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 2013  settembre 03 Martedì calendario

ECCO LE CARTE SVIZZERE IGNORATE CHE SCAGIONANO IL LEADER PDL

Al centro della frode fisca­le attribuita a Silvio Berlusconi nel processo Mediaset, che si è concluso il mese scorso con la condanna definitiva, c’è un per­sonaggio chiave: l’americano Frank Agrama, ritenuto il «socio occulto» del leader del Pdl che, per i giudici, gonfiava i prezzi dei diritti tv a discapito di Mediaset, per spartirsi i guadagni illeciti con Berlusconi. Ma dalla Svizze­ra arriva un documento giudizia­rio, finora sconosciuto, che smonta questa tesi. Prova, infat­ti, il ruolo ufficiale e non fittizio di intermediario tra la Paramount e la televisione elvetica di Agra­ma. Il mandato della major ame­rica­na riguardava tutte le tv italiofone, compresa quella svizzera. E, come ha spiegato la difesa di Agrama nel ricorso in Cassazio­ne, una serie di Paesi: Francia, Spagna, Portogallo...
Si tratta di un atto giudiziario del 18 ottobre 2010, pubblicato da Tempi, settimanale vicino a Comunione e liberazione. «Agra­ma era conosciuto come il deten­tore esclusivo dei diritti di diffu­sione della Paramount per l’Ita­lia e per la Svizzera di lingua italia­na», spiega il responsabile finan­ze della tv elvetica Srg Ssr di Ber­na al giudice istruttore svizzero, che l’interrogava per un’inchie­sta del 2010 poi archiviata. An­che la tv ticinese, con sede a Lugano, dovette dunque rivolgersi ad Agrama per acquistare i diritti tv Paramount. Il documento ri­guarda affari degli anni ’90 fino al 2000 e per l’acquisto di film e programmi all’americano ven­nero pagati in totale 3.327.400 dollari.
«Per conto di chi Agrama ha agito come intermediario per la vendita dei diritti di diffusio­ne?»,chiede il magistrato. «A no­stra conoscenza - ribadisce l’al­tro - monsieur Agrama aveva ot­tenuto l’esclusiva dei diritti per l’Italia e la Svizzera di lingua ita­liana direttamente dalla Para­mount». E spiega perché questi diritti tv non venivano acquistati direttamente dai produttori: «In seguito ad alcune tensioni tra il diffusore pubblico Rai e Media­set, la Paramount aveva cessato per diversi anni di trattare diret­tamente con i diffusori italiofo­ni. Di conseguenza, la tv svizzera di lingua italiana ha dovuto rivol­gersi alla società Wtltd (la società di Agrama, ndr) la quale era in possesso dei diritti esclusivi».
Frasi che dimostrano come in quegli anni Mediaset e Rai non furono le uniche aziende a dover­si rivolgere ad Agrama per com­prare i diritti tv della Paramount.
«E poiché Berlusconi non ha mai controllato la televisione svizzera e non poteva certo co­stringerla a rivolgersi ad Agrama per acquisire i dirit­ti della Paramount, si deve dedurre che l’americano fosse un intermediario reale e non fittizio», conclude Tempi.
In realtà, Agra­ma vendeva rego­lar­mente film e pro­grammi in Francia, Spagna, Portogal­lo, ex-Jugoslavia, ol­tre che in Italia e in Svizzera. E i prezzi erano compa­rabili, comprendendo il profitto dell’intermediario, addirittura superiori in alcuni casi in Fran­cia. Lo spiegano nel ricorso in Cassazione i legali di Agrama. «Non conoscevamo il documen­to di Tempi­dice l’avvocato Ro­berto Pisano - che conferma il ruolo di effettivo intermediario di Agrama, da noi sempre soste­nuto. Ma abbiamo già citato co­me testimoni in nel processo connesso Mediatrade funziona­ri della tv svizzera che dovranno essere ascoltati con una rogato­ria nei prossimi mesi. In Cassa­zi­one abbiamo prodotto il docu­mento originale dell’acquisto di Agrama dei diritti Paramount e provato la vendita di film e pro­grammi in tutti gli altri Paesi di sua competenza. Come quelli di Indiana Jones al maggiore cana­le pubblico francese (che sul mercato pesa enormemente più della tv svizzera), quello concor­rente de La Cinq di Berlusconi, fallita nel ’92. Ma i giudici hanno liquidato in poche righe in nostri argomenti su questo punto, con motivazioni grossolane, illogi­che e superficiali».