Lino Terlizzi, Il Sole 24 Ore 7/9/2013, 7 settembre 2013
QUEL CIOCCOLATO DAL RETROGUSTO AMARO
La notizia esplode nei primi giorni del luglio dell’anno scorso. A darla è la televisione svizzero tedesca. La sorpresa è grande sia perché si tratta di una donna diventata ormai abbastanza famosa nella Confederazione, sia perché la sua morte risale a gennaio ed è stata in pratica tenuta nascosta sino a quel momento. Il nome è quello di Alexandra Sprüngli, 63 anni, vedova di uno dei personaggi centrali dell’industria del cioccolato svizzero, Rudolph Sprüngli.
La notizia è che è stata trovata morta nella vasca da bagno della sua casa di vacanza ad Arosa, località turistica grigionese, esattamente il 6 gennaio del 2012. A trovarla priva di vita nella vasca sono stati alcuni amici. I magistrati del Canton Grigioni indicano che si è trattato di un malore durante il bagno, la Sprüngli insomma ha perso conoscenza a causa di questo malore ed è annegata. Sulla base delle indagini, sono stati esclusi sia la presenza di sostanze tossicologiche, sia l’intervento da parte di terzi. Gli organi di informazione elvetici registrano la notizia e le affermazioni delle autorità grigionesi, con una sorpresa che sfiora l’incredulità. Alcuni siti online svizzero tedeschi fanno notare che la Sprüngli non aveva avuto in precedenza problemi di salute, almeno per quel che si era saputo. Molti giornali sottolineano la prassi inusuale del non-annuncio della morte. Non si sa chi abbia chiesto e ottenuto questo riserbo totale, assoluto, rotto solo da indiscrezioni a sei mesi dal fatto, che hanno poi trovato conferma ufficiale.
Dopo la notizia della morte, il nastro della vita della vedova Sprüngli in Svizzera e all’estero viene più volte riascoltato e rivisto. Il vero nome di Alexandra Sprüngli era Heidi Gantenbein. Prima di sposare nel 1992 Rudolph Sprüngli, che aveva 28 anni più di lei, era stata guaritrice e anche ragazza squilllo, così almeno i giornali svizzeri hanno scritto e continuano a scrivere apertamente. Matrimonio all’inizio segreto, poi noto a tutti, comunque clamoroso e discusso. A discuterlo sono soprattutto alcuni parenti Sprüngli e, seppure in modo diverso, anche una parte degli azionisti e del management di Lindt&Sprüngli, il gruppo elvetico leader nella produzione di cioccolato, che Rudolph Sprüngli in quegli anni ancora guida. Le polemiche scoppiano e durano nel tempo. Una fetta della stampa svizzera evidenzia anche l’appartenenza di Heidi-Alexandra ad una setta religiosa che si chiama “I am”. Il matrimonio, nonostante le polemiche, va avanti. Rudolph Sprüngli, che aveva nel frattempo ceduto parte del suo potere nel gruppo Lindt&Sprüngli, muore nel gennaio del 2008. Alexandra resta un personaggio chiacchierato. Con gli adepti della setta continuerà a dialogare attraverso il suo sito. Pochi giorni prima di morire, scrive online: «Ogni momento della tua vita è un momento sacro, un momento di creazione. Ogni momento è un nuovo inizio».
Il lato dolce del cioccolato per gli Sprüngli è la lunga storia di un gruppo nato a metà dell’Ottocento, rafforzatosi all’inizio del Novecento attraverso la fusione con Lindt, poi sviluppatosi sino ad una leadership che ancora oggi dura. Il lato amaro per loro è il discusso matrimonio del carismatico Rudolph con Alexandra e poi, alla fine, la morte misteriosa di quest’ultima. Una morte su cui fioccano da più parti le voci più diverse: suicidio, finale tragico di rituali da setta, uccisione per interessi econonomici (da parte della setta o di altri). Ma nessuna di queste voci trova conferma e rimane quindi la versione ufficiale del malore nella vasca.
Personalità complessa comunque quella di Heidi-Alexandra, in grado di attirare e conquistare Rudolph Sprüngli, persona a sua volta di spessore nella vita e sul lavoro. Esponente della quinta generazione degli Sprüngli, Rudolph prende il timone del gruppo a partire dagli anni Sessanta. Sarà presidente dal 1971 al 1994. In sostanza, è lui per molti aspetti a costruire il gruppo Lindt&Sprüngli con i connotati moderni che ancora oggi conserva. Rudolph ha alcuni idee precise e non le cambierà. Conferma la scelta di investire sempre e solo sul cioccolato. Lavora sui budget e sulla pianificazione, decide che il gruppo deve acquistare i licenziatari, tra cui la società varesina Bulgheroni. Realizza altre acquisizioni oltre frontiera, tra le quali quella dell’italiana Caffarel. Gli impianti e la sede di Kilchberg, nei pressi di Zurigo, vengono più volte rinnovati. Rudolph compra le azioni di alcuni parenti, ma andando avanti si rende anche conto che per svilupparsi il gruppo non può più basarsi sulla sola famiglia. È quindi lui a guidare un’altra svolta storica, cioè la quotazione del gruppo alla Borsa di Zurigo, nel 1986. Le assemblee societarie diventano il punto di incontro per molti piccoli azionisti, Rudolph dice la sua su economia, etica, politica. Lascia la presidenza appunto nel 1994, sarà presidente onorario sino alla morte. Non saranno né i due figli né la figlia a succedergli al vertice del gruppo. Sarà un manager, Ernst Tanner, a prendere le redini del gruppo, che ha in mano ancora oggi come presidente e amministratore delegato. Nel 2012 il gruppo ha realizzato un fatturato di 2,7 miliardi di franchi ed un utile netto di 245 milioni di franchi.
Con questa storia lunga e con queste cifre di rilievo, il sapore dolce sulle rive del lago di Zurigo probabilmente continua a prevalere. Ma resta almeno un aspetto amaro, quello di un matrimonio da molti mai accettato e, soprattutto, quello di una morte di Heidi-Alexandra avvolta dal mistero, sulle montagne grigionesi, lontano da quell’area zurighese che da sempre è stata il teatro dei successi degli Sprüngli.