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 2013  settembre 04 Mercoledì calendario

EVIRAZIONI, TRAPIANTI E INCESTI, RISATE PER GLI ECCESSI DI KIM KI-DUK

Tragica avventura coreana del pene, vittima più o meno innocente della gelosia femminile e della famosa freudiana invidia, però maschile. Trattasi di Moebius,
fuori concorso, di quel Kim Ki-duk che l’anno scorso ci ipnotizzò con la mamma vendicativa di Pietà e si prese il Leone d’Oro. Ovviamente nessuno scandalo ma peggio, molte risate in sala perché alla fine il troppo è troppo, soprattutto quando ne vedi uno tagliato e buttato in strada, con i camion che gli passano sopra e chi è rimasto senza cerca invano di riprenderselo. Dunque:
un marito cornifica la moglie che afferra un largo coltello per mozzarglielo ma non riuscendoci, presa da odio generalizzato per quell’appendice maschile, si vendica sul primo che trova, che purtroppo è quello del bel figlio adolescente: e se lo mangia. Il padre disperato vuole espiare, prima cerca di spararsi nelle mutande, poi si fa evirare dal chirurgo e mettere il suo gioiello in formalina per eventuale pietoso trapianto al giovinetto menomato. Ricerche scoraggianti su Internet: no, il trapianto per ora è impossibile persino in Germania, però se uno proprio ci tiene all’orgasmo, sappia che fregando la pelle con la pietra pomice sino a farla sanguinare, qualcosina si ottiene. Prova del nove per il ragazzino con l’ex ragazza del papà, nel frattempo stuprata da tre giovinastri in un bar; roteando un coltello conficcato nella di lui schiena, riesce ad ottenere lo stesso simpatico risultato di una magistrale masturbazione. Si trova un chirurgo che tenta il trapianto, ma neppure un film molto porno riesce a vivacizzare il trapiantato. Finalmente la moglie torna, e si butta avida sul marito che però non ha più lo strumento
necessario per farla contenta, avendolo inutilmente donato al figlio. Ma basta la presenza della mamma per risvegliarlo. Ennesimo film, completamente muto salvo grugniti, sulla famiglia, in cui secondo il regista, «dominano il desiderio e i genitali », ricorda nella sua dissennatezza la nostra compagnia dei Legnanesi naturalmente divertenti ma castissimi. La censura coreana ha osato chiedere all’autore un taglio di 3 minuti, da lui definito «politico» di tre minuti, mentre poteva anche chiederlo di 50! Kin Ki-duk ha domandato a un gruppo di giornalisti italiani, «ma secondo voi ci sono scene di incesto?». Tutti a negare gentili, chissà come si dice quando una mamma massaggia sotto le coperte il sesso del figlio?