1 settembre 2013
Paola Labriola, 53 anni. Psichiatra di Bari, sposata, madre di due gemelli di 12 anni, bella donna, «solare e gentile», lavorava in un Centro di igiene mentale dove tutti la stimavano e le volevano bene
Paola Labriola, 53 anni. Psichiatra di Bari, sposata, madre di due gemelli di 12 anni, bella donna, «solare e gentile», lavorava in un Centro di igiene mentale dove tutti la stimavano e le volevano bene. Tra i pazienti aveva un Vincenzo Poliseno di anni 44, tossico e alcolista, che l’altro giorno, dopo aver vagato tutta la mattina chiedendo invano a chi gli capitava a tiro i soldi per bucarsi, entrò nella stanza della Labriola e chiese il denaro pure a lei. La dottoressa gli disse di no e allora il Poliseno, tirato fuori dalla tasca un vecchio coltello da cucina, le infilò la lama di dodici centimetri una quarantina di volte nella schiena. Quindi, portato in questura, ai poliziotti farfugliò: «Non mi sono reso conto di nulla». Intorno alle 9,30 di mercoledì 4 settembre in un Centro di salute mentale in via Tenente Casale 19, nel cuore del centrale quartiere Libertà, a Bari.