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 2013  settembre 13 Venerdì calendario

QUEI ROMEO E GIULIETTA RAGAZZINI SEPARATI CON IL BRACCIALE ELETTRONICO

Romeo e Giulietta tra Mount Pleasant nel Michigan e Chicago. Sono stati battezzati così, scespirianamente, il ragazzino e la ragazzina in fuga dalle famiglie che si ostinavano a ostacolare il loro amore di adolescenti. I genitori non volevano saperne che il quattordicenne Braxton e la tredicenne Jayden si frequentassero. Non erano fatti l’uno per l’altra e la loro relazione era diventata troppo seria. Stop. Dunque? Di fronte a tanta ottusità, il 26 agosto la giovane coppia ha deciso di saltare sul Suv di papà Wood (il padre del ragazzo) ed è fuggita, probabilmente con il cuore in gola, forse tenendosi per mano per tutti i quattrocento chilometri di quasi autostrada che li ha portati dalla Grande Acqua del Michigan alla metropoli più vicina.
Due settimane di vagabondaggio in auto. E di amore su comodi sedili ribaltabili. Con le famiglie Capuleti e Montecchi in versione yankee disperate e (provvisoriamente) pentite. Almeno, si spera. Qui entra in gioco il detective privato Mike Cook, che dopo giorni di appostamenti e di ricerche infruttuose riceve una telefonata da un informatore che ha avvistato il lentigginoso Braxton mentre getta qualcosa in un distributore di benzina. A questo punto i giochi sono fatti e la grande fuga finisce con un piccolissimo blitz della polizia. Tutti felici e contenti? Non proprio, ovviamente. Perché la punizione per i due fidanzati, fuggiti per rimanere uniti nell’amore non si sa quanto in eterno, è il più beffardo dei contrappassi danteschi: non solo dovranno ricominciare ad andare a scuola, ma viene loro imposta una separazione forzata e per di più sono condannati a indossare (forse per il resto dei loro giorni?) un Gps, ovvero un bracciale elettronico che ne controlli i movimenti, per evitare che i nostri eroi (o antieroi) si avvicinino l’uno all’altra, magari per farsi venire altre pessime idee.
«Un rapporto troppo romantico e intenso per quell’età», l’ha definito uno dei familiari, rivelando a posteriori un’ostinazione degna di miglior causa. Per questo, i sospiri dei mini Romeo e Giulietta andavano stroncati sul nascere. Ora seguiranno interi pomeriggi di sedute dallo psicoterapeuta dello sviluppo, incontri con i servizi sociali e chissà quanti silenzi e mutismi nelle rispettive case (è questa la punizione, meritata, per i genitori).
Una Ford Explorer come nido d’amore è in romanticissimo tono con i tempi e coerente con l’origine dei due ragazzini (il Michigan è anche lo Stato dell’industria automobilistica). È improbabile che Braxton-Romeo nell’abitacolo dell’auto abbia recitato alla biondissima Jayden le parole che il protagonista disperato di Shakespeare disse della sua amata: «Tanto lei è bella che questa cripta si illumina a festa». In realtà né Shakespeare né altri scrittori hanno previsto, per i loro personaggi, per quanto bad boys, una fuga in Suv. Persino il giovane Holden, in fuga dalla sua «infanzia schifa», resta nei paraggi. Quanto ai due celebri veronesi, avrebbero potuto scappare in carrozza (il Suv dell’epoca), ma a parte qualche avventata «fuitina» notturna per incontri brevissimi, sono rimasti inchiodati nelle rispettive magioni. Avessero avuto a disposizione anche solo una Fiat Punto, forse avremmo un capolavoro letterario in meno ma due amanti felici in più (escludendo però la comparsa in scena di un simil-detective Cook). Idem se le famiglie nemiche avessero avuto potuto imporre ai loro giovani eredi un Gps. D’altra parte, è improbabile che Braxton conoscesse frasi scolpite nei secoli da recitare alla sua ragazza, tipo: «Dalle tue stesse labbra io sono assolto dal peccato delle mie».
Questo per dire che il paragone letterario, con tutto lo sforzo di immaginazione post o neoromantica, proprio non tiene: anche perché, fortunatamente, nessuna tragedia per i due monellacci americani. E poi tra i Wood e i Thomas le cronache non narrano alcuna reciproca ostilità, niente «fatali lombi di due nemici». Al contrario, i genitori di Braxton e Jayden, che pur disponendo di un Suv non devono essere nobili come i Montecchi e i Capuleti, devo essersi coalizzati tra loro contro i due pargoli. I quali di certo, dopo aver sofferto le «pene d’amore» imposte dalla crudeltà familiare, avranno vissuto giornate di libera felicità. Un idillio appena imperfetto se, come è probabile, si saranno prudentemente astenuti, per evitare i segugi, dal mettere piede in un MacDonald per un cheeseburger con patatine. Avranno cantato nella fuga? Holden e Sally, nel romanzo di Salinger, si baciano sul taxi per l’intero percorso che li porta allo spettacolo, ma erano molto meno di 400 chilometri e c’era qualcuno che guidava per loro. Braxton e Jayden avranno comunque assaporato i baci più appassionati dell’amore finalmente liberato dalle catene. Contandosi con la lingua tutti i denti, come in una famosa scena d’amore prosaico dello scrittore maledetto Bohumil Hrabal? Se non è Shakespeare, almeno Hrabal? Difficile, a giudicare da una fotografia in cui il mezzo sorriso di Braxton mette in mostra il più clamoroso degli apparecchi odontoiatrici.
Paolo Di Stefano