7 settembre 2013
Delitto Silvia Gobbato, 28 anni. Di San Michele al Tagliamento (Venezia), laureata in Giurisprudenza, graziosa, «brava ragazza, dolcissima», s’era trasferita a Udine per svolgere il praticantato nello studio dell’avvocato Gianni Ortis e lì aveva fatto amicizia col di lui figlio Giorgio che condivideva la sua passione per la corsa
Delitto Silvia Gobbato, 28 anni. Di San Michele al Tagliamento (Venezia), laureata in Giurisprudenza, graziosa, «brava ragazza, dolcissima», s’era trasferita a Udine per svolgere il praticantato nello studio dell’avvocato Gianni Ortis e lì aveva fatto amicizia col di lui figlio Giorgio che condivideva la sua passione per la corsa. L’altro giorno i due come d’abitudine andarono a fare jogging lungo l’ippovia del Cormor, una pista ciclabile che serpeggia verso le colline di Buja. Giorgio, avendo la falcata più veloce, come spesso accadeva la distanziò di mezzo chilometro circa e lei, rimasta sola, si trovò di fronte un Nicola Garbino di anni 36, ancora iscritto a Ingegneria, zero lavoro, nessun precedente, vita in famiglia a Zugliano di Pozzuolo del Friuli e la testa fulminata, che quella mattina era uscito di casa con l’idea di rapire qualcuno e chiedere il riscatto. Costui scese dalla sua mountain bike rossa e la minacciò con un coltellaccio da cucina, lei provò a reagire e allora lui le infilò la lama dodici volte nell’addome, nel torace e nel dorso. Quindi trascinò il cadavere in una stradina laterale, tra gli alberi e i campi di pannocchie, e scappò via. Trovato due giorni dopo dai carabinieri mentre ancora andava in giro in bici vicino al parco, in uno zainetto il coltello e i suoi vestiti sporchi di sangue, sulle braccia i graffi di Silvia. Verso le 13.40 di martedì 17 settembre lungo l’ippovia del Cormor, una strada sterrata lungo il fiume fra Udine e Buja.