D. Mart., Corriere della Sera 11/09/2013, 11 settembre 2013
LA PASIONARIA FGCI E L’EX PM, I «FALCHI» DEL PD —
Stefania Pezzopane e Felice Casson vengono dipinti come i «duri» della delegazione del Pd nella giunta per le Elezioni del Senato. Le loro storie politiche — lei abruzzese, lui veneziano — sono diverse, però li accumuna un altissimo senso della legalità e del rispetto delle regole. Si capisce lontano un miglio come la pensino sulla decadenza del senatore Silvio Berlusconi ma tutti e due si guardano bene da anticipare una dichiarazione di voto. Sono troppo esperti e navigati e quindi, da giorni, adottano una linea ineccepibile: «Prima o poi la giunta dovrà votare la proposta del relatore, e poi toccherà all’aula».
Felice Casson, ex pm a Venezia, già candidato sindaco nella città lagunare, è un veterano del Senato, della commissione Giustizia e della giunta per le Elezioni. E conosce bene la materia che tratta: «Il tempo lo fissa il regolamento. Sono otto o nove ore, 10, 20 o 25 minuti non ha importanza. Non facciamo un dramma se qualcuno parla 5 minuti in più, ma poi si voti». Ecco il «duro» Casson parla con tutti, tratta, tira e molla la corda ma alla fine segue la sua bussola: «Possiamo essere ancora più elastici ma i colleghi del Pdl devono capire che questo voto prima o poi ci sarà».
Stefania Pezzopane è una coriacea senatrice abruzzese che ha alle spalle una lunga carriera politica: «Ricordo il giorno in cui ho iniziato nel 1984. Il giorno in cui è morto Enrico Berlinguer mi sono iscritta alla Federazione giovanile comunista. Quel giorno non me lo dimenticherò mai, provai una grande emozione». Poi la ragazza dell’Aquila inizia la sua carriera politica nel Pci. Consigliere comunale, di seguito eletta in Regione e, infine, presidente della Provincia dell’Aquila per il Pd. Era a casa sua il 6 aprile del 2009 quando alla 3,32 del mattino un terribile terremoto mette in ginocchio l’Abruzzo. Da quel giorno, la Pezzopane diventa una sorta di eroina e in pieno governo Berlusconi, che trasferisce all’Aquila il G8, la presidente della Provincia ottiene un forte impatto mediatico. E ora, eccola Stefania Pezzopane che per un caso della storia — dopo aver perso le elezioni provinciali e dopo un incarico di assessore ai Servizi sociali conferitogli dal sindaco dell’Aquila Cialente —, siede sulla poltrona di vicepresidente della giunta per le Elezioni e le Immunità del Senato, che deve decidere sulla decadenza o meno di Silvio Berlusconi: «Sì, eccomi qua, in mezzo ad avvocati ed ex magistrati. Per questo ho studiato tutto il mese di agosto e credo, a questo punto, di saperne abbastanza. Mi sono andata a rileggere tutto il dibattito che ci fu in questo Parlamento in occasione della legge Severino. Anche loro, i pidiellini, hanno votato quella norma che, ricordiamolo, fu fatta di gran carriera affinché le liste per le elezioni del 2013 fossero pulite. E infatti tutti i partiti furono costretti a depennare molti nomi dalle liste. Nel Pdl saltò il nome di Cosentino...».
Felice Casson, a questo punto, è in grado di anticipare un suo calendario: «Entro questa settimana, al massimo la prossima, dovremmo chiudere questa fase preliminare. Per poi passare alla fase della contestazione in giunta e infine all’Aula». Ma c’è una sorpresa perché Casson segnala un’eventualità che pochi considerano: «L’articolo 135 bis prevede che 20 senatori possano presentare in Aula una proposta alternativa a quella della giunta. Questo vuol dire che 20 senatori potrebbero chiedere, per esempio, di riproporre in Aula quelle questioni preliminari e incidentali che riguardano il ricorso alla Corte costituzionale. In quel caso però è da vedere se è segreto anche il voto sulle questioni incidentali. Secondo me si voterebbe a scrutinio palese».
Ma poi c’è un’altra accusa che la Pezzopane non digerisce: «Dicono che la giunta è un plotone di esecuzione? È un’accusa infamante. Piuttosto il Pdl si sta trasformando in un plotone di esecuzione per la legalità».
D.Mart.