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 2013  settembre 12 Giovedì calendario

RENZI, IL MIO SINDACO

Vivo a Firenze da quattro anni. Questa estate la domanda che mi sono sentito rivolgere più spesso è stata: ma com’è Matteo Renzi sindaco? «La città non è cambiata» ha detto poche settimane fa l’ex inquilino di palazzo Vecchio, Leonardo Domenici. Non ho capito se fosse un complimento o una critica.
Capisco la curiosità su Renzi. Capisco che molte persone in buona fede, senza pregiudizi, si facciano delle domande su un “ragazzo” di 38 anni su cui un pezzo d’Italia sta scommettendo. Capisco la voglia di scoprire cosa abbia combinato in questi anni. Capisco anche la paura dell’ennesima delusione. Arrivato al giro di boa del quinto anno di amministrazione, in effetti, un bilancio dell’unica esperienza di governo che ha alle spalle va fatto (escludiamo il passaggio in Provincia visto che vorrebbe abolirle).
Qualche giorno fa, alla Festa democratica di Firenze, il presidente della Cna locale (artigiani e piccole imprese), Andrea Calistri, mi ha detto di essere contento che sulla città si fossero finalmente riaccesi i riflettori nazionali. Un orgoglio che credo condiviso dai molti fiorentini che considerano la loro città una capitale. In effetti, in questi anni Renzi ha sfruttato il brand Firenze e Firenze ha sfruttato il brand Renzi, uno scambio che ha restituito alla città una centralità politica che non aveva da moltissimi anni. Questo ha consentito a Renzi di strappare qualche risultato come i finanziamenti per il completamento del nuovo Teatro dell’Opera e l’accordo sui Grandi Uffizi.
A fine settembre partirà un’imponente campagna di comunicazione per proiettare i risultati della giunta sullo scenario nazionale e le primarie del Pd. Renzi insisterà molto su asili nido, area pedonale, piste ciclabili, piano strutturale a volumi zero. Da padre, su asili nido e parchi giochi per bambini non mi posso lamentare. Mia figlia (due anni) frequenta un asilo nido gestito da un’efficientissima cooperativa privata convenzionata con il Comune che – ho scoperto per caso – controlla anche i negozi dove vengono acquistati gli alimenti utilizzati per il pranzo dei bimbi. Due anni fa, poi, è stato inaugurato un parco giochi sul Lungarno Santarosa (zona San Frediano, dove abito), frequentatissimo da coppie con figli, molte straniere.
Anche aver pedonalizzato l’area intorno a piazza Duomo e palazzo Pitti è un merito che il sindaco può rivendicare, un’operazione che mette d’accordo cittadini e turisti in una città dove gli interessi delle due categorie spesso sono in conflitto. Un passo dal quale non si torna indietro, come l’area C di Milano decisa dalla giunta Pisapia. Un centro storico piccolo come quello di Firenze deve poter essere attraversato in bicicletta o con i bus ecologici. In questi anni sono nate nuove piste ciclabili (una è stata inaugurata ieri) ma si deve fare di più. In città la mobilità resta un problema che non sarà risolto fino a quando non sarà completata almeno la seconda linea della tramvia (la prima è un merito di Domenici) che dovrebbe attraversare la città con un tratto sotterraneo. Il progetto è fermo, di fatto non è mai partito per il fallimento a catena delle aziende costruttrici. L’aeroporto di Firenze resta piccolo e scomodo (anche se la responsabilità non è di Renzi), i collegamenti con quello di Pisa non sono degni di una città dall’appeal internazionale.
Nell’idea di città del sindaco l’attenzione alla sostenibilità in termini di ambiente ed energia è centrale. Il piano strutturale a volumi zero è stato una buona idea, anche coraggiosa, considerato che in tempi di vacche magre per il taglio dei trasferimenti, aumentare le aree edificabili resta il mezzo più semplice per fare cassa. Ma si è fatto troppo poco nella riqualificazione delle aree urbane. Il parcheggio sotto piazza del Carmine (di fronte alla chiesa che ospita la Cappella Brancacci) è un progetto di cui si parla da anni, i principali interventi per trasformare il parco delle Cascine nel «nostro Central Park» sono rinviati al 2014.
La crisi si è fatta sentire anche per le casse del Comune, ma l’alibi di Renzi è un altro. In un’intervista con il direttore del Corriere fiorentino, Paolo Ermini, il sindaco cita in più passaggi le decisioni del Tar che hanno bloccato le iniziative del comune. Per esempio la guerra ai bus turistici che assediano l’Oltrarno o la battaglia contro le bancarelle degli ambulanti sotto la basilica di San Lorenzo. A conferma che in Italia la resistenza di certi poteri è più forte del decisionismo di qualsiasi sindaco. Un monito per coloro che sperano nel Renzi salvatore della patria.
L’immagine di Firenze nel mondo resta legata all’arte del Rinascimento, alla moda e al vino. Un lusso ma anche una gabbia che l’ex assessore alla cultura, Giuliano Da Empoli, ha provato a rompere innervando la vita culturale della città anche di arte contemporanea, sul modello delle grandi città europee. Un tentativo meritorio anche se riuscito solo in parte. Anche perché nel frattempo un vanto della città come il Teatro del Maggio musicale fiorentino si ritrova commissariato, e l’unico spazio nuovo di arte contemporanea, l’Ex3, ha chiuso.
A creare aspettative altissime ha contribuito anche l’attivismo di Renzi che in questi giorni darà sfogo alle inaugurazioni. Si è scontrato con la Cgil e con l’arcivescovo Betori, con i commercianti del centro storico e con le Coop. Ma è stato abile a ricucire con tutti, quando necessario. Ha accusato il colpo della nevicata record del 2010 che paralizzò la città e portò Firenze sulle prime pagine di tutti i giornali. Una lezione che gli è servita per capire che, da allora in poi, tutto ciò che avesse fatto sarebbe avvenuto sotto i riflettori nazionali. «Per cambiare una città ci vogliono almeno dieci anni» ammette oggi. Ne mancano cinque.

PS. Una curiosità. Ieri il patron di Esselunga Bernardo Caprotti ha scritto una lettera al Corriere della Sera per lamentarsi della difficoltà di fare impresa in Italia e ha annunciato che l’anno prossimo, a 43 anni dalla domanda del permesso, riuscirà finalmente ad aprire un Esselunga di là d’Arno a Firenze. Renzi ieri sera a Porta a Porta ha confermato l’apertura. Informo entrambi che l’Esselunga di là d’Arno già c’è, qui, poco lontano da casa mia