Angelo Carotenuto, la Repubblica 10/9/2013, 10 settembre 2013
IN TESTA SOLO LE DONNE. LA VERITA DEL REAL SU OZIL
Ha cominciato Mourinho. «Özil è il miglior numero 10 del mondo. Tutti lo vorrebbero, ha un po’ di Figo e un po’ di Zidane». Il sottinteso del rancoroso José: invece quegli incompetenti del Real lo hanno venduto. Poi arriva Löw, ct della Germania, e calca la mano. «Incomprensibile. Non riesco proprio a capire perché il Real se ne sia privato». È stato a questo punto che Florentino Pérez, il grande capo della Casa Blanca, ha perso la voglia di passare per matto. Poteva tirare in ballo la questione economica, poteva spiegare tutto con le cifre vantaggiose di una cessione che ha consentito di coprire la metà della spesa fatta per Bale. Ma si sa come sono i ricchi, non si abbassano a impugnare la volgarità di 50 milioni.
«Özil è stato ceduto perché era ossessionato dalle donne». È questa la verità che circola tra i soci del club, neppure a bassa voce, se è vero che la versione attribuita al presidente ieri pomeriggio si poteva rintracciare in un retroscena pubblicato dalla versione online del quotidiano Abc, poi su El Mundo con altri dettagli. È un anticipo di ciò che Pérez spiegherà di persona in assemblea il 18 e 19 settembre, al riparo
da occhi e orecchie indiscrete, tanto quel che si doveva sapere ormai s’è saputo. Ordine del giorno: il fatturato record da 521 milioni di euro, le cessioni di Özil e Higuaín. Ora, mentre l’addio all’argentino che non sa tuffarsi dalla barca pare sia una storia di calciomercato come tante, quello al calciatore con le occhiaie più profonde del mondo si arricchisce di salsa piccante. Özil,
racconterà Pérez ai soci, è arrivato da Brema a Madrid a 22 anni, profondamente religioso, si asteneva dal mangiare prosciutto, ma poi è cambiato. Tanto. L’ansia di astinenza s’è un tantino spenta. La conoscenza di Aida Yespica, miss Venezuela, gli toglieva il sonno. Alla lettera. Viaggiava di continuo per raggiungerla, a Milano, a Parigi, voli all’alba per rientrare in tempo all’allenamento. E Özil? «Ancelotti non credeva in me». Eccolo allora all’Arsenal, in Premier League. «Sono venuto a Londra per Wenger », dice lui. Solo che, poverino, vengono in mente le wags e adesso siamo tutti qui a pensare: sì, sì, proprio per Wenger.