Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  settembre 10 Martedì calendario

IN BAVIERA SI VOTERA’ DOMENICA

Anni fa vidi a Londra un musical sulla vita dei Beatles, che debuttarono da sconosciuti nel 1963 allo «Star Club», a Sankt Pauli, il quartiere a luci rosse di Amburgo. Sul palcoscenico i nordici anseatici si esibivano in Lederhosen, i calzoncini di cuoio della Baviera. Come se per mettere in scena Le baruffe chiozzotte, i personaggi goldoniani sfoggiassero la coppola dei siciliani.
Puntuale, la Oktoberfest apre il 21 settembre, alla vigilia del voto che potrebbe segnare il destino della Germania, e di noi europei.
Ma i bavaresi per nulla al mondo rinvierebbero la loro festa, la più amata dagli italiani. Typisch deutsch, con fiumi di birra e montagne di würstel? In realtà viene guardata con una certa supponenza dalla prussiana Berlino, come a Trieste si segue il miracolo di San Gennaro. Per gli europei, il tipico tedesco è un bavarese, in calzoncini di cuoio lui, in dirndl lei, il costume nazionale dalla ampia gonna a fiori e dalla camicetta con la profondissima scollatura. Come per molti europei il tipico italiano è un napoletano che canta O Sole mio, andando in gondola.
Eppure il bavarese sarà un tedesco, ma i tedeschi sono ben diversi dagli abitanti del Freie Staat Bayern, del libero stato di Baviera, come si legge sugli orgogliosi cartelli stradali al confine del Land. Per le elezioni nazionali, è passato in secondo piano all’estero l’appuntamento con le urne della Baviera, una regione più forte economicamente del Belgio e dell’Olanda messi insieme e che, in base al prodotto lordo pro capite, potrebbe, a buon diritto, far parte del G8. In Baviera si va alle urne domenica prossima. A vincere sarà la Csu, i cristianosociali bavaresi, come avviene dai lontani anni Cinquanta, ma sarà decisivo con quale vantaggio si conquisterà la maggioranza: un’anteprima decisiva per il confronto nazionale.
La Baviera, profondamente cattolica e tradizionalista, la Vandea della Germania, prende le distanze da Berlino, come sempre avviene a ogni elezione, per un comprensibile gioco delle parti, e profilarsi rispetto alla Cdu, i cristianodemocratici della Merkel, un partito fratello ma pur sempre un altro partito, meno conservatore e più tollerante. La Csu si presenta solo nel Land, ma il risultato è calcolato in rapporto ai votanti di tutta la Repubblica Federale: se non si ottiene circa il 40 %, si rischia di scendere sotto lo sbarramento del 5%, e non venire rappresentati al Bundestag. Un rischio che viene affrontato con orgoglio.
Ma il potere ininterrotto logora almeno un poco, e i risultati superiori al 60% appartengono al passato. Tuttavia, in base agli ultimi sondaggi, i cristianosociali dovrebbero raggiungere un comodo 48%, più di tutti gli altri partiti e quindi conquistare la maggioranza assoluta dei seggi. Un risultato che dovrebbe essere ripetuto la settimana dopo alle elezioni nazionali, anche se a livello locale contano fattori che potrebbero venire a mancare.
Mentre diventa sempre più decisiva la politica europea, si assiste a un risveglio dell’identità regionale. Tempo fa, la Baviera ha abolito i sussidi per i Lederhosen. La notizia è finita in prima pagina su tutti i giornali, a dimostrare la sua importanza, e il duplice significato della rinuncia: i bavaresi amano la loro storia, ma sono parsimoniosi. Il contributo andava ai circoli locali, per un totale complessivo di 500 mila euro. Un paio costa in media 150 euro. Chi vuole se li compri da solo. Ma oggi, chi ne vuole uno su misura deve mettersi in lista d’attesa almeno per sei mesi. E un mago della gran moda come Karl Lagerfeld non esita a parlarne bene: gli uomini possono essere eleganti pur con i calzoni alle ginocchia. Anche il dirndl sembrava passato di moda: le signore non trovavano elegante indossarlo, come se fosse qualcosa di provinciale. Da un paio d’anni le vendite del costume regionale sono aumentate del 20%, anche se un vestito di buona fattura supera facilmente i mille marchi. Si appare in dirndl anche alle feste della high society di Monaco. E la Berlino della prussiana Merkel appare molto lontana.