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 2013  settembre 13 Venerdì calendario

SE FOSSE DAVVERO UNA VACANZA, NOI SAGGI AVREMMO SCELTO CAPRI


«UNA scelta giusta, ponderata, condivisa da un numero amplissimo di commissari: sinceramente non ci vedo nulla di male». Il “saggio” Beniamino Caravita di Toritto, grande avvocato, ordinario di istituzioni di diritto pubblico alla Sapienza di Roma, è fra i 33 giuristi che trascorreranno tre giorni - a spese di palazzo Chigi - a discutere le proposte di riforma della Costituzione in un hotel a quattro stelle Superior a Francavilla: il Villa Maria. Twitter ribolle di indignazione. Ma il professore-gentiluomo non pare turbato. E in questo breve colloquio spiega perché il week-end di studio nel resort sull’Adriatico, fornito di centro benessere, area fitness e spiaggia privata, rappresenta invece una necessità.
Professor Caravita, ma non potevate vedervi a Roma?
«Premesso che la scelta della località è stata fatta dal ministero, e per i particolari tecnici la pregherei di rivolgersi agli uffici del ministero, ciò detto: era necessario trovare un posto dove poter riunire tutti per un paio di giorni in maniera continuativa. Abbiamo bisogno di lavorare con tranquillità».
Ma il conclave costerà 20mila euro.
«Non so quali siano i costi, ma in ogni caso venti-trenta componenti vengono da fuori Roma, e anche se ci fossimo visti nella Capitale per tre giorni di seguito, i costi sarebbero stati probabilmente uguali».
La battuta sulla gita al mare viene spontanea.
«Sono sicuro che i tempi e le modalità del lavoro dimostreranno che non abbiamo fatto una gita al mare. In ogni caso, Francavilla non è né Capri, né Cortina, né Mondello».
Ma non è un autogol? Lei non può ignorare che sui costi della politica c’è una ipersensibilità dell’opinione pubblica.
«Allora, comprendo la preoccupazione e condivido le sensibilità sui costi della politica, ma, come le ho già detto, il comitato ha assoluta necessità di trascorrere insieme un paio di giorni per lavorare con la massima concentrazione».
Sarà almeno un lavoro utile?
«Luciano Violante ha giustamente paragonato i lavori della commissione ai libri bianchi o verdi delle democrazie mature. Un metodo di lavoro poco praticato da noi, ma largamente in uso in Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti e di altri Paesi di solide tradizioni parlamentari».
E quando finirete?
«Credo che il nostro termine sia il 15 ottobre e spero che riusciremmo a produrre la nostra relazione prima; dopo di che il Parlamento rimarrà sovrano nelle sue determinazioni in ordine alla riforma della Costituzione».