Francesco Grignetti, La Stampa 4/9/2013, 4 settembre 2013
IL MINISTRO CANCELLIERI “DETENUTI IN CELLA NON PIÙ DI OTTO ORE”
Il sovraffollamento delle carceri è un problema che angoscia il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri. Da qualche mese, da quando è divenuta Guardasigilli, il ministro ha cominciato a frequentare le carceri. Tanto più che ha trovato un’eredità terribile: entro maggio deve dare una risposta credibile alla Commissione europea sul trattamento dei detenuti e dimostrare che l’Italia è tornata sui binari della civiltà, evitando una maximulta già pronta. Ma la Cancellieri, dal palco della Festa nazionale del Pd di Genova, appare ottimista. «Entro il prossimo maggio spero di convincere l’Europa con un pacchetto di misure molto concrete». Qualcosina è già stato fatto.
Un decreto definito «sfollacarceri» è entrato in vigore alla fine di giugno. Risultati: in un mese, gli ingressi in carcere sono diminuiti del 40%. Se mediamente, fino a giugno, erano 750 persone al mese varcavano la soglia del carcere, a luglio sono stati 400. Un piccolo grande segnale. «Si può intervenire - dice anche con misure amministrative. Ho appena firmato una circolare che chiama direttori dei carceri e provveditori regionali al rispetto rigoroso del regolamento carcerario. Faccio un solo esempio: il detenuto deve stare in cella 8 ore, non 20-22 come accade oggi troppo spesso e in troppi istituti. Il regolamento carcerario è buono, solo che non è applicato in tanti casi».
Nella circolare del ministro c’è un altro capitoletto che può sembrare secondario, ma non è affatto così. «Ho disposto che le finestre devono rispettare il regolamento. Ovvero che il sole deve entrare. Non è sempre così. Ma sole e luce non sono mica un piacere che facciamo ai detenuti. E’ un loro diritto».
La Cancellieri, nelle sue prime ispezioni, ha scoperto con imbarazzo che c’è un altra norma che viene spesso dimenticata: il diritto dei detenuti di incontrare i familiari senza il vetro divisorio. Che invece spesso è lì a impedire ogni contatto umano. Un divieto di carezza che ci riporta a dimensioni borboniche. Ma tant’è. Queste sono le carceri italiane.
Ore di cella e ore d’aria, finestre, metri quadri pro-capite in cella, lavoro in carcere (che era divenuto impossibile per mancanza di soldi sul capitolo di spesa), spazi per le mense comuni (troppo spesso il detenuto mangia in cella): il carcere secondo Annamaria Cancellieri potrebbe migliorare innanzitutto attraverso i piccoli passi. E si consideri che l’Europa ci ha messi in mora, ed è pronta a sanzionarci, proprio perché è clamorosa l’inapplicazione del regolamento carcerario.
C’è poi il problema dei posti che sono drammaticamente pochi: a fronte di 43mila posti regolamentari, in carcere ci sono 66mila detenuti. Da anni va avanti un Piano carceri. Dice il ministro: «Sono in preparazione 10mila nuovi posti, la metà dei quali sarà ultimato tra pochi mesi. In Europa andremo con fatti concreti».
Sono attesi poi una provvedimento di legge sulla depenalizzazione dei reati minori, l’approvazione in Parlamento del ddl sulla messa alla prova e di quello sulle misure alternative. Questo il pacchetto Cancellieri su cui converge pienamente anche Donatella Ferranti, Pd, la presidente della commissione Giustizia della Camera. Il Pd, però, con Danilo Leva, responsabile Giustizia, è pronto anche a una battaglia poco popolare: l’abolizione dell’ergastolo. «Se crediamo davvero alla finalità rieducativa del carcere - dice - , l’ergastolo è una contraddizione. E non mi si venga a dire che il carcere a vita è un deterrente contro la mafia». L’abolizione dell’ergastolo è uno dei referendum radicali. «Ma questi sono temi su cui non si può dire: sì o no. La nostra proposta è in Parlamento. Se il Pdl è d’accordo, confrontiamoci. Noi siamo pronti».