Annamaria Sbisà, Vanity Fair 4/9/2013, 4 settembre 2013
PIANO COL TÈ
[Raphael Gualazzi]
REALITY AND FANTASY, L’ALBUM CON LA CANZONE CON CUI HA SEDOTTO LA PLATEA dell’ultimo Festival di Sanremo, contiene il segreto di ogni suo brano, disco, di tutti i suoi concerti. Ovvero quella personalissima miscela di pianoforte e voce e arrangiamenti che hanno fatto di Raphael Gualazzi un fenomeno, di sapore e successo trasversale. Rétro persino nei modi e nel modo di vestire, un po’ più avanti e un po’ più indietro dell’attualità come ogni dandy, Gualazzi parte sempre dalle radici. Cominciamo dalla musica. Giovanissimo, si appropria della storia del blues, delle note che scorrevano sui pianoforti tra il 1910 e il 1940, e le risuona filtrandole di ragtime, ci spolvera sopra le sue parole, poesie di genere corteggiante, gestisce gli arrangiamenti con la band e – come titola l’ultimo Happy Mistake – felicemente funziona. Radici nell’abitare. Raphael nasce e cresce a Urbino, «un luogo delizioso, ma molto dislocato». Allora si trasferisce, abita Londra, «più strategica dal punto di vista pratico». Nel senso che, con una media di tre aerei a settimana, nella capitale quasi non ci sta. Ma proprio qui trova il materiale delle prossime radici di cui parlare. Né musicali né domiciliari, invece del tutto liquide, sono il suo giardino: popolato da tè e tisane da cui non si separa mai.
Il segreto di Raphael Gualazzi si nasconde tra thermos e bollitori e bustine, Londra la base dove rifornirsi della marca Whittard e del miele della Nuova Zelanda che viaggia con lui. «Stanchezza, fusi orari e aria condizionata incidevano sulla voce. Mi sono chiesto se una bevanda calda potesse aiutare, e mi sono informato». Da questo punto, preciso come un dottore svizzero, Raphael si muove con il suo Gualazzi-set: in valigia, bollitore e thermos, almeno 5 tipi di tè, tisane disintossicanti, energizzanti, curative, secondo orario. Il tè verde durante tutta la giornata, perché «stabilizza l’umore». Il caffè prima del concerto per sballare tutto, a fine performance tanto miele nel mix zenzero-limone-echinacea: «Attiva la circolazione, rivitalizza la scatola vocale, è antisettica e aumenta le difese immunitarie». Ricetta invernale sostituita in estate da più spericolati tè alla menta. Si aggiunge in coda il disintossicante finocchio e menta.
Ci si domanda se Gualazzi è altrettanto inesorabile nell’alimentazione: «In tournée si cerca di stare attenti. Quando ho cominciato, i luoghi sacri di jazz e blues erano tutt’altro che salutari». Attuale organizzazione: proteine a pranzo, carboidrati la sera per cantare-suonare-dirigere: «Siamo nove, io seguo tutto, ho bisogno di zuccheri». Raphael tende al vegetarianesimo, e vive di bio-delivery. Di più: «Quando sono a casa, vado ad acqua». Va bene essere cresciuti in una realtà genuina, ci sta che l’apice dell’intossicamento sia stata la Fantamania da bambino, ma proviamo almeno con il fumo. «Ho chiuso nel novembre 2011, nel mio tabacco hanno trovato dei diserbanti». Ci arrendiamo, al controllo totale: «Ma finché uno si ricorda il giorno, non ha davvero smesso». Vorremmo aggiungere un lato dark all’autore di testi struggenti, troppo depurato, visto così da vicino: «In effetti non ho ancora trovato l’equilibrio perfetto. Diciamo così: è bello creare le regole per trasgredirle». La risposta lascia spazio ad arrangiamenti.