Franco Bechis, Libero 10/9/2013, 10 settembre 2013
ESERCITO ITALIANO IN PANNE METÀ DELLE ARMI È FUORI USO
Più della metà dei carri armati italiani sono da considerare fuori uso, e una parte ulteriore è destinata alla rottamazione entro qualche anno. Stessa situazione per quasi due veicoli corazzati da combattimento ogni dieci. Ben oltre la metà delle artiglierie è da considerare fuori servizio, e quindi non più utilizzabile. Per fortuna è sostanzialmente intatta l’attrezzatura della Marina militare e robusta pure quella dell’Aeronautica, dove la sorpresa viene però da uno dei gioielli: il drone di seconda generazione Predator B, che secondo il programma di armamento del governo italiano avrebbero dovuto essere 6 (al costo di circa 10,5 milioni di euro a velivolo). Sono arrivati nel 2010, e ne sono rimasti solo 4, perché due sono andati distrutti.
Una fotografia desolante, e per certi versi anche preoccupante: nonostante i gravi impegni internazionali che ancora gravano sulle sue spalle e quelli che potrebbero venire dall’evolversi della situazione medio-orientale, l’esercito italiano sembra equipaggiato poco meglio di una armata Brancaleone. E ad avere fornito forse per la prima volta nel dettaglio questo imprevisto quadro degli equipaggiamenti delle forze armate italiane è stato proprio il governo italiano. I numeri vengono infatti dalla nota ufficiale letta dal sottosegretario alla Difesa, il Pdl Gioacchino Alfano, alla quarta commissione del Senato della Repubblica per rispondere a una interrogazione parlamentare del Movimento 5 stelle che proprio quei dati chiedeva. Alfano (che è solo omonimo del segretario Pdl), non si è fatto pregare, spiegando che «per quanto attiene i sistemi d’arma in dotazione all’Esercito, risultano: 1191 carri armati, di cui 605 “Leopard”(anche se per l’intera linea è stato disposto il “fuori servizio”), 389 “Centauro”e 197 “Ariete”(47 di questi mezzi saranno però dismessi entro il 2018)». Il sottosegretario è poi passato ad elencare la consistenza dei veicoli corazzati da combattimento: sono in tutto 2979. Ma «in particolare, è stato disposto il “fuori servizio” per tutti i 381 M113 e per un “6614G”, mentre restano in servizio 553 “VCC1”, 1207 “VCC2”, 367 “Puma”, 198 “Dardo” e 119 “Freccia”)».
Terzo elenco di Alfano, quello delle artiglierie: in tutto ce ne sono 1454. Ma anche qui le condizioni sono precarie: «in particolare, è stato disposto il “fuori servizio”e si è in attesa del decreto di alienazione per 684 mortai “Brandt”, mentre 210 dei 256 obici “M109” sa - ranno dismessi entro il 2018 e rimane inalterata la linea dei 68 “PzH 2000”». L’esercito ha poi «163 elicotteri (suddivisi in 18 “AB212”, 22 “AB412”, 27 “AB206R”, 17 “AB109R”, 59“AB205”e 20 “NH90”)». Buona come si è detto, la situazione della Marinamilitare: «Risultano 60 navi da guerra (una portaerei, 4 unità anfibie, 4 cacciatorpediniere, 11 fregate, 3 rifornitrici, 6 corvette, 10 pattugliatori, 10 cacciamine, 3 navi idrografiche, 6 sommergibili, un supporto subacqueo ed una unità per ricerca elettronica), 49 elicotteri (suddivisi in 22 “EH101”, 22 “AB212”e 5“SH90”), 46 veicoli corazzati (di cui 4 “Arisgator”, 18 “AAV7”e 24 “VCC2”), e 14 artiglierie (suddivise in 6 mortai da 120 millimetri di calibro e 8mortai da 81 millimetri)».
Infine l’Aeronautica, dove ci sono 62 velivoli Eurofighter 2000, 84 “Tornado” (sia nella versione IDS che ECR), 102 “AMX”, 4 Atlantic, 21 “C130”, 22 “C27-J”, 103 “MB339”, 30 “T260B”, 4 “KC-767”, 17 “VC-180A”, 2 “F-50”, 5 “F-900”, 3 “A-319J”, 20 “U- 208°” e 12 alianti». Poi ci sono i droni, ed attualmente esistono «8 velivoli senza pilota», anche se avrebbero dovuto essercene 10. Alfano cita «4 “Predator A+” (il programma prevede un totale di 6 macchine), e 4 “Predator B”», ma aggiunge a questo proposito che «il programma prevedeva l’acquisizione di 6 velivoli ma due sono stati perduti nei teatri operativi». Sempre a disposizione dell’aeronautica ci sono «anche mezzi ad ala rotante suddivisi in 10 “HH-3F”(di cui è stato disposto il “fuori servizio”), 13 “HH-139”, 22 “AB212”e 40 “TH-500B”».