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 2013  agosto 31 Sabato calendario

COSÌ L’AIDS HA SALVATO L’AMORE

È una storia d’amore che conoscete già. Un prode cavaliere scorge una gentil pulzella alla lontana finestra di un castello minaccioso. I loro sguardi si incrociano, separati dalle brume della brughiera riarsa. Chimica istantanea. E così il bravo cavaliere va dritto sparato al castello, brandendo la lancia. Può sopraggiungere al galoppo e rapire la gentil pulzella? Macché. Deve prima superare il drago. Giusto? C’è sempre un odiosissimo drago a guardia del castello e, se rapimento dev’esserci, il cavaliere deve sempre affrontare e uccidere il drago. Com’è, come non è, al pari di ogni fido cavaliere al soldo della passione, il cavaliere combatte il drago, tutto per amore della gentil pulzella. “Gentil pulzella” significa “vergine piacente”, a proposito. Perciò c’è poco da fare gli ingenui: sappiamo per che cosa si batte il cavaliere. State pur certi che dopo aver scannato il drago non si accontenterà di un: “Mio eroe” ansimato dalla pulzella. Anzi, conoscendo l’andazzo, il baldo cavaliere mette vita e lancia a repentaglio contro il drago non per “salvare” la vergine piacente ma per “conquistarla”. E ogni cavaliere, di ogni epoca, sa dirvi cosa significa in questo caso “conquistare”.
Alcuni dei miei amici cavallereschi considerano lo spettro dell’Aids eterosessuale niente meno che un Armageddon sessuale – una violenta conclusione della spensierata carnalcopia degli ultimi tre decenni. Altri, severi ma più ottimisti, considerano l’Hiv come una specie di prova per la tempra sessuale della nostra generazione; questi adesso elogiano il loro spensierato scopazzare come una specie di azzardo medico a conferma di un indomabile spirito erotico. Cito, a mo’ di esempio, la recente lettera sull’Aids di un amico ottimista: «… Così ora la natura ha inventato un altro intralcio alle relazioni umane, eppure l’impulso romantico vive. Sfida tutti gli sforzi – umani, morali e virali – a estinguerlo. E questo è meraviglioso. Anzi, è possibile che la volontà umana di scopare, che sussiste nonostante tutti gli intralci, serva da stimolo. Vinceremo, per così dire».
Sentimenti sprezzanti, ecc. Ma non posso fare a meno di pensare che alcuni cavalieri odierni comunque sottovalutino e i pericoli e i vantaggi dell’Aids. Non si rendono conto che l’Hiv potrebbe benissimo essere la salvezza della sessualità negli anni Novanta. Non se ne rendono conto, secondo me, perché sono portati a fraintendere l’eterna storia di cosa sia davvero la passione erotica.
L’erotico continuerà a esistere “nonostante gli intralci”? Torniamo al cavaliere e alla gentil pulzella che si scambiano sguardi lascivi. Ed ecco sopraggiungere al castello il cavaliere, al galoppo, la mastodontica lancia in resta. Immaginate però che stavolta non ci sia nessun pericolo, nessun drago da temere, affrontare, combattere, scannare. Immaginate che la caccia alla pulzella non incontri ostacoli: non c’è drago; il castello non è sprangato; il ponte levatoio si abbassa addirittura automaticamente, come la porta di un garage nei quartieri residenziali. Ed ecco all’interno la gentil pulzella, che sfoggia un pagliaccetto di Victoria’s Secret e gli fa segno col dito di avvicinarsi. Sono l’unico a scorgere un’ombra di delusione sul viso del cavaliere, un leggero, imprevisto afflosciarsi della lancia? Questa versione della storia ha qualcosa dell’intensità erotica, passionale dell’altra?
«La volontà umana di scopare?». Ogni animale è capace di scopare. Ma solo gli umani sanno cos’è la passione sessuale, tutt’altra cosa rispetto all’impulso biologico di accoppiarsi. E la passione sessuale ha resistito per millenni come forza psichica vitale nell’esistenza umana – non nonostante gli intralci ma grazie a loro. Il semplice vecchio coito diventa eroticamente intenso e spiritualmente potente proprio laddove intralci, conflitti, tabù e conseguenze lo rendono a doppio taglio – il sesso importante è sia vittoria sia resa, trascendenza e trasgressione, trionfante, terribile, estatico e triste. Tartarughe e moscerini sono capaci di accoppiarsi ma solo la volontà umana sa sfidare, trasgredire, vincere, amare: scegliere.
Storicamente parlando, natura e cultura sono state ingegnose nell’erigere intralci che danno alla scelta della passione un prezzo e un valore: proscrizioni religiose; punizioni per adulterio e divorzio; castità cavalleresca e decoro cortese; lo stigma della nascita illegittima; la sorveglianza; i complessi da madonna/ puttana; la sifilide; gli aborti clandestini; una serie di codici “morali” che mettono la sensualità alla stregua dei tabú di defecazione e apostasia… dal terrore vittoriano per il corpo alla regola che imponeva un-piede-sempre-per-terra agli albori televisivi; dalla rovina automatica della donna “perduta” alle baruffe sui sedili posteriori delle auto dove le ragazze lottavano per restare rispettabili negando ai fidanzati ciò che quelli imploravano. Certo, visti dalla prospettiva del 1996 i vecchi draghi sessuali sembrano quasi tutti stupidi e crudeli. Ma dobbiamo renderci conto che avevano un grosso elemento a favore: finché regnavano loro, il sesso non era spensierato, non sempre. Storicamente, la sessualità umana è stata una faccenda serissima – e quanto più feroci i suoi draghi, tanto più serio diventa il sesso; e quanto più alto il prezzo della scelta, tanto più alto il voltaggio erotico a circondare le singole scelte.
David Foster Wallace

