 17% confessa di aver fatto lavorare qualcuno, o aver comprato qualcosa non pagando contributi o tasse. Bisogna aggiungere che, in genere, si tratta di piccole infrazioni: in alberghi e in pensioni si viene regolarmente registrati, e il meccanico può offrire uno sconto senza Iva solo se per riparare l’auto usa pezzi di ricambio riciclati, altrimenti non c’è modo di sfuggire al fisco. Al ristorante possono non darvi la ricevuta, ma tanto il giro d’affari viene calcolato sugli acquisti che lo chef compie al mercato: tanta carne, tanti clienti. Sul resto, il Finanzamt chiude un occhio, se non si esagera.