Carla Massi, Il Messaggero 11/9/2013, 11 settembre 2013
LUCE NELLE VIE DEL CERVELLO
La mente come un computer, come un prodotto dell’evoluzione, come un programma. La mente come un sistema di organi di computazione, quindi composto da un numero di facoltà specializzate, designato per selezione naturale a risolvere i problemi posti ai nostri antenati dalla loro condizione di cacciatori-raccoglitori. «Come funziona la mente» dello psicologo Havardiano Steven Pinker numero 2. Sì, una sorta di vendetta. Contro tutti coloro che dal 2002, anno in cui uscì il trattato, ad oggi si sono accaniti contro le teorie, hanno scritto libri di risposta, hanno aperto dibattiti infiniti sulle teorie.
LE BIZZARRIE
E’ appena uscito, dunque, Come funziona la mente di Steven Pinker per Castelvecchi con una prefazione nuova dell’autore nella quale risponde punto per punto a tutti coloro che negli anni lo hanno attaccato e ringrazia quelli che lo hanno seguito. Piccole modifiche e ritocchi in questo manuale che conta oltre seicento pagine. Una delle opere di maggiore impatto nell’ambito delle scienze cognitive mirata a ricostruire il programma straordianariamente complesso che rende possibili gli eventi della vita mentale. Quelli che siamo abituati a dare per scontati come, per esempio, il pianto e il riso.
Una mente computer, dice Pinker, come mai ce ne saranno. Una sorta di calcolatore plasmato dall’evoluzione Darwiniana in cui ogni comportamento è un calcolo razionale, ogni struggimento (anche se accompagnato da follia) ha il governo, appunto, della mente. «Lungo la strada - scrive Pinker - cercherò di gettar luce su bizzarrie squisitamente umane. Perché i ricordi sbiadiscono? Com’è che il trucco muta l’aspetto di un volto? Perché si va in collera? Che cosa ci fa ridere? Perché crediamo negli spiriti?
SENTIMENTI ED EMOZIONI
La tesi con la quale legge i sentimenti, le scelte, le emozioni e i valori che diamo alla famiglia si basa sia sui capisaldi della scienza cognitiva che su quelli della psicologia evolutiva. E proprio nella prefazione Pinker risponde a suoi colleghi che hanno scritto testi proprio per contestare il suo trattato. Uno è stato lo psicologo Jerry Fodor che ha firmato «La mente non funziona così. La portata e i limiti della psicologia computazionale» con chiaro riferimento al lavoro di Pinker. L’altro, sempre studioso dell’elaborazione del pensiero, Steven Mithen che in «Le origini della musica, del linguaggio, della mente, del corpo» contesta al professore di Harvard che definisce «inutile» la musica.
«Perché - si legge nel capitolo sul senso della vita - non mostra alcun segno di essere stata progettata per conseguire uno scopo quale una vita lunga dei nipoti o un’accurata percezione o previsione della realtà. Tutto ciò fa pensare che la musica sia tecnologia, non adattamento. Come vedremo, la musica può prendere a prestito parte del software mentale del linguaggio».
Amore, paure, comportamenti. E anche strategie. «Per fare acquisti al mercato del corteggiamento - suggerisce Pinker - ci vuole accortezza. In genere non si vuole un pretendente che comincia troppo presto a volervi come più non potrebbe , perché vuol dire che è alle corde (e allora conviene aspettarne uno migliore), che s’infiamma facilmente (quindi potrebbe infiammarsi facilmente per qualcun altro)». Come dire: la contraddizione del corteggiamento sta proprio nel desiderio e, nello stesso tempo, fare i preziosi. «Le due componenti dell’amore romantico. Quella per cui si stabilisce uno standard minimo per i candidati sul mercato del partner e quella per cui ci si dà arbitrariamente anima e corpo a uno di essi». Per spiegare la paura Pinker torna ai nostri antenati sostenendo che è proprio questa emozione ad averli spinti a far fronte ai pericoli. Paure come adattamenti e non semplici capricci del sistema nervoso.
«Queste - è l’analisi dello psicologo americano - proteggono gli abitanti delle moderne città da pericoli che non esistono più, e mancano di proteggerli da pericoli presenti nel mondo che li circonda. Dovremmo avere paura delle armi, di andare veloci in macchina, di guidare senza cintura, delle bombolette per gli accendini, degli asciugacapelli vicino alla vasca, non di serpenti e ragni. Le autorità di pubblica sicurezza ci instillano la paura con ogni mezzo, dalle statistiche alle fotografie scioccanti,in genere senza risultato». Secondo Pinker si può avere paura (a prescindere dai traumi personali) solo quando si è evoluzionisticamente preparati ad una certa associazione. «Siate d’accordo o no con le affermazioni del libro - sia augura lo studioso - spero che nel leggerlo sarete spinti a pensare in maniera più profonda a come funziona la mente».