Giorgio Lonardi, Affari&Finanza 9/9/2013, 9 settembre 2013
TURISMO, LA CALDA ESTATE DI RUSSI E CINESI
Il turismo inizia a vedere la luce alla fine del tunnel della crisi. Questa estate gli stranieri sono tornati sulle spiagge e nelle città d’arte del Belpaese fornendo una boccata d’ossigeno alla nostra industria turistica stremata da tre anni terribili. Ancora a Pasqua, infatti, si registrava una flessione degli incassi. Certo, non si tratta di un boom ma i segnali positivi continuano a moltiplicarsi. Emblematici i dati forniti dall’Osservatorio Acquisti di CartaSi, relativi a giugno e luglio che evidenziano una crescita delle spese effettuate con le proprie carte di credito pari al 4,2%. A tirare la volata sono i russi (+19,2%) e la piccola pattuglia di turisti cinesi che pur “pesando” solo per l’1% delle spesa complessiva fa registrare un incremento del 34,7%. Bene anche gli americani (+3,1%) e i francesi (+2,1%) mentre sono in calo gli acquisti di tedeschi (-3,2%) brasiliani (-8%) e giapponesi (-11%).
“In giugno e luglio si è invertita la tendenza negativa”, conferma Giorgio Palmucci, presidente dell’ Associazione Italiana Confindustria Alberghi, che raccoglie le grandi catene nazionali e internazionali e circa 2 mila hotel tradizionali, “gli stranieri sono tornati sia nelle città d’arte sia nelle principali destinazioni balneari e montane. Certo, questo non compensa il calo delle presenze degli italiani ma contribuisce a mitigarlo”. Palmucci, inoltre, sottolinea che “se la riduzione c’è stata non si è tramutata nel crollo paventato”. Precisa: “Ha contato molto l’incertezza sull’Imu: si paga o no? Non è un caso che nelle ultime settimane le prenotazioni stiano aumentando”. Incalza Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, la maggiore associazione di settore affiliata a Confcommercio: “Il calo delle presenze nazionali, determinato anche dalla vicenda Imu, è un fatto. Ma non è stata Caporetto”. Lui, Bocca, sottolinea che si sta delineando un settembre migliore del previsto anche grazie ai prezzi più abbordabili rispetto a quelli di luglio e agosto.
In effetti l’Osservatorio di Confindustria Alberghi condotto in luglio su 187 hotel a 3-4 e 5 stelle di una dozzina di provincie significative mostra una sensibile inversione di tendenza. A cominciare dal tasso di occupazione delle camere in crescita del 5% sullo stesso mese del 2012 fino a raggiungere il 69,8% con punte di eccellenza a Torino (+10,8%) Milano (+7,9%) e Bologna (+7,7%). Bene anche due mete tradizionali come Firenze che raggiunge un tasso di occupazione delle camere dell’81,6% e Venezia che passa dall’82,7% al all’87,6%. Quanto all’Enit, l’Ente nazionale che si occupa della promozione turistica, starebbe ricevendo informazioni confortanti dalle principali località balneari: da Jesolo alla riviera Romagnola dalla Versilia alla Sardegna gli stranieri sono tornati e il calo delle presenze nazionali risulterebbe inferiore al previsto.
Insomma, il barometro volge al bello. Gabriele Burgio, da un anno ammini-stratore delegato di Alpitour, il maggiore operatore italiano, osserva come il panorama sia in rapido cambiamento. Dice: “La novità principale di questa estate sono i russi. E per “russi”, intendo tutti i cittadini dell’ex Unione Sovietica. Oggi li troviamo dappertutto: i più ricchi preferiscono sistemazioni di lusso in Versilia o in Sardegna; chi può spendere meno, invece, punta su strutture più abbordabili a Rimini o al Sud fra Puglia, Calabria e Sicilia”. Sempre i russi, assieme ai tedeschi, ai cinesi e agli asiatici in genere sono i protagonisti di una nuova forma di turismo in rapida crescita. “Non bisogna sottovalutare - afferma Burgio - il fenomeno degli outlet con le griffe del made in Italy che attirano pullman carichi di turisti desiderosi di fare shopping”.
Già, il ritorno degli stranieri. Ma siamo sicuri che si sia fatto di tutto per favorire il loro arrivo? Secondo Fortunato Giovannoni, presidente di Fiavet, l’associazione che raccoglie i tour operator e le agenzie di viaggio il problema sono i visti: “Quest’anno, grazie all’impegno dei consolati e dell’Enit nei paesi dell’ex Urss e nel Far East sono stati distribuiti 200mila visti in più. E’ un buon risultato. Peccato che le richieste fossero superiori di almeno 4 volte. E quindi grazie alla burocrazia e ai suoi folli regolamenti abbiamo perso qualcosa come 800 mila ospiti costretti a scegliere la Francia, la Gran Bretagna o la Spagna al posto del nostro Paese”. Quanto agli italiani Giovannoni osserva che dopo lo “sconsiglio” della Farnesina a recarsi in Egitto molti connazionali hanno cambiato all’ultimo momento la meta delle loro vacanze estive puntando sull’Italia meridionale, “in particolare verso la Sicilia, la Puglia e la Calabria”.
Dunque, anche se la situazione è in via di miglioramento è un po’ presto per brindare. Ne è convinto Guido Bernardi, presidente di Violet, società di consulenza nel settore turistico: “Se le presenze estere sono in crescita quelle degli italiani sono stazionarie o in leggerissimo aumento ma è veramente una goccia d’acqua rispetto al tracollo del 19% dell’estate 2012. Se notizie buone a fine stagione ci saranno, verranno da un aumento delle presenze straniere e da un cambiamento delle scelte, sempre più città d’arte, shopping, agriturismi e meno mare”. A questo proposito, come sottolinea Palmucci, molto dipenderà dalle prenotazioni effettuate all’ultimo momento: “Un fenomeno crescente che mette in difficoltà le aziende rendendo difficile ogni forma di programmazione”.