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 2013  settembre 10 Martedì calendario

IL PIU’ GIOVANE DEPUTATO MAI ELETTO NON SALE SUL CARRO DI MATTEO RENZI

Ci stanno salendo un po’ tutti, dalle «vecchie volpi» ex democristiane come Dario Franceschini e (forse) Beppe Fioroni, così li ha definiti il sindaco di Forlì, Roberto Balzani, ad ex Ds come Walter Veltroni. In Emilia-Romagna, terra rossa e dalemian-bersaniana per eccellenza, pure il segretario regionale del Pd, Stefano Bonaccini, fedele sostenitore di Pierluigi Bersani alle ultime primarie, ora lancia tweet talmente entusiasti su Matteo Renzi da essersi preso duri attacchi da un assessore di Reggio Emilia.
Poi c’è Daniele Manca, il sindaco di quella Imola dove il connubio tra il Pci-Pds-Ds con la cooperazione rossa continua a dominare incontrastato da sessant’anni, dove non passa anno che Massimo D’Alema non venga accolto con ovazioni alla festa del partito al Lungofiume. Peccato che adesso Manca, tramite Repubblica, abbia dato il suo endorsement al rottamatore. Tutti sul carro di Renzi, dunque. O quasi. Già, perché è singolare che proprio il più giovane deputato della storia repubblicana, eletto col Pd, abbia deciso di non saltare il fosso.
Lui è Enzo Lattuca, 25 anni compiuti il 9 febbraio 2013, giusto una manciata di giorni prima di finire con uno scranno a Montecitorio. Già segretario del Pd di Cesena, fedelissimo del sindaco Paolo Lucchi, qualche giorno fa ci ha tenuto a convocare la stampa locale per dire che con Renzi non ci vuole proprio andare.
Sosterrà Pippo Civati? Non pare, il personaggio non gli va a genio, «voglio fare il parlamentare e non il blogger o il twittatore» dice. E il riferimento, seppure implicito, va (pure) a Civati. Dunque endorsement a Gianni Cuperlo? Da un giovane cresciuto a pane e Ds, in una federazione fedele alla linea bersaniana di sinistra, ci si aspetterebbe questo. Ma Lattuca non scioglie la riserva. Di sicuro, però, fa capire di non voler salire sul carro di Renzi.
Si lascia andare ad una battuta: «Il tempo delle migrazioni di solito è in autunno, nel Pd è iniziato in estate». «La mia scelta sul congresso – incalza – sarà di convinzione e non di convenienza». Quindi precisa: «Gli argomenti e le sensazioni che mi hanno convinto a sostenere Bersani e non Renzi alle primarie di fine 2012 ci sono ancora. Non ho trovato adeguate motivazioni che mi portino a convergere su quello che sembra il candidato più consono». Detto ciò, «se sarà lui il segretario avrà la mia lealtà».
Già, ma cosa c’è che non piace al giovanissimo Lattuca del giovane Renzi? «Non ho ancora capito il suo progetto riformista di cambiamento e la sua idea di Paese, anche dopo aver letto ’Oltre la rottamazione’, il suo ultimo libro». Di più, Lattuca sostiene di «non aver trovato una forza nel progetto di cambiamento corrispondente alla forza del personaggio». Tutta fuffa e personalismo questo Renzi? «Se seguiamo solo una linea pop che massimizza il consenso ma non andiamo a fondo dei problemi del Paese, facciamo un altro giro di giostra senza vincere».