IL SESSO E IL DRAGO –
Per comprendere la lucidità lancinante del suo sguardo sul mondo, i saggi di David Foster Wallace sono rivelatori quanto la narrativa. In occasione del quinto anniversario della sua scomparsa Einaudi Stile Libero pubblica la raccolta Di carne e di nulla, che nel titolo originale Both flesh and not suggerisce qualcosa di trascendente piuttosto che un possibile approdo nichilista. Come sempre Wallace rivela una profondità raggiunta grazie alla leggerezza: dopo aver stilato una lista di film prediletti insieme a Gus van Sant, analizza la grandezza di Cormac McCarthy, in grado di usare «il linguaggio della Bibbia di Re Giacomo» ed ottenere «un risultato bellissimo che non ha nulla di manierato né di gratuito». Poi dichiara che Meridiano di sangue è il «western che mette fine a tutti i western », e spiega che il fascino di Suttree è nella «prosa più densa e lapidaria che si possa immaginare, su personaggi che sono al livello di idioti funzionali e bevono whisky schifoso».
Tra le perle di questo libro c’è la recensione di una biografia di Borges in cui spiega che «le biografie letterarie sono segnate da un infelice paradosso: la maggioranza dei lettori sarà composta da ammiratori dell’opera dello scrittore». Nel caso specifico, l’ammirazione è anche del recensore: in una nota a piè di pagina importante quanto il testo ricorda Pierre Menard, autore del Don Chisciotte, e Borges e io con cui lo scrittore «anticipa e confuta l’idea di biografia letteraria», concludendo che «la sua narrativa è sempre vari passi avanti rispetto ai suoi interpreti». Come ogni libro di Wallace, i temi sono vari e inaspettati, dagli effetti speciali di Terminator all’amore nell’era dell’Aids (una parte di questo testo è pubblicato qui sotto), e un’ironia asciutta e luminosa sembra l’unico sollievo rispetto al male oscuro dell’esistenza. I suoi scritti sono stati un costante interrogativo senza risposta, con cui si chiedeva se il dolore di vivere prevalesse su un’esistenza così meravigliosa da regalarci le opere di Kafka e il rovescio di Federer. Nel passaggio più tormentato di questa raccolta scrive «È spaventoso. Perché a me sembra cristallino che, se dimentichiamo come morire, finiremo col dimenticare come vivere».
Antonio Monda