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 2013  settembre 01 Domenica calendario

RAMOS, 80 ANNI, IL RE DEL DOPING DELLA TERZA ETA’

Sollevatore di pesi si dopa e viene squalificato per due anni. Tutto tristemente regolare, niente di nuovo sotto il sole dello sport. O quasi: l’atleta in questione, lo statunitense Don Ramos, ha 80 anni. Un’età da passeggiata, o da jogging al massimo: macché, lui preferisce sollevare pesi, 80 chili di strappo, 100 chili di slancio, e lo fa anche per vincere, per battere quelli che potrebbero essere i suoi nipoti. Il 14 giugno scorso ai campionati Panamericani Masters aveva cercato di migliorare il suo primato mondiale di categoria ma la sua performance aveva insospettito l’Usada, l’agenzia antidoping che si occupa degli atleti professionisti americani. «Assunzione di steroidi anabolizzanti di origine esogena», il risultato delle analisi, in una parola: doping.
Don Ramos ha ammesso la sua colpa e ha accettato due anni di squalifica: potrà riprendere ad alzare pesi nell’estate 2015, quando avrà 82 anni suonati e forse un po’ meno voglia di salire in pedana: o forse no a giudicare dalla sua determinazione e dal suo fisico avvolto da un’imbarazzante tutina rossa aderente. L’Usada, che ha già parecchio da fare con gli atleti veri, da tempo deve «perdere tempo» anche con dilettanti, più o meno attempati, a cui non basta restare in forma ma che vogliono strafare e strabiliare.
Negli ultimi due anni, l’antidoping americano ha smascherato nove amatori «bombati», tra cui un cinquantenne e tre sessantenni. Don Ramos, in attesa di battere il record del sollevamento per centenari, ha incenerito quello della squalifica per anzianità. Proprio lui che è nato e vive a Colorado Springs, sede dell’Usada. Una provocazione che gli è costata cara. Ma questo Don Ramos, una sorta di attempato sergente Hartman di Full Metal Jacket, da decenni si pavoneggia con i suoi record sconcertanti, raggiunti evidentemente con l’«aiutino», pur sbandierando la purezza e la perfezione del gesto tecnico. Come quando aveva avviato un fitto carteggio con il coach Harvey Newton, autore storico di manuali sul sollevamento pesi. «Ho notato che pochissimi allenatori — gli scrive stizzito Ramos — insegnano ai sollevatori la posizione giusta del corpo e delle gambe rispetto all’attrezzo. Io ho allenato una ragazza per sette settimane e ho cambiato molto della sua tecnica», nella speranza che non le abbia suggerito anche le scorciatoie.
In Italia aveva fatto scalpore uno studio della Commissione per il controllo sul doping che aveva accertato il 12,8% di dopati tra i giocatori di bocce (ma con un campione esiguo), con la condanna di una 62enne genovese positiva in occasione del campionato italiano. Le sostanze proibite però erano due diuretici: difficile a questi livelli capire il confine tra aiutino per la pipì o per la prestazione sportiva.
Federico Pistone