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 2013  settembre 03 Martedì calendario

IL MAESTRINO SCALFARI E LA DESTRA INDECENTE

Ho letto con viva speranza il ser­mone di Eugenio Scalfari su la Repubblica che dava istruzioni per fondare un nuovo partito per la destra italiana. Finalmente qualcuno ci pen­sa, dicevo tra me, qualcuno dà una mano pietosa a quei mentecatti incol­ti del centrodestra. Inoltrandomi tra le righe della corposa omelia non tro­vavo però il libretto d’istruzioni per far nascere quel benedetto partito. Si parlava di tutto meno che di quello. Fi­no a che, in coda, ho letto la prescrizio­ne medica del dottor Scalfari. Premesso che i moderati debbono costruire una forma di rappresentanza politica fuori dal populismo e dentro la destra democratica ed europea, come ripe­tono pure le sciampiste da qualche millennio, Scalfari esorta a incoraggiare nell’impresa le cosiddette co­lombe. Ma nelle righe seguenti Scalfa­ri spiega che purtroppo in Italia una borghesia moderata non c’è, anzi in Italia non esiste una borghesia (né c’è una classe operaia). Ergo, l’impresa è impossibile per mancanza di utenti. Allora di cosa parliamo? Dall’articolo deduco che per l’esimio dottore un partito di destra in Italia non può esi­stere. La diagnosi scalfariana mi ha ri­cordato un episodio familiare. Una volta una giovane mamma si avvicinò a mio padre col suo neonato in carroz­zina. La creatura era di una bruttezza indicibile. Mio padre, che era gentile ma amava la verità, la guardò con orro­re e volendo dire una cosa carina ma non falsa, disse: «Che bella carrozzi­na». Anche per Scalfari, della destra nascitura si salverà solo il passeggino, non i passeggeri.