Aldo Baquis, La Stampa 4/9/2013, 4 settembre 2013
MISSILE DI ISRAELE SPAVENTA IL MONDO
Momenti di grande apprensione si sono vissuti ieri -mentre la tensione fra Siria e Stati Uniti resta alle stelle quando una stazione radar russa, quella di Armavir sul Mar Nero, ha rilevato il lancio di due missili dal Mediterraneo, verso est.
Non è passato molto tempo fin quando le agenzie di stampa russe sono state in grado di dare il cessato allarme: i missili si erano inabissati in mare, senza causare danni. Ma sulla loro origine restava il mistero.
Ad accrescere la confusione sono giunte dichiarazioni di una fonte militare in Israele, che si diceva all’oscuro dell’evento. Solo dopo due ore di fibrillazioni regionali dal ministero della Difesa israeliano è giunto un molto atteso comunicato di chiarimento. Nel contesto di un test del sistema di difesa aerea israelo-statunitense Arrow, spiegava il ministero, era stato lanciato un missile Sparrow (Passero, o Ankor in ebraico). In termini vaghi veniva precisato che il test si era svolto «nel Mediterraneo e in una base dell’aviazione nell’Israele centrale». In seguito si è appreso che era stato lanciato dal Mediterraneo verso est.
Il lancio, assicurano in Israele, era molto complesso: era stato programmato da tempo, quasi da un anno. Tuttavia pare aver avuto per Israele un valore aggiunto perché ha consentito di toccare con mano la qualità e la rapidità della copertura del Mediterraneo orientale e dell’area siriana da parte dei radar russi: che per primi hanno divulgato al mondo la notizia del lancio, una manciata di secondi dopo che era avvenuto.
«Stiamo costruendo attorno a noi un Muro di ferro» ha annunciato ieri Benyamin Netanyahu riferendosi alle sempre più sofisticate difese aeree del proprio Paese e ricorrendo ad un termine coniato cento anni fa da uno degli ideologi del nazionalismo sionista, Vladimir Jabotinsky. Il programma Muraglia («Homa», in ebraico) si basa sulle batterie dei missili anti-missili Arrow, il cui compito è di intercettare ad alta quota missili balistici analoghi agli Scud siriani e agli Shihab-3 iraniani.
Per queste simulazioni Israele ricorre appunto agli Sparrow (azzurri, argentati o neri) che di norma vengono installati su aerei da combattimento F-15. Arrivati a una quota di 60 mila piedi, gli Sparrow sono lanciati fino ad uscire dall’atmosfera. Quando poi ricadono verso terra, il loro volo è simile a quello dei missili balistici. Gli Sparrow messi a punto da Israele cercano di confondere le difese nemiche: cambiano traiettoria e a un certo punto si spaccano in più parti. Da qui le informazioni russe relative ai «due missili» identificati in volo.
Secondo il ministero israeliano della Difesa, il radar Pino Magnifico e le batterie Arrow hanno ricevuto in tempo reale tutte le informazioni necessarie e hanno reagito come i loro ideatori si aspettavano. «Un chiaro successo», ha esclamato il ministro della Difesa Moshe Yaalon. E Netanyahu ha aggiunto: «I nostri nemici comprendono ancora meglio che per loro è preferibile non provare ad attaccarci».