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 2013  agosto 31 Sabato calendario

IL SEGRETARIO DI STATO NON SARA’ PIU’ UN CONTROPOTERE —

Nulla sarà più come prima. Con il cardinale Tarcisio Bertone va in pensione la figura del Segretario di Stato vaticano come la si è conosciuta nell’ultimo mezzo secolo. Resterà un ruolo altrettanto delicato ma meno egemone in una Curia destinata a cambiare struttura. «Ci sono cose che servivano nel secolo scorso, che servivano per altre epoche, per altri punti di vista, che ora non servono più e che bisogna riadattare», diceva Francesco alla tv Rede Globo durante la Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro. L’essenziale era stato stabilito nel 1967, con la grande riforma curiale di Paolo VI nella Costituzione Regimini Ecclesiae Universae. Monsignor Marcello Semeraro, segretario del gruppo cardinalizio incaricato dal Papa di «consigliarlo» nel governo della Chiesa e lavorare alla riforma della «governance» vaticana, spiegava che l’esperienza di Montini come Sostituto nella Terza loggia lo aveva convinto a «porre la Segreteria di Stato sopra tutto e farne il trait-d’union tra il Papa e i dicasteri». È il modello che ha finito per mostrare la corda. Già nelle riunioni pre conclave i cardinali chiedevano si tornasse a un rapporto più diretto fra capi dicastero e Papa, lamentando fossero saltate anche le «udienze di tabella». Una Curia più collegiale, maggiore autonomia dei porporati che guidano i «ministeri» vaticani, accesso al Pontefice. Del resto, anche fuori della Curia il problema era analogo. Il cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga, presidente del «gruppo», ha spiegato al Corriere che a Roma «c’era come un imbuto» e che il consiglio degli otto cardinali è nato anche per fornire al Papa «un’informazione diversa rispetto a quella che arriva attraverso la segreteria di Stato». I cardinali stanno raccogliendo proposte dei cinque continenti. Sul tavolo c’è anche la bozza di riforma del cardinale giurista Francesco Coccopalmerio, che prevede la nascita di un «Moderator Curiae Romanae», sorta di direttore generale che si occuperebbe del funzionamento della Curia con il Segretario di Stato più rivolto all’esterno, «si occupa dei problemi della Chiesa universale a fianco del Pontefice». Il gruppo discuterà i progetti con Francesco l’1, 2 e 3 ottobre. «Nelle riunioni dei cardinali prima del conclave se ne è parlato molto chiaramente, sono state fatte proposte molto chiare e concrete. Seguiremo questa linea». Anche se il Papa avvertiva: «Non credo che ne uscirà qualcosa di definitivo, perché la riforma della Curia è molto seria. Vedo le proposte: se sono proposte molto serie, vanno maturate. Calcolo che dovremo fare altre due o tre riunioni prima che ci sia qualche riforma. Del resto Ecclesia semper reformanda, "La Chiesa sempre si deve riformare". Altrimenti resta indietro».
Gian Guido Vecchi