Aldo Grasso, Corriere della Sera 13/9/2013, 13 settembre 2013
PARAGONE IN GABBIA FA IL PIU’ BRUTTO TALK
A far televisione così sono capaci tutti. Metti due che si sbranano, giusto per vedere l’effetto che fa, e se i due sono Marco Travaglio e Daniela Santanché la rissa, lo scambio di insulti, le peggiori volgarità sono assicurati. Mai visto un livello così penoso di discussione (mercoledì, ore, 21.10).
La7 è in cerca di una linea identitaria (motivo per cui Enrico Mentana ha storto il naso per Miss Italia) e sarebbe interessante capire quale apporto può fornirle «La Gabbia» di Gianluigi Paragone, che ha il singolare merito di essere il più brutto talk politico mai visto finora.
L’ex leghista Paragone è diventato nel frattempo grillino (o qualcosa del genere) e, sotto altra veste, può sfogare tutto il suo populismo d’accatto, il suo odio per il presidente Giorgio Napolitano, la sua avversione per la casta e le larghe intese.
Resta il fatto che il suo modo di fare tv è primordiale, costruito com’è secondo i principi atavici del pollaio.
Come se non fosse già stucchevole la zuffa fra Travaglio e la Santanché (i bambini dell’asilo, quando litigano, hanno più argomenti), la grande idea di Paragone è stata quella di invitare alcuni ospiti particolarmente dediti allo scontro verbale.
Li ha messi in circolo, in piedi, davanti a un microfono radiofonico e ha aperto le danze: il sindaco Michele Emiliano, la simpatica Laura Ravetto, il pokerista Mario Adinolfi, il re dei complottisti Giulietto Chiesa (se ne sentiva la mancanza) e poi ancora Chicco Testa (da presidente di Lega Ambiente a presidente dell’Enel, il più grande salto del canguro della politica italiana), Alberto Bagnai, Myrta Merlino. Risultato? Gente che fa a gara a chi la spara più grossa, dandosi sulla voce, litigando. Che miseria! Un’idea non può imporsi se non a spese delle altre idee e, possibilmente, delle teste che le sostengono. Manca solo il sangue. È questa la nuova identità di La7?
Aldo Grasso