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 2013  settembre 03 Martedì calendario

QUANTO COSTA UN CONTO CORRENTE: 103 EURO —

Cala il costo del conto corrente: nel 2012 è sceso di 4,1 euro rispetto al 2011 e di 6,7 euro rispetto al 2010. Lo dice la Banca d’Italia nella sua indagine annuale condotta presso 639 sportelli di 200 banche. In cifre i correntisti italiani hanno speso nella media 103,8 euro contro i 107,9 euro pagati nel 2011 e i 110,5 del 2010. I risparmi, secondo le analisi della Vigilanza, derivano soprattutto dalla diminuzione delle spese fisse (calate di 3,1 euro, pari al 4,9% in meno) dei canoni annuali, tanto per intendersi, richiesti per l’apertura del conto e per il rinnovo di bancomat e carte di credito. Quanto alle spese variabili, è diminuito il numero delle operazioni ma il loro costo unitario è in salita, mentre sono più contenute le spese per gli sforamenti e il «rosso» dei conti.
In particolare il numero medio di operazioni è passato da 132,7 a 132,4 unità mentre il costo medio unitario, al netto degli oneri sugli affidamenti e gli scoperti di conto, è cresciuto del 20%: da 1,5 a 1,8 euro.
Dall’indagine emerge poi come un terzo dei conti sia più caro della media solo perché non adeguato al profilo di operatività del titolare, che dovrebbe dunque cambiarlo per scegliere una tipologia di conto più corrispondente alle proprie esigenze. Non per nulla i conti più salati risultano essere i più vecchi, quelli aperti da più di dieci anni e mai cambiati approfittando delle offerte commerciali più favorevoli. In particolare per i conti correnti aperti da uno e due anni la spesa al netto degli utilizzi a debito è stata pari rispettivamente a 64,1 e 70 euro, inferiore di 24,8 e 18,9 euro alla media; la spesa cresce con l’aumentare dell’anzianità del conto fino a raggiungere l’importo di 101,9 euro — 13 in più della media — per i conti con almeno dieci anni di anzianità.
Un altro dato interessante che emerge dall’indagine di Bankitalia è il crescente ricorso alle operazioni on line, in qualche modo incentivato dalle stesse banche che gravano con più oneri le operazioni allo sportello per scoraggiarle. Il prelievo del contante per esempio e più ancora i bonifici. Prendendo in esame solo questi ultimi nel 2010 la proporzione fra transazioni allo sportello e online era pari a 1,2. Lo stesso importo si è ridotto a 0,8 nel 2012, con una prevalenza quindi dei bonifici in rete; la commissione pagata presso lo sportello a fine 2010 era in media pari a tre volte quella on line ; nel 2012 è diventata pari a 3,6 volte. Più in generale nel 2010 si stima che, a fronte di un’operazione telematica, erano effettuate 1,7 operazioni allo sportello; nel 2012 questa proporzione è scesa a 1,4.
Infine gli scoperti di conto corrente: a partire da ottobre 2012 sono entrate pienamente a regime le nuove disposizioni sulla remunerazione degli affidamenti e degli sconfinamenti ed è stata definitivamente vietata la commissione di massimo scoperto; gli oneri corrisposti in caso di affidamenti e di scoperti di conto sono pari a 14,7 euro, in diminuzione di 2,7 euro rispetto al 2011. Ma, dice Bankitalia, bisogna vedere meglio l’andamento dei tassi di interesse applicati.
L’Istituto esamina anche i conti postali che sono molto più basic ma decisamente meno costosi dei bancari con 56,5 euro — in calo di tre euro rispetto al 2011 — di spesa annua. Tra le spese fisse spicca solo il più alto (quasi il doppio) canone del bancomat.
Stefania Tamburello