Gianluca Paolucci, La Stampa 7/9/2013, 7 settembre 2013
JP MORGAN BOCCIA I RAID
«Su basi puramente umanitarie, la tragedia siriana è surclassata da molti conflitti nei quali gli Stati Uniti si sono astenuti dal partecipare». A schierarsi, seppur non in maniera indiretta, contro l’intervento militare degli Usa nel conflitto, è Jp Morgan, una delle principali banche d’affari americane. In una nota inviata ai propri clienti nei giorni scorsi, la divisione di gestione degli investimenti della banca d’affari in maniera inconsueta, tanto per la forma quanto per la sostanza, prende le distanze dalla posizione espressa dell’amministrazione Obama nella crisi di Damasco.
Per motivare la propria posizione, l’analista Michael Cembalest costruisce un’analisi dove mette in fila un secolo di guerre civili, indicando per ciascuna il numero totale (approssimativo, presumibilmente) di morti e la percentuale di morti rispetto al totale della popolazione. E indicando per ciascuna se c’è stato un intervento diretto degli Usa, se non c’è stato, o se Washington si è limitata a fornire «assistenza, fornitura di armi, addestramento o evacuazione (di civili).
Il quadro è impressionante: si parte dalla guerra civile cinese del 1928: sei milioni di morti, pari all’1,2 per cento della popolazione, nessun tipo intervento. Il primo intervento, limitato all’appoggio a una delle parti, è quello nella guerra civile greca del 1946, quando esplode la guerra fredda. In totale, scrive Jp Morgan, gli interventi armati diretti degli Usa in guerre civili degli ultimi cento anni sono stati undici: Corea negli anni 50, Laos, Vietnam, Cambogia e Repubblica Dominicana negli anni 60, Libano negli anni 80, ex-Jugoslavia/Kosovo, Haiti, Somalia e Iraq negli anni 90 e da ultimo Libia nel 2011.
Il successo di questi interventi, dice l’analista, è peraltro «difficile da giudicare», anche se nei casi di Corea e Kosovo possono essere indicati come esempi di «esito positivo». Completamente trascurati conflitti come la prima guerra civile in Sudan, che nel 1955 fece 750 mila morti cancellando il 7,3% della popolazione. O in tempi più recenti il Ruanda, dove a partire dal 1990 ci furono un milione di morti, pari al 14% della popolazione (intervento limitato). O la seconda guerra civile congolese, che nel 1998 ha fatto 5,4 milioni di morti, pari al 12% della popolazione. Una delle più grandi e più ignorate tragedie del secolo passato, dal punto di vista umanitario, dove l’intervento statunitense è stato nullo. In fondo alla lista, fatta di 46 conflitti, c’è la Siria. Iniziato nel 2011, il conflitto avrebbe fatto finora secondo Jp Morgan 110 mila morti, pari ad «appena» (virgolettato nostro) lo 0,5% della popolazione. Pochi, sembra dire Jp Morgan.