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 2013  settembre 06 Venerdì calendario

LA VODKA SCORRE A FIUME TRA I KAZAKI E I KIRGHISI


Che cos’è rapinare una banca, rispetto a fondare una banca?, ha lasciato scritto Bertold Brecht nell’Opera da Tre Soldi. Un aforisma di cui sembra aver fatto tesoro la malavita kazaka (e kirghisa): che cos’è contrabbandare una bottiglia di acquavite, quando puoi smerciarne ettolitri? E così, con abile progetto ingegneristico, hanno costruito una condotta attraverso il letto del fiume Chu, che segna il confine tra i due Paesi, facendovi scorrere – a quel che sostiene la polizia di frontiera – migliaia di litri di alcol.
Finché non sono stati scoperti e il flusso ha dovuto interrompersi. Non è chiaro come gli agenti e i funzionari doganali vi siano arrivati: si sa solo che la tubatura era stata posata a pochi chilometri da un posto di frontiera. La notizia risale al mese scorso e a quanto risulta la caccia ai responsabili è ancora in corso.
Il Kazakistan, Paese importatore di dissidenti ed esportatore di petrolio e di gas, è in Asia centrale anche uno dei più grandi produttori di cereali, dai quali, com’è noto, si distilla la vodka. Inoltre, in tempi relativamente recenti, è entrato a far parte di un’unione doganale con Russia e Bielorussia, migliorando le ragioni di scambio all’interno dell’unione, ma facendo diventare in compenso molto più care le importazioni da parte degli altri Paesi vicini. Il che ha reso assai conveniente l’investimento richiesto dalla costruzione del vodkodotto subacqueo verso il Kirghizistan. L’idea aveva del resto un precedente: poco tempo prima era stata scoperta una conduttura analoga, questa volta un vero e proprio oleodotto, usato per il contrabbando di carburante.