Isabella Bufacchi, Il Sole 24 Ore 11/9/2013, 11 settembre 2013
I BTP E I COSTI DEL CAOS POLITICO
«Una confusione totale, un rischio politico totale». Questo il laconico commento ieri di un trader londinese in BTp, in risposta a chi gli chiedeva come stessero reagendo gli investitori istituzionali, internazionali e italiani, nell’attesa delle notizie sullo scontro in Giunta al Senato sul caso Silvio Berlusconi.
Nelle ultime 48 ore, anche i più attenti e scrupolosi operatori finanziari non sono riusciti a tenersi al passo con gli sviluppi repentini della politica e il groviglio di ritorsioni tra Pdl e Pd. Data la confusione più totale con la bussola della politica impazzita, e date le incognite sulle prossime mosse del Cavaliere, del presidente della Repubblica, dei leader e dei parlamentari di Pd, Pdl e M5S, chi è esposto al rischio-Italia ieri è finito immancabilmente in balia delle onde e delle correnti. I BTp hanno registrato una seduta in "underperformance" rispetto all’Eurozona periferica. La caduta del Governo Letta, inaspettata dai molti traders che hanno disinnescato il "trigger" Berlusconi a torto o a ragione, rischierebbe di aggiungere confusione alla confusione. Il ritiro improvviso del Pdl dalla maggioranza farebbe riallargare lo spread BTp/Bund di almeno qualche decina di punti, si è azzardato a pronosticare uno dei rari traders disposti a quantificare il rischio politico italiano: una reazione a pelle ci sarebbe, nel caso di riaffacciasse lo spettro delle elezioni, ma non sfrenata, perchè sui mercati non si escludeva già ieri la formazione-lampo di un Governo di scopo che porti a casa la Legge di Stabilità e qualche modifica alla legge elettorale.
La corrente del risk-on, non impetuosa ma sicuramente forte, ancora ieri si avvertiva, alimentata di fresco dalle ultimissime notizie sulla Siria - forse un attacco militare Usa non ci sarà - e sull’andamento dell’economia cinese migliore delle attese. Persino le elezioni tedesche vengono lette dai mercati in chiave tutta positiva per l’Eurozona periferica, quale che sia il risultato. Sullo sfondo, il ritorno della crescita in Italia e in Spagna resta un sostegno sottostante ai prezzi di BTp e Bonos, più - come confermato ieri - sui titoli spagnoli privi per ora di rischio politico. Sulla Spagna pesa comunque negativamente l’elevato deficit/Pil, un altissimo tasso di disoccupazione, il rischio di un declassamento di rating a livello junk (più prossimo di quello italiano), elementi controbilanciati da prospettive economiche in solido miglioramento e da aste leggere di titoli di Stato entro fine anno. Sull’Italia, il ritorno di un Pil che sale e aste soft entro fine anno potrebbero finire con l’essere adombrati dal rischio di una nuova crisi politica: oggi per i BoT sono previsti rendimenti nuovamente al rialzo rispetto ad agosto, complice anche lo scossone nel tapering della Federal Reserve.
Lo spread BTp/Bund tiene relativamente perchè sul breve termine, pur in un quadro confuso, il caos politico rientra ancora all’interno di una cornice economica che volge in positivo. Sul medio-lungo periodo, la possibilità dell’uscita di scena definitiva di Berlusconi, il calo dei voti di protesta e del M5S, il ritorno a un sistema bi-partitico potrebbero mettere fine al pericolo di stallo, temutissimo per i mercati. Ma sul medio-lungo, resta sullo sfondo il problema strutturale peggiore di tutti per i BTp trader: la sostenibilità del debito pubblico insidiata da tassi reali al rialzo e una crescita potenziale attorno allo zero per cento.
isabella.bufacchi@ilsole24ore.com
isa_bufacchi