Roberto Bagnoli, Corriere della Sera 08/09/2013, 8 settembre 2013
«PRESTO MENO TASSE SUL LAVORO». SACCOMANNI: ATTENTI ALLO SPREAD —
Politica ed economia “blindano” il governo Letta a due giorni dal pericoloso sbarco al Senato dell’incandidabilità di Silvio Berlusconi. Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, arrivato al forum Ambrosetti di Cernobbio quest’anno dedicato all’Europa, spiega in più occasioni pubbliche che la «possibilità di una crisi di governo diminuisce giorno dopo giorno» e che avrebbe come «primo impatto un rialzo dello spread, un aumento dei tassi di interesse, maggiori oneri per gli italiani, una frenata per la crescita». Da San Pietroburgo per il G20 alle sponde del lago di Como la conferma che l’Europa sta uscendo gradualmente dalle secche e che un nuovo caso Italia non se lo può permettere. Anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano, in un messaggio al forum di Cernobbio, vede nell’Europa la speranza di un modello di successo purchè «venga rafforzata una sua reale unione politica» e sprona i politici a “decisioni lungimiranti” per fermare la sfiducia e il crescente senso di malessere dei cittadini europei». Saccomanni conferma l’impegno del premier Enrico Letta, anche lui da ieri a Villa d’Este, fatto al summit dei 20 Grandi di avviare una riduzione del cuneo fiscale che ha declinato come «riduzione della contribuzione» e che in ogni caso troverà spazio nella definizione della legge di stabilità insieme al confronto annunciato con sindacati de imprese. Dopo i mesi di “interventi urgenti” ha spiegato il ministro dell’Economia in un’intervista televisiva a margine del workshop Ambrosetti la Legge di Stabilità recepirà anche il recente documento comune messo a punto da Confindustria e sindacati e diventerà così «il documento chiave per la nostra strategia di politica economica». Ma la sua preoccupazione maggiore è difendere a tutti i costi la recuperata credibilità dentro il recinto reputazionale: «Non possiamo permetterci di arrivare alla presidenza europea con una procedura di infrazione, almeno io non ho intenzione di contribuirvi. Sarebbe una perdita di credibilità imperdonabile». Quindi la soglia del 3% non sarà superata. Sulle fibrillazioni del governo il premier Enrico Letta è stato molto chiaro: «Il mio futuro? È l’ultima delle mie preoccupazioni. L’unica cosa che posso fare è pensare a lavorare e fare bene il mio dovere. Concentrazione totale su questo compito. A tutto il resto adesso non penso»
Per il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, in una pausa dei lavori di Cernobbio, «Il cuneo va ridotto anche in un’ottica pluriennale, perché con le risorse a disposizione non possiamo fare tutto nel 2014». Sulle risorse per il taglio del cuneo, Giovannini si è limitato a rispondere che è «la Legge di Stabilità il luogo dove si fanno le scelte pluriennali». Come Saccomanni, il responsabile del dicastero del Welfare mette in guardia contro l’instabilità politica: Se cade il governo saltano 20 provvedimenti di grande rilievo, per agganciare la ripresa serve un governo e serve un Parlamento». Mentre il governo a giorni farà la nuova previsione sull’andamento del Pil nel 2013 «sulla base dei dati Istat attesi per il 10 settembre», a Cernobbio si comincia a ragionare sulla scacchiera autunnale del dopo elezioni tedesche e in vista del cambio di politica monetaria della Fed. Per il direttore generale del Fmi Christine Lagarde ora «è meglio parlare di disciplina, non amo la parola austerità» mentre il presidente della Ue Herman Van Rompuy chiede all’Italia che “i segnali di ripresa non devono allentare la presa sulle riforme strutturali” e spiega, insieme al collega per il Mercato e la concorrenza Joaquin Almunia che iil credito deve tornare ad affluire all’economia. Ricominciano a tirare gli ordini per le imprese tedesche, italiane, olandesi, austriache e spagnole, ma non siamo ancora riusciti a lasciarci alle spalle la crisi, avvisa il vicepresidente della Commissione Antonio Tajani, che annuncia per fine mese una “road map” per il «patto per l’industria». In ogni caso per la nutrita pattuglia di esponenti europei al Workshop Ambrosetti non ci dovrà essere un’Unione Europea divisa in due classi. Il presidente del Consiglio Ue, ha ribadito l’arrivo di una nuova tornata di stress test prima della fine dell’anno.
Roberto Bagnoli