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 2013  settembre 10 Martedì calendario

Matrimonio per Sette - Trucco consigliato alle ragazzine mediorientali residenti nel Regno Unito che, durante le vacanze scolastiche, sono portate nei Paesi d’origine per sposare qualche sconosciuto: mettersi un cucchiaio nelle mutande

Matrimonio per Sette - Trucco consigliato alle ragazzine mediorientali residenti nel Regno Unito che, durante le vacanze scolastiche, sono portate nei Paesi d’origine per sposare qualche sconosciuto: mettersi un cucchiaio nelle mutande. Così quando suona il metal detector agli aeroporti, vengono accompagnate in una zona lontana dai genitori e possono raccontare liberamente quello che gli sta capitando. Il 50% dei 1.500 matrimoni forzati, segnalati nel 2012in Gran Gretagna, riguarda persone provenienti dal Pakistan, l’11% dal Bangladesh, l’8% dall’India, il 2% dall’Afghanistan. Il restante si divide tra altri 56 Paesi tra cui Somalia, Turchia e Iraq. Le vittime non sono soltanto donne: il 18% è di sesso maschile. Anche l’età varia: da 2 a 71 anni. Nell’antico Egitto, anche se esistevano matrimoni combinati, di norma si poteva scegliere chi sposare. Prima del matrimonio i fidanzati erano molto liberi e non erano vietati i rapporti sessuali. Il pretendente portava molti doni all’amata e dopo il matrimonio poteva intestarle fino a due terzi del proprio patrimonio. Pare che non vi fosse alcuna cerimonia nuziale: l’atto più significativo era il trasferimento della fanciulla dalla casa del padre a quella che lo sposo aveva preparato per la vita di coppia. Nelle famiglie ricche esisteva la poligamia, anche se la moglie era una sola (le altre restavano concubine). Una donna poteva essere ripudiata se sterile, ma solo se non accettava come figlio quello nato dall’unione del marito con una delle concubine. In ogni caso la ripudiata aveva diritto a un compenso. Una donna sposata manteneva il possesso dei beni che portava in dote. Nella Roma arcaica una figlia, ancora giovanissima (10-12 anni), poteva essere promessa in sposa o fidanzata a un giovane anche contro la sua volontà e questo rito era giuridicamente valido; l’impegno era perseguibile in caso di inadempimento e la ragazza era obbligata alla fedeltà prematrimoniale. Per garantire la promessa di matrimonio, il fidanzato consegnava alla ragazza un anello che lei metteva all’anulare della mano sinistra (Aulo Gellio sosteneva che questo è l’unico dito a presentare un sottilissimo nervo che lo collega direttamente al cuore). Il matrimonio si realizzava con il trasferimento della donna nella famiglia del marito. La confarreatio, il matrimonio arcaico tra i patrizi romani, si chiamava così perché gli sposi si spartivano una focaccia di farro. Prima si sacrificava una pecora sulla cui pelliccia sedevano gli sposi. Poi, di fronte al Pontifex Maximus e a dieci testimoni nati da matrimoni celebrati con lo stesso rito, la sposa velata di rosso compiva insieme allo sposo tre giri rituali attorno all’altare, procedendo verso destra (dexteratio). Infine gli sposi univano le mani e pronunciavano la frase: «Ubi tu Gaius ego Gaia». In Italia nel 2011 ci sono stati 208.702 matrimoni (erano stati 217.700 nel 2010). Crescono le nozze civili, che passano da 79.000 a 83.000 circa, e calano quelle con rito religioso, da 138.000 a 126.000 circa. In Giappone l’età giusta per sposarsi si chiama tekireiki: per le donne è tra 23 e 25 anni, per gli uomini 25-28. Le donne che superano l’età giusta senza maritarsi vengono chiamate kurisumasu keeki, dal nome di un dolce che si mangia nei giorni che precedono il Natale, ma che dopo di allora non è più gradito. In Giappone, durante la cerimonia di nozze, gli sposi cambiano continuamente d’abito. Il rito, che si chiama oironaosi (cambiare colore) prevede di solito tre completi: il costume tradizionale scintoista per la cerimonia religiosa, l’abito di nozze all’occidentale e infine l’abito da sera. Tra le formule con cui in passato un giapponese chiedeva la mano della moglie: «Mi puoi lavare le mutande?». Tra gli ebrei ortodossi le donne al momento del matrimonio si tagliano i capelli e indossano una parrucca. Solo allo sposo possono mostrare i capelli naturali. Lo stesso obbligo vale per le musulmane. Mazzi di sedani vengono regalati alle spose Amish e poi usati come decorazione alle feste di matrimonio. La metà dell’oro venduto in India è utilizzato per le cerimonie nuziali: la sposa, in occasione del matrimonio, viene infatti agghindata con gioielli dalla fronte alle dita dei piedi. Farah Khan, stilista di