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 2013  settembre 03 Martedì calendario

MPS, A MANSI IL RILANCIO DELLA FONDAZIONE

La svolta è agli atti. Sarà per la prima volta una donna, nel Dna il piglio dell’imprenditore già sperimentato sul campo nell’azienda chimica di famiglia (la Nuova Solmine), a guidare il nuovo corso della Fondazione Mps. Perchè ad Antonella Mansi, 39 anni, già presidente di Confindustria Toscana, «orgogliosa e determinata» come lei stessa si definisce a pochi minuti dalla nomina ufficiale è affidato un compito non facile: raccogliere le sorti di un ente su cui pesano 350 milioni di debiti con un portafoglio fatto praticamente solo di azioni Mps (pari al 33,5% del capitale) che per il momento non produrranno dividendi. Senza contare che le sorti delle azioni in questione sono appesa di fatto al via libera dell’Ue al piano di rilancio (con tanto di Monti bond), ma anche che non sarà facile trovare il nuovo socio dell’istituto senese necessario per accompagnare la diluizione della stessa Fondazione. Non è poco, infatti, il pacchetto rotondo di titoli (tra il 12% e il 15%) per far tornare i conti in bilancio a Palazzo Sansedoni, che dopo anni d’oro in cui le erogazioni hanno superato i 200 milioni, ora si trova a destinare briciole (meno del 3%) alle cause filantropiche.
LA MISSIONE

Si vedrà. Intanto, non è l’unica novità emersa ieri dal voto di tredici componenti su 14 (si è astenuto Alessandro Grifoni, contrariamente alle dichiarazioni che parlano di un voto all’unanimità) della Deputazione generale arrivato dopo circa due ore e mezzo di confronto. A fare ingresso nella Deputazione amministratrice sono anche: Camilla Dei, vice presidente di Confindustria Siena e consigliere della Camera di Commercio di Siena, Flavia Galletti, in campo per la Swesspkd onlus, Giorgio Olivato, per anni in Mps e Alessandro Carretta, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari nell’Università Tor Vergata. Mentre nel collegio dei sindaci entrano Luigi Borrè, Marco Grazzini e Filippo Mascia. «Sono consapevole che siamo di fronte ad un percorso complicato», ha detto nel frattempo, Mansi, «Verificheremo i numeri ma sono fiduciosa che si possa fare un buon lavoro».
Anche le reazioni positive, arrivate dal Pd ma anche dal Pdl, alla scelta fatta per Palazzo Sansedoni fanno pensare che il nuovo presidente abbia tutte le carte per incarnare «il cambiamento» a Siena. Lo stesso sindaco, Bruno Valentini, che fino all’ultimo ha sostenuto la candidatura dell’ex garante della Privacy, Francesco Maria Pizzetti, aveva messo le mani avanti, domenica su Facebook, alla vigilia della riunione della Deputazione generale. «La nuova deputazione amministratrice che si sta delineando», aveva scritto, «sarà il frutto del senso di responsabilità della comunità senese che sta ritrovando unità optando per la competenza e l’indipendenza». Ecco perchè. «non mi sento sconfitto».
Intanto, il giorno del cambio della guardia, è l’occasione per il presidente uscente della Fondazione, Gabriello Mancini, «Lascio con la coscienza tranquilla», dice subito Mancini rispedendo al mittente le accuse di chi parla di azione di responsabilità. Ma dopo sette anni al vertice qualche sassolino dalla scarpa, il presidente uscente vuole toglierselo: «Nel rapporto con gli enti nominanti la fondazione Mps è stata trattata come una municipalizzata. Ma noi non lo siamo. E non siamo nemmeno burattini, ma persone di mondo che conosciamo la realtà e ci siamo attenuti a indirizzi e documenti vincolanti», precisa riferendosi all’acquisizione di Banca Antonveneta, nel 2008.
Roberta Amoruso