Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  settembre 04 Mercoledì calendario

COME SI FA A RESISTERE?


«Questa malattia è una vera puttana, come cercare di smettere con il crack quando hai la cannuccia attaccata al corpo». Parola di Tim Robbins, coprotagonista (nei panni di Mike) di Thanks For Sharing, film in uscita negli Stati Uniti il 20 settembre (Tentazioni irresistibili, il titolo italiano, è stato presentato a Torino nel 2012) che affronta la dipendenza dal sesso, una condizione sempre più frequente per tanti uomini. Al punto che il cinema ha iniziato a occuparsene. Prima con Shame, con un Michael Fassbender lunare e fuori controllo, poi con il pornodipendente Don Jon, diretto e interpretato da Joseph Gordon-Levitt, presentato all’ultimo Sundance Festival. Ma è soprattutto il film di Stuart Blumberg (lo sceneggiatore dei Ragazzi stanno bene), che ­schiera, oltre a Tim Robbins, Mark Ruffalo e una sexy Gwyneth Paltrow, a dirci una cosa importante: pensare al sesso 15 volte ­all’ora, se si è tristi, allegri, frustrati, davanti a uno schermo o in metro, è normale. La dipendenza dal sesso non è più riservata ai Michael Douglas o ai Charlie Sheen, non è la scusa di chi si è fatto beccare come Tiger Woods. È un’epidemia sociale. La parte sommersa dell’iceberg in storie di cronaca; vedi il professore di liceo a Saluzzo, Valter Giordano, che, come racconta il figlio, era vittima del «male di vivere». E curava la disperazione con le relazioni. Oltre alle sue allieve, le amanti.

RICERCA OSSESSIVA
I TRE PROTAGONISTI MASCHILI di Tentazioni irresistibili mettono a nudo i loro comportamenti in riunioni stile alcolisti anonimi: Adam (Ruffalo) combatte da cinque anni, Mike è «sobrio» da dieci, ma non è guarito. Perché è così difficile curarsi? Lo spiega Chiara Simonelli, docente di Psicologia dello sviluppo sessuale alla Sapienza di Roma e presidente della European Federation of Sexology.
«Perché la malattia è scoperta tardi. E non è mai l’interessato a farsi avanti. Ma un parente, la moglie. Fosse per i malati, andrebbero avanti “tranquilli”. Loro non vedono perché guarire».
La statistica più recente parla di un 10 per cento d’italiani -maniaci del sesso, dato comune agli altri Paesi occidentali.
«La percezione è che il fenomeno sia in aumento. Lo vediamo dalle richieste di aiuto. I maschi sono almeno l’80 per cento dei casi».
Chi è il tipico ipersessuale?
«È la vittima di un’ossessiva ricerca del piacere. Assomiglia a chi è prigioniero del gioco d’azzardo. Per lui, l’altro non esiste più. Tanto è vero che il fenomeno che sta mutando il panorama è la pornografia su Internet. Questi malati sono dei grandi menzogneri, come i tossici. Il picco è tra i 30 e i 40 anni: padri di famiglia, professionisti, spesso con una mente paranoica, sospettosa».
Quali sono le attività preferite?
«La masturbazione, e i rapporti a pagamento. La sostanza non cambia: è la relazione con gli altri esseri umani a diventare problematica, a scatenare una ricerca del piacere scevro da ogni relazione vera».
C’è un collegamento tra dipendenza sessuale e violenza?
«È molto raro. Cresce il masochismo maschile. Se qualcuno si fa del male, è per la masturbazione estrema, con il soffocamento».
Come si cerca di curare questa malattia?
«Da noi, grazie al cielo, non esistono centri tipo alcolisti anonimi. L’approccio pragmatico non basta: oltre alla terapia psicologica, si usano antidepressivi».
Un caso recente?
«Si presenta una donna cattolica, tradizionalista, madre, sposata da 15 anni con un uomo di successo, quasi cinquantenne. Vita sessuale zero, lui a letto sempre più tardi. Viaggia per lavoro, e dice che a casa deve restare aggiornato con le mail. Dopo anni così, lei si accorge che lui passa il tempo navigando nella pornografia online: sarebbe pronta ad accettare un tradimento, ma ciò che scopre è un numero e una varietà di esperienze inimmaginabili. Il fatto che lui alla fine ammetta di essere malato è un sollievo per la moglie. Arrivare alla confessione è stata dura. Fino all’ultimo tratta la moglie come una pazza isterica, accetta di farsi curare e pagare questo “prezzo” solo perché inferiore a un divorzio. Il castello di bugie cade quando vede una motivazione per mettersi di nuovo in gioco in un rapporto: impegnarsi in una relazione vera è molto faticoso».

ORGIA PERPETUA
DA NOI LE SIRENE dell’orgia perpetua, attraverso YouPorn o RedTube, grazie ad applicazioni che trovano un partner erotico vicino a te, sono sempre in azione. Dopo il pioniere Grindr, app dedicata ai gay per avventure al volo, sono arrivati Bang With Friends e Tinder: ­altri acceleratori d’incontri. È appena nato Pure, app che non richiede nemmeno il profilo, o di scambiare due parole, prima di passare ai fatti. Una ti piace? Diglielo. Lei ha due possibilità. Rispondere: Yes. O: No Way. Il sito ha un manifesto: «Il nostro credo è che nessuno debba essere ogni cosa per un’altra persona».
Ogni caso è diverso. Franco, poco più di quarant’anni, è sposato, con la moglie vive una discreta intesa sessuale, ha un buon lavoro e parla quattro lingue. «Da anni la mia vita è letteralmente dedicata alla masturbazione. Sto lasciando ogni altro interesse. Il lavoro, non è colpa mia, va a rotoli e io non me ne occupo. Come se cercassi una via d’uscita dalla realtà. Forse è il peso di accorgermi che non sto facendo la vita che voglio. Non sapere come dirlo a chi mi sta vicino». Ecco un’altra confessione, tratta dal saggio Les sex addicts, dello psicoanalista parigino Jean-Benoît Dumonteix. Parla Céline, mamma di due figli. Insoddisfatta del marito, a 48 anni scopre il piacere con un amante. Dalla scoperta dell’orgasmo passa alla dipendenza. «Non riuscivo a fare a meno del sesso, avevo bisogno della mia dose, di fare l’amore con il primo venuto». Dopo «aver impilato un corpo sull’altro per dimenticare il precedente», crolla, ma è solo il marito, dopo dieci anni, a farle capire la sua condizione.
Un mondo triste. Ma è il nostro, a quanto pare. Ci sarà però una via di mezzo, tra il concetto di tentazione della polacca Ania Lisewska, che punta al Guinness andando a letto con 100 mila partner, e quello della generosa signora che alimenta il blog Tentazioni irresistibili, proprio come il film, con delicate ricette, ultima della serie: «Torta rustica con le albicocche. È arrivato il tempo delle albicocche, un frutto a mio parere delizioso, che mangerei di continuo...».