gioielli esclusivi: «Se qualcuno si sposa, anche gli ospiti vogliono sfoggiare gioielli con diamanti, smeraldi e rubini. A volte il matrimonio dura 6 giorni e gli ospiti vogliono per ogni giorno dei gioielli diversi». Elisabetta d’Inghilterra talmente emozionata nel giorno del matrimonio (20 novembre 1947) da far cadere in terra la tiara intarsiata di pietre preziose che doveva cingerle il capo. Il gioielliere di corte, convocato d’urgenza a palazzo, fu costretto a febbrili lavori di riparazione fino all’ultimo minuto. Prima di decidere se sposarsi o no Charles Darwin scrisse su un foglio i pro e i contro del matrimonio. Tra gli argomenti a favore: «Prova a immaginare una moglie dolce seduta sul sofà, con un bel camino acceso, con molti libri e, forse, anche con della musica» e «lei sarebbe meglio di un cane, comunque». Il 40% degli americani pensa che il matrimonio sia «una pratica sorpassata ed obsoleta». Il 44% vive con un partner senza essere convolato a nozze, il 46% degli uomini e delle donne single sogna i fiori d’arancio. L’89% giura di sposarsi «per amore» mentre il 51% delle coppie sposate o conviventi è convinto che il loro rapporto sia «molto più intimo e vero» rispetto a quello dei loro genitori. Ricercatori americani dell’università dell’Arizona sostengono che per gli uomini il matrimonio riduce di oltre il 10% i rischi di incappare in gravi problemi di salute. Gli studiosi hanno fatto la scoperta misurando il livello della proteina C-reattiva (Crp), che si attiva in presenza di infezioni, la cui quantità diminuisce misteriosamente nel sangue degli sposati. Nessuna miglioria registrata tra le donne sposate. Studio dell’Università dell’Ohio: le donne ingrassano dopo il matrimonio, gli uomini dopo il divorzio. «Il matrimonio è uno scambio di cattivi umori durante il giorno, di cattivi odori durante la notte» (Oscar Wilde). Gli uomini sposati non lavano i piatti, i conviventi invece sì: è questo il risultato di una ricerca condotta in 28 Paesi e pubblicata sul Journal of Family Issues. Finché una coppia convive, uomo e donna si dividono equamente le incombenze domestiche. Dopo il matrimonio l’uomo invece tende a defilarsi. Ricercatori svizzeri hanno esaminato 1.074 coppie per cinque anni per scoprire la formula del matrimonio che funziona. In particolare, due sono gli elementi fondamentali: l’uomo deve avere cinque anni più della propria compagna, che a sua volta deve essere dotata di un’intelligenza superiore di almeno il 27% rispetto a quella del partner. Altri elementi importanti: «condividere il medesimo retaggio culturale» e non essere già divorziati. Cinquanta ore: la durata del matrimonio notturno celebrato a Las Vegas fra Britney Spears e l’amico d’infanzia Jason Alexander (si sposarono entrambi ubriachi). La ricetta dell’unione perfetta secondo le 3mila coppie sposate intervistate dal sito confetti.co.uk: quattro baci e tre abbracci al giorno, un paio di uscite romantiche al mese, dirsi «ti amo» almeno una volta al dì, fare sesso tre volte a settimana, tre messaggi giornalieri (vanno bene sia mail che sms). Poi: due anni di differenza tra lui e lei, qualche hobby condiviso, un paio di serate al mese da trascorrere ognuno con i propri amici, tre anni e mezzo di fidanzamento prima di sposarsi e, dopo il matrimonio, due anni e due mesi prima di avere figli. «Un matrimonio funziona se lui e lei hanno bagni separati» (l’attrice Catherine Zeta-Jones). «Introduciamo il matrimonio a punti. Se mi tradisci, ti tolgo cinque punti, se non porti a scuola i bambini, trascuri la famiglia, sono dieci punti. Ma con il pentimento si possono riacquistare. Se si tratta di un pentimento con regalo, lo accettiamo, ma sono solo 3 punti» (Alessandra Mussolini). In Italia nel 2011 ci sono state 88.797 separazioni e 53.806 divorzi, stabili rispetto all’anno precedente (+0,7% per le separazioni e -0,7% per i divorzi). I tassi di separazione e di divorzio totale sono in continua crescita: nel 1995 per ogni 1.000 matrimoni si contavano 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2011 si arriva a 311 separazioni e 182 divorzi. La durata media del matrimonio è di 15 anni per le separazioni e 18 anni per i divorzi. In Russia vi era la tradizione che il padre della sposa donasse al genero una verga con cui picchiarla se non fosse stata obbediente. Nel nord dell’Albania, il giorno delle nozze il padre della sposa regala al genero una pallottola, da usare in caso d’infedeltà da parte della futura moglie «Per sopportare le pene del matrimonio ci vogliono due persone. Qualche volta tre» (Alexandre Dumas).