Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 13/09/2013, 13 settembre 2013
LE TELEFONATE DI MUSSARI. QUEI FAVORI AI POLITICI TRA CENE E FINANZIAMENTI —
Richieste di finanziamento, trattative sulle nomine, cene e incontri. Nella «rete» del presidente del Monte dei Paschi di Siena Giuseppe Mussari la politica ha sempre avuto un ruolo di rilievo. Sono le telefonate intercettate nel 2010 nell’ambito dell’inchiesta sull’ampliamento dell’aeroporto senese di Ampugnano (dove è indagato per falso e turbativa d’asta) e adesso acquisite dai pubblici ministeri di Siena Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso che indagano sull’acquisizione di Antonveneta e sulle altre operazioni finanziarie collegate, a rivelare quali e quanti favori e negoziati siano stati condotti a Rocca Salimbeni. Colloqui che diventano il fulcro del nuovo filone d’indagine sui rapporti tra la banca e i partiti. E proprio su questi «esborsi» effettuati da Mps dovranno adesso concentrarsi i controlli del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza. Anche per verificare se di fronte a istanze così variegate ci possano essere state elargizioni senza garanzie, decise esclusivamente per soddisfare le disposizioni del presidente.
Amato l’Abi e il tennis
La lettura dei brogliacci mostra come Mussari fosse riuscito a creare intorno a sé un consenso diffuso, un appoggio trasversale che coinvolgeva tutti i partiti. A metà febbraio del 2010 si aprono i giochi per il rinnovo al vertice dell’Abi, l’associazione bancaria italiana, e cominciano a circolare le indiscrezioni. Il 14 lo chiama Giuliano Amato e, annotano gli investigatori nel «brogliaccio» delle telefonate, «gli chiede se è vera la voce circa la sua candidatura all’Abi in modo tale da fare qualcosa per sostenerlo. Mussari glielo conferma».
Non si sa se il sostegno sia stato determinante, ma il 1 aprile è Amato a chiedere un favore.
Amato: «Mi vergogno a chiedertelo, ma per il nostro torneo a Orbetello è importante perché noi siamo ormai sull’osso, che rimanga immutata la cifra della sponsorizzazione. Ciullini ha fatto sapere che il Monte vorrebbe scendere da 150 a 125».
Mussari: «Va bene ma la compensiamo in un altro modo».
Amato: «Guarda un po’ se riesci, sennò io non saprei come fare... trova, c’hai un gruppo? La trovi?».
Mussari: «La trovo, contaci».
Letta e il teatro di Palermo
La lista di richieste per finanziamenti e contributi è lunga e variegata. Il 22 febbraio 2010 Raffaele Lombardo, all’epoca governatore della Regione Sicilia, chiama Mussari «e gli dice di aver avuto il suo numero da Miccichè. Lo richiamerà più tardi per parlargli di una questione (gli chiederà di aiutare un imprenditore agricolo in difficoltà che ha un’esposizione anche con Mps, si tratta della G&B srl di Vittoria).
Non è l’unico a puntare sulla Sicilia. Nei brogliacci è annotata una chiamata dell’onorevole Gianni Letta «che gli chiede se è possibile concedere al Teatro Biondo Stabile di Palermo un extrafido di 1,5 milioni di euro, garantito da finanziamenti assicurati da Regione e Comune. Mussari risponde che se ne occupa immediatamente».
La cena da Berlusconi
Il 12 marzo 2010 gli investigatori captano una telefonata di Mussari che avvisa il suo autista «di aver finito» e di «arrivare qui davanti per cortesia, dentro dentro dentro». E specificano che «la cella agganciata è quella di via del Plebiscito 102, verosimilmente Palazzo Grazioli». Effettivamente il giorno dopo «Mussari chiama il sindaco di Siena Maurizio Cenni e gli dice che la sera precedente si trovava a Roma invitato a cena, insiema a Vigni (il direttore generale di Mps Antonio Vigni) dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi».
Una decina di giorni dopo anche Daniela Santanchè si fa viva con Mussari: «Gli chiede di fissare un appuntamento a Roma per il suo socio Giampaolo Angelucci del gruppo Tosinvest (che è già cliente Mps) Mussari le dice che la ricontatterà il prossimo lunedì». Il giorno dopo vedrà invece Guido Crosetto, il sottosegretario «che gli dà appuntamento presso il ministero della Difesa».
Il «punto» di Fassino
I rapporti con i politici di sinistra vengono tenuti a livello locale e nazionale. Il 13 gennaio 2010 «Mussari discute con il presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini dei futuri assetti di Comune, Provincia ed Fondazione Mps». Alla fine di febbraio «la segretaria gli gira la chiamata dell’onorevole Piero Fassino che gli domanda quando potrà raggiungerlo a Roma e Mussari gli risponde che sarà in ferie per una settimana. Fassino lo invita a ricontattarlo al suo rientro per programmare un incontro a Roma "così facciamo un po’ il punto totale"».
A Mussari Prodi confida il 4 marzo di quell’anno «di non avere alcuna intenzione di rientrare in politica», mentre il 6 aprile, parlando con Franco Ceccuzzi di un’iniziativa che però non viene specificata «gli spiega di aver informato l’onorevole Massimo D’Alema che gli ha spiegato di voler sentire prima Casini. Mussari gli ha poi dovuto confermare l’intenzione di Ceccuzzi di lasciare il Parlamento per candidarsi a sindaco di Siena». È la sua segretaria a rammentargli poi gli appuntamenti tra il 19 e il 21 aprile 2010 «con Bersani, Enrico Letta, La Torre» e quello con il sindaco di Firenze Matteo Renzi.
Fiorenza Sarzanini