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 2013  settembre 12 Giovedì calendario

I CONTI DELLE OLIMPIADI A TOKYO

Un pil che, nel 2020, anno dei Giochi, dovrebbe aumentare di 4.200 miliardi di yen (32,1 miliardi di euro). Un impatto sull’economia pari a 22,6 miliardi di euro. La creazione di almeno 150 mila posti di lavoro fra quest’anno e il 2020. E 8,5 milioni di turisti in più.
Il Giappone punta sulle Olimpiadi, assegnate domenica scorsa alla sua capitale, per uscire dalla crisi e rilanciare l’economia.
Un po’ come accadde nel 1964 in occasione delle precedenti Olimpiadi organizzate nella capitale dell’Arcipelago, che avevano attirato investimenti per 6,8 miliardi di dollari, una cifra enorme per l’epoca. Allora, l’impatto dei Giochi e della loro organizzazione aveva consentito al Giappone di entrare nella categoria delle economie avanzate e di raggiungere nel 1968 addirittura la seconda posizione in classifica.
I tempi sono cambiati, certo, ma molti giapponesi vogliono credere nel fatto che le Olimpiadi gioveranno al loro paese, alle prese da vent’anni con la stagnazione economica e che tenta in tutti i modi di risollevarsi dopo la catastrofe di Fukushima del marzo 2011.
Il premier Shinzo Abe ha fatto delle Olimpiadi addirittura la «quarta freccia» delle sue «Abenomics» (da Abe ed economics), la serie di iniziative macroeconomiche messe in pratica a partire dal suo ritorno al potere nel dicembre scorso per cercare di far uscire il paese da quindici anni di deflazione.
In uno studio pubblicato nel giugno 2012, il Comitato di candidatura prevede un impatto dei Giochi olimpici sull’economia di 2.960 miliardi di yen (22,6 miliardi di euro) e la creazione di 150 mila impieghi in sette anni. Secondo i calcoli di Smbc Nikko Securities, il Giappone potrebbe beneficiare di un aumento dello 0,5% del pil l’anno delle Olimpiadi, con entrate supplementari pari a 4.200 miliardi di yen (32,1 miliardi di euro). E le gare, in programma dal 24 luglio al 9 agosto 2020, dovrebbero attirare 8,5 milioni di turisti, cifra che permetterebbe all’Arcipelago di realizzare l’obiettivo di 20 milioni di visitatori stranieri in un anno. Per non parlare della realizzazione delle infrastrutture (tra cui il nuovo stadio progettato da Zaha Hadid e il villaggio olimpico), i cui investimenti sono stimati in 383,1 miliardi di yen (2,9 miliardi di euro). Una cifra piuttosto modesta, in quanto il progetto prevede l’utilizzo di infrastrutture esistenti.
Restano in sospeso due grosse questioni. La gestione dell’acqua contaminata alla centrale di Fukushima, le cui infrastrutture rivelano giorno dopo giorno la propria enorme fragilità. E lo spettro dell’aumento dell’Iva, che il governo dovrebbe annunciare il prossimo 1° ottobre. Un provvedimento fortemente impopolare, che però potrebbe rimpinguare le casse dello stato, il cui deficit ha quasi raggiunto il 10% del pil. Quasi un’inezia in confronto a un debito pubblico al 245% del pil.