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 2013  settembre 07 Sabato calendario

MOSCA VUOL VESTIRSI DA CITY IN 3 MILIONI ACCORRONO IN RUSSIA


La sorpresa finanziaria del 2014 potrebbe portare l’in - segna di Mosca. Nel 2010 il governo ha lanciato un piano considerato da molti banchieri occidentali troppo ambizioso. L’obiettivo era trasformare Mosca in una nuova piazza finanziaria. In grado di elevare il rublo a valuta di scambio internazionale, evitare il deflusso di capitali interni e soprattutto cominciare ad attrarre quelli esteri. Vladimir Putin e Dimitri Medvedev hanno lanciato l’operazione senza badare a spese. Mentre l’amministrazione comunale ha tirato le fila del coordinamento, cercando di miscelare opportunità di sviluppo per chi viene dall’estero ma anche per chi da generazioni vive a Mosca. Solo la nuova metropolitana che darà linfa al quartiere finanziario quando sarà terminata segnerà un conto di circa 4 miliardi di euro. Lo stesso si può dire per palazzi ed edifici. Il magnate Roman Abramovich ha lanciato lo scorso mese un progetto immobiliare da 800 milioni di dollari che rientra nel nuovo piano regolatore della città. Altri investitori stanno per immettere sul mercato 64mila metri quadri di nuove residenze, mentre i prezzi degli uffici sono passati dai 700 dollari al metro del 2009 ai 1.200 attuali. Il tutto all’interno di uno schema che include 150 chilometri complessivi di nuova tratta ferroviaria sotterranea, il riutilizzo su modello londinese della Moscova e la creazione di un nuovo ring attorno alla capitale.
Gli spunti arrivati da Londra sono numerosi, non a caso il consulente numero uno per la creazione di un hub finanziario è proprio la City. Che, attraverso la società a capitali privati City Uk, ha chiuso un accordo di consulenza con il governo russo. E ora il lavoro di ammodernamento (anche sotto il profilo legale) e di rilancio comincia a dare i primi frutti tangibili. Solo nel 2012 più di 3 milioni e 600 mila cittadini provenienti da Europa, Stati Uniti e Canada si sono trasferiti in Russia per lavoro. I visti business sono passati dai 4,4 milioni nel 2010 ai 6,2 nel 2012, e il 2013 dovrebbe chiudere a 7 milioni. Negli ultimi 3 anni circa 700mila stranieri hanno preso la residenza a Mosca, e di questi una buona fetta è lì per occuparsi di finanza.
Rispetto a Londra o a Dubai i numeri sono ancora bassi ma le prospettive ci sono. Anche se la maggiori parte delle stesse società russe è ancora quotata all’estero, il jolly giocato lo scorso febbraio è riuscito a invertire la rotta. Sei mesi fa il gruppo Micex-Rts, che guida la società nata dalla fusione delle due borse moscovite, ha annunciato un’Ipo (offerta pubblica iniziale) che le ha consentito di quotarsi sulla sua stessa piattaforma di scambi azionari. Un’operazione da circa 400 milioni di dollari, che sembra aver creato un impatto fortissimo sugli investitori. All’Ipo sono stati chiamati azionisti privati e istituzionali ad eccezione della Banca Centrale russa, che detiene il 24,3% del capitale. Gli altri azionisti principali sono le banche russe Sberbank (10,4%) e Veb (8,7%), la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (6,3%), l’italiana Unicredit (6,2%) e ancora le russe Vtb (6%) e Gazprombank (5,37%). «Il tutto per una Borsa il cui business viene attualmente valutato in 3,5 miliardi di dollari - scriveva il settimanale di Repubblica annunciando l’Ipo -. Il colpo, almeno dal punto di vista dell’immagine, dovrebbe funzionare sin da subito».
Così è stato. Ma certo non basta diventare una piazza finanziaria. E la Russia lo sa. Bisogna anche dare concretezza al piano di liberalizzazioni. Massiccio ma ancora lento. Nei prossimi mesi toccherà alla Rzd, la società che gestisce tutte le ferrovie russe. Nella lista anche altre grandi aziende pubbliche come la Tgk-5 (fornitura e distribuzione di gas), la compagnia aerea Aeroflot, l’Ozk (colosso agricolo per l’export del grano russo). «Con le privatizzazioni già in cantiere ricaveremo circa 10 miliardi di dollari», aveva annunciato a Davos il premier Dmitrj Medvedev. Ma l’intero programma di privatizzazioni, se realizzato, potrebbe portare dieci volte tanto: 100 miliardi di dollari. Se la coppia Putin-Medvedev riuscisse nell’impresa la Russia avrebbe un arsenale in più da sfoggiare nella politica internazionale.