Aldo Grasso, Corriere della Sera 11/09/2013, 11 settembre 2013
NEL SALOTTO DI IACONA SAVIANO PARE VESPA
Il lunedì sera è ormai considerato il terreno più propizio per i cacciatori di audience. Ben tre programmi di informazione si dividono la platea. Il più interessante è parso «Presa diretta» di Riccardo Iacona, interamente dedicato alla piaga dell’evasione fiscale (Raitre, ore 21.05). Non c’è niente da fare, siamo un popolo di evasori, ogni scusa è buona, il senso civico è l’ultima delle preoccupazioni. La Guardia di Finanza ha calcolato che l’evasione si aggira sui 120 miliardi all’anno, una cifra che corrisponde all’8% del PIL e che pone il nostro Paese al primo posto in assoluto nella Ue. E purtroppo i soldi recuperati sono molto modesti, circa il 10% dell’evaso.
Iacona ha presentato tre inchieste di Giulia Bosetti e Federico Ruffo. La prima riguardava il clamoroso caso di Giuseppe Ciarrapico, il grande amico di Giulio Andreotti. Attraverso un sistema di prestanomi e di residenze fittizie, Ciarrapico è sempre risultato un nullatenente, nonostante i giornali e le altre imprese. Se un evasore seriale come Ciarrapico è riuscito quasi sempre a farla franca, diventa difficile prendersela con il negoziante che non rilascia lo scontrino.
La seconda riguardava le infiltrazioni della camorra nel Nordest: aziende in crisi si fanno prestare soldi dalla camorra e, da quel momento, diventano vittime di estorsioni, intimidazioni, ricatti di ogni specie. La criminalità organizzata è riuscita in pochi anni, sfruttando gli enormi proventi del narcotraffico, a impossessarsi di centinaia di aziende. La terza, infine, mostrava nel napoletano un collaudato sistema di bancarotta fraudolenta per evadere il fisco.
Tra un’inchiesta e l’altra, Iacona interloquiva in studio con Roberto Saviano. Che è stata la vera delusione della serata.
Ormai è diventato un predicatore, si atteggia, coltiva il personaggio. Si preoccupa di promuovere il suo libro, con un tono non dissimile da un Bruno Vespa.
Aldo Grasso