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 2013  settembre 11 Mercoledì calendario

LA NOSTRA VITA CON IL MAGNIFICO SCONOSCIUTO


L’innocente cane, di cui da un punto di vista scientifico sappiamo molto di più, è un libro aperto se confrontato con l’enigmatico gatto. Perché solo il 30-60% dei gatti domestici va a caccia? Perché l’erba gatta li fa impazzire? A che età un gattino può cambiare casa? I cani mostrano l’attaccamento e l’amore per i loro padroni, ma i gatti? Hanno una personalità? Cani e gatti traggono origine da un passato assai diverso. I cani discendono da branchi di lupi, animali sociali ed emozionali, e da migliaia di anni hanno dimostrato la loro utilità all’uomo per la difesa, la caccia e la pastorizia. I gatti sono cacciatori solitari; un gatto selvatico maschio, vedendo ogni rivale come una minaccia, evita il contatto con un altro maschio e limita i contatti con una femmina al periodo dell’estro. Una femmina - se c’è cibo in abbondanza - può condividere la sua maternità con altre femmine a lei vicine, ma la presenza di un altro gatto la terrà in uno stato di ansia.

L’introduzione di un gatto estraneo crea una guerra permanente. I cani legano con i loro proprietari, poi con gli altri cani e in subordine con il loro ambiente fisico. Per i gatti l’ordine è invertito. Se portate il vostro gatto in vacanza, al ritorno dovrà ristabilire, spesso con la forza, i suoi diritti territoriali. In un appartamento i gatti, per evitare una continua condizione di disagio, hanno bisogno di camere separate per dormire e mangiare e di cassette individuali per sporcare.

I gatti possono vivere in città ma rimangono cacciatori. I cani sono animali da branco e quindi estroversi, così come i gatti sono cacciatori solitari e perciò poco espansivi. I proprietari contemporanei dovrebbero capire che, grazie alla sterilizzazione, stanno allevando i gatti più amichevoli che si siano mai visti. Negli ultimi 10 mila anni, mentre i cani sono stati allevati per svariati compiti utilitaristici, i gatti Felix Sylvestris fin dagli albori della coltivazione del grano sono stati animali selvatici opportunisticamente adattati per la lotta ai topi dei granai, ratti e serpenti. Tutti i gatti del mondo discendono dai gatti mediorientali della Mezzaluna Fertile. Addomesticati in Egitto 4000 anni fa, sono rimasti cacciatori selvatici nel comportamento, ma sono diventati anche compagni e, 2600 anni fa, perfino divinità, e l’uccisione del gatto è diventata un reato capitale.

Negli ultimi anni questi due ruoli di selvaggio cacciatore e divinità domestica si sono scollegati e questo moderno desiderio di imporre al gatto uno stile di vita senza artigli né caccia, fatto di scatolette del supermercato, vita in appartamento e affetto, è la sua nuova sfida evolutiva. Alle anime delicate, per rovinare la caccia al proprio gatto (o marito), John Bradshaw nel libro «Cat sense. The feline enigma revealed» (Penguin), raccomanda: un campanello sul collare, un bavaglino in neoprene per evitare la presa, un dispositivo a ultrasuoni per avvertire la preda o tenere il gatto in casa di notte e farlo giocare alla caccia con dei giocattoli. È solo dagli Anni ‘80 che il cibo industriale fornisce tutte le vitamine necessarie al gatto, quelle che si procura con la caccia. Questo vale per i gatti di sesso femminile e i maschi castrati, che si comportano come le femmine. I maschi interi, che scampano la castrazione, resistono all’addomesticamento e sono ormai una rarità nella società occidentale; un mutamento sociale che ricalca il nostro moderno stile di vita metrosexual.

I maschi raramente sono abbastanza forti da riprodursi fino ai tre anni di età e sono uccisi a mucchi nelle risse con i giovani rivali. Poiché le femmine sono promiscue nella loro ricerca di una progenie, i maschi cercano di fecondarne il maggior numero possibile e più padri nella stessa cucciolata sono una difesa contro l’infanticidio. Abbiamo percorso molta strada dalla bolla papale di Gregorio IX, nel 1233, per lo sterminio dei gatti in quanto pagani, o dal processo di Salem che li incriminava per stregoneria, ma quale futuro per l’insondabile gatto quando ne abbiamo di più che in qualsiasi altro momento della storia? Tuttavia il 50 % dei gatti che lasciano la stanza quando arriva un estraneo, o fiutano l’odore di un gatto vicino che noi non avvertiamo, soffrono di ansia acuta. Gli esperimenti dimostrano che il 15% dei gatti sono resistenti alla socializzazione. Inoltre, è essenziale che tutti i gattini dalle tre alle otto settimane entrino in contatto con una vasta gamma di esseri umani. In caso contrario torneranno selvatici.

Noi esseri umani abbiamo recentemente imparato a essere proprietari di cani socialmente responsabili; possiamo fare lo stesso con i gatti - o l’impresa si dimostrerà «impossibile come cercare di creare una mandria di gatti».