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 2013  settembre 11 Mercoledì calendario

IO, IMPRENDITORE CHE NON RIESCO AD AVERE DENARO DALLE BANCHE


Gentile Galimberti, le banche cosa fanno con i soldi? Mi hanno ridotto il fido e mio figlio ha difficoltà ad avere un mutuo. All’estero il danaro costa meno e noi rimaniamo indietro. Un bancario è pagato più dei miei operai e un banchiere molto più di noi piccoli imprenditori. Sono le banche che ci hanno cacciato in questa crisi: dovrebbero darci una mano a uscire. Scusi lo sfogo e non firmi questa lettera: non voglio aggravare i rapporti con la mia banca.
Lettera firmata

Caro lettore, non si scusi, comprendo il suo sfogo, anzi l’assicuro che molti sono d’accordo con lei. Ora, senza per questo erigermi a difensore delle banche, vorrei fare qualche osservazione. Prendiamo per punto di partenza il secondo trimestre del 2007, in quel momento felice (si fa per dire) quando ancora non si sapeva che di lì a poco (le prime avvisaglie della Grande recessione spuntarono nel terzo trimestre) saremmo stati colpiti dalla peggiore crisi dagli anni Trenta. Ebbene, da allora al secondo trimestre 2013, il Pil nominale non si è quasi mosso, e il valore aggiunto nominale dell’industria (dove credo il suo business sia situato) è calato del 12% (Pil reale e valore aggiunto reale sono calati ben di più). Nello stesso periodo i prestiti delle banche alle imprese non finanziarie sono invece cresciuti del 15% circa. A colpo d’occhio, non mi sembra che queste cifre supportino l’idea di una stretta creditizia selvaggia. Per quanto riguarda i mutui, le cifre sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di case registrano a luglio 2013 uno stock che è dello 0,9% al di sotto di quello di 12 mesi fa: una cifra non patologica, data la riduzione dei prezzi delle abitazioni intervenuta nel periodo.
Per quanto riguarda i tassi, il costo del danaro, sia per le imprese che per i mutui, è inferiore di circa un punto a quello che si aveva prima della crisi. Non voglio con questo minimizzare i gridi di dolore. Le sofferenze ci sono (non mi riferisco a quelle bancarie, che ci sono anch’esse) ma il vero colpevole non è tanto l’atteggiamento delle banche quanto la mancanza di domanda, che rende tutto più difficile e aumenta una richiesta di credito che non viene soddisfatta. Non viene soddisfatta perché il mestiere delle banche è, purtroppo, per definizione, pro-ciclico. Quando le cose vanno male aumentano i prestiti incagliati e le banche diventano più restie e prestar soldi. La vera via d’uscita da questa situazione è la ripresa dell’economia, il traino della domanda interna ed estera. Incrociamo le dita.