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 2013  settembre 03 Martedì calendario

ALTRO CHE SUPER SCIENZIATA LA CATTANEO E’ SOLO 440ª

Non ha vinto un Premio Nobel, almeno per ora. Di sicu­ro a 51 anni si è aggiudicata un piacevolissimo «Win for life», uno di quei fortunati biglietti della lotteria che ti assicurano una lauta rendita mensile vita natural durante e che potrebbe fare di lei una sorta di record­woman dei beneficiati della po­litica - qualora rispettasse l’aspettativa di vita attuale-gra­zie a quei 232mila euro annui lordi che lo Stato italiano inizie­rà ad erogarle da fine settem­bre. Un tesoretto a carico dei contribuenti che potrebbe fare di lei il «politico» più pagato del­la storia repubblicana, seconda forse al solo Giulio Andreotti.
Elena Cattaneo è balzata agli onori delle cronache grazie alla inaspettata (e per molti aspetti clamorosa) nomina a senatore a vita da parte di Giorgio Napoli­tano. Una scelta che ha sorpre­so per la giovane età delle bene­ficiata - mai nella storia d’Italia qualcuno aveva ottenuto quel seggio così presto - e per le di­chiarazioni della scienzia­ta che non ha neppure pro­vato a na­scon­dere le sue pre­ferenze politiche, dichia­rando di aver votato per le primarie del Pd del 2009, la­sciando capi­re senza equi­voci dove bat­te il suo cuore.
Poco esplora­to, invece, il territorio del­la sua «quota­zione» inter­nazionale dal punto di vista scientifico, anche rispetto ai suoi colleghi italiani. Ebbene per quella che da più parti è sta­ta definita, sicuramente a ragio­ne, autorità mondiale in fatto di cellule staminali neurali e alla loro potenziale applicazione sulle malattie neurodegenerati­ve, la «classifica» dei Top Italian Scientists (Tis) della Via-Academy, legata all’Università di Manchester, non riserva grandi soddisfazioni.
In questa sorta di censimento degli scienziati di «maggior im­patto» nei principali settori di­sciplinari, la Cattaneo figura sol­tanto al 66esimo posto. Nella re­altà, però, alla luce dei tanti ex­aequo, la scienziata di origine bergamasca si attesta attorno al 440esimo posto. In testa si trova Carlo Croce, medico-oncologo italiano impegnato nella ricer­ca sui meccanismi genetici del cancro,seguito dall’immunolo­go Alberto-Mantovani e dall’on­cologo Napoleone Ferrara. Do­po l’immunologo Giorgio Trin­chieri al quinto posto si trova la prima donna: la fisica Angela Barbaro-Galtieri, docente al­l’Università di Berkeley in California. Carlo Rubbia, altro neo­senatore, si attesta attorno alla posizione 42 (anche se come per la Cattaneo sono molti di più coloro che lo precedono). L’altro elemento sorprendente è che davanti alla Cattaneo in questa classifica basata sul cosi­detto h-index - un numero che racchiude sia la produttività che l’impatto della produzione culturale o scientifica di uno scienziato basato sulle citazioni ricevute - compaiono ben 45 donne italiane.
I nomi? L’elenco è composto da personalità note soprattutto in campo scientifico ma visto che per loro si è chiusa la possi­bilità di essere nominate al seg­gio perpetuo di Palazzo Mada­ma vale almeno la pena citarle. Si tratta di Silvia Franceschi; Eli­sabetta Dejana; Silvia Priori; Da­niela Bortoletto; Eva Negri; An­namamaria Colao; Adriana Al­bini; Anna Di Ciaccio; Luigina Romani; Maria Roncarolo; Ro­berta Sessoli; Eleonora Luppi; Paola Ricciardi Castagnoli; Cristiana Peroni; Cristina Bottino; Federica Sallusto; Paola Allave­na; Elena Pian; Laura Fratiglio­ni; Laura Maraschi; Maria Ro­berta Monge; Elisa Bertino; Francesca Matteucci; Lucia Banci; Annarosa Leri; Genovef­fa Franchini; Laura Ferrarese; Luisa Cifarelli; Maria Cristina Mingari; Annalisa Celotti; An­nunziata Gloghini; Ariela Beni­gni; Lucia Rivoltini; Silvana Pi­lotti; Simona Rolli; Carla Zoja; Clara Franzini-Armstrong; Da­niela Calzetti; Lucia Pozzetti; Patrizia Caraveo; Daniela Pen­de; Gabriella Sartorelli; Paola Dal Cin e Barbara Ensoli (nota per le sue ricerche sul Virus Hiv). Un piccolo esercito di me­dici, fisici e biologi in «rosa», tutte classificate meglio della neo­senatrice, che non balzeranno agli onori delle cronache parla­mentari, non incasseranno il «win for life» e delle quali non sa­premo mai se abbiano o meno votato alle primarie del Pd.