Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 06/09/2013, 6 settembre 2013
DAGLI INCARICHI POLITICI AGLI AFFARI. I FAVORI CHIESTI A GOTTI TEDESCHI —
Ci sono politici, industriali, manager di primo livello dei gruppi bancari nella «rete» tessuta dal presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi. Tutti pronti a chiedere il suo appoggio e quello delle alte gerarchie vaticane quando si trattava di discutere le nuove leggi, ottenere incarichi, concludere affari. Sono le migliaia di documenti email custodite nel suo archivio sequestrato lo scorso anno per ordine dei magistrati napoletani a rivelare la sua influenza, ma anche i retroscena dello scontro interno all’Istituto per le opere religiose sulla volontà di adeguarsi alle norme internazionali antiriciclaggio. E soprattutto a ricostruire nel dettaglio alcune trattative riservate che si sono concluse nel periodo che va dal 2009 al 2012, quando Gotti fu poi costretto a lasciare l’incarico al vertice dello Ior.
«Alemanno e Berlusconi»
È il 5 giugno 2001. Angelino Alfano è appena diventato segretario del Pdl e questo gli impone di lasciare il ministero della Giustizia. Alfredo Mantovano è sottosegretario all’Interno, ma ha altre aspirazioni. E così si rivolge all’amico Ettore che evidentemente si fa portavoce di una raccomandazione con una persona che però non viene mai citata esplicitamente. Mantovano scrive: «Caro Ettore, la persona che dovrai incontrare mi conosce bene. Peserà il tuo interessamento, più che i contenuti che avrai la cortesia di adoperare nei miei confronti. Comunque le parole chiave sono: affidabilità sperimentata sempre e senza eccezioni; ritrosia rispetto agli scontri frontali governo/magistratura; condivisione piena della riforma costituzionale; conoscenza della macchina burocratica; (se può essere utile) vi è simpatia da parte degli ambienti cattolici. Per completezza Alemanno ha già proposto il nome a Berlusconi e alla stessa persona che tu incontri, ricevendo un’accoglienza interlocutoria. So che anche altri autonomamente si stanno spendendo. Ti ringrazio per tutto. Un passaggio, anche per poco, nella serie A per me potrebbe rendere più efficace il lavoro politico, al di là del pur importante settore della giustizia (che avrebbe bisogno di una reale pacificazione e di una spinta all’efficacia). Un abbraccio in Jesu ed Maria». Quando Gotti Tedeschi finirà poi sotto inchiesta, sarà proprio lo stesso Mantovano a presentare un’interrogazione parlamentare contro i magistrati di Napoli.
Santander e Finmeccanica
Il legame tra Gotti e l’allora presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi è stato svelato dalle intercettazioni disposte dai pubblici ministeri napoletani. E si trattava evidentemente di un rapporto noto, tanto che il direttore generale del gruppo Santander si rivolge proprio a Gotti — che del gruppo bancario spagnolo è il responsabile in Italia — quando i vertici della holding hanno affidato a «Mediobanca un mandato per la valorizzazione degli asset Ansaldo Sts e Ansaldo Breda». Scrive Paolo Gagliano: «Ettore, i nostri colleghi di Madrid sarebbero interessati a capire la situazione per provare ad assistere e finanziare potenziali buyers. A questo scopo ci farebbe molto comodo capire i piani del nuovo ad di Finmeccanica in generale e in particolare in relazione alle attività del settore trasporti». Anche Franco Bernabè — di fronte a problemi sorti per Telecom in Brasile — si rivolge a Gotti per chiedere aiuto.
Le tasse del Vaticano
Uno scambio di email tra Gotti e il direttore generale dello Ior Paolo Cipriani svela l’accordo siglato affinché i dipendenti dello Stato Vaticano non paghino le tasse in Italia senza per questo incorrere in alcuna violazione di legge. Scrive Cipriani: «Fin tanto che i capitali sono mantenuti oltreconfine non vanno dichiarati, con l’esclusione degli interessi eventualmente percepiti da investimenti. In conclusione direi che quando i dipendenti vaticani dovessero utilizzare i propri averi e dichiarare il denaro trasferito, basterà dire che i denari non sono stati investiti ma accumulati nel corso del tempo. Non ho reso pubblica questa affermazione perché so che i commercialisti in Italia, spesso per loro tornaconto, non concordano con questa tesi».
Flick e il Papa
Una email trasmessa da Gotti a monsignor Georg evidenzia le preoccupazioni del professor Giovanni Maria Flick per la situazione finanziaria del San Raffaele e sollecita un incontro. Dichiara adesso lo stesso Flick: «Nei mesi in cui ho fatto parte del Cda nominato dalla Santa Sede, ho ovviamente discusso spesso e a lungo con gli altri consiglieri. In tre o quattro occasioni ne ho doverosamente riferito al Segretario di Stato, manifestandogli non poche perplessità, che ha sempre ascoltato con grande attenzione, anche prendendone nota scritta. In una delle conversazioni con il professor Gotti Tedeschi si ipotizzò di chiedere un’udienza al Santo Padre. Quando mi fu riferito che l’udienza era stata chiesta al Segretario particolare mi resi conto che forse c’era stato un equivoco, e declinai l’ipotesi con una battuta: "Io parlo col Santo Padre o con il suo Segretario di Stato, non con il Segretario del Santo Padre". Senza voler mancare di rispetto a Monsignor Ganswein, intendevo dire che era mia intenzione sì, segnalare problemi — come ho fatto — ma in modo trasparente e non alimentando le "chiacchiere" sulle persone e alle loro spalle».
Fiorenza Sarzanini