1 settembre 2013
Alessandro Valenti, 28 anni. Siciliano di Gela, sposato e padre di una bambina di 3 anni, un lavoro nel panificio del suocero, «bravisismo ragazzo, gran lavoratore», da anni non parlava, per faccende di soldi, col fratello Vincenzo, 45 anni, operaio saltuario in ditte metalmeccaniche, tipo violento che una volta aveva preso le sorelle, di cui era molto geloso, a colpi di zappa
Alessandro Valenti, 28 anni. Siciliano di Gela, sposato e padre di una bambina di 3 anni, un lavoro nel panificio del suocero, «bravisismo ragazzo, gran lavoratore», da anni non parlava, per faccende di soldi, col fratello Vincenzo, 45 anni, operaio saltuario in ditte metalmeccaniche, tipo violento che una volta aveva preso le sorelle, di cui era molto geloso, a colpi di zappa. L’altro giorno i due, a bordo delle loro auto, si incontrarono in mezzo alla strada e presero a insultarsi dai finestrini, poi scesero dalle macchine e cominciarono a fare a pugni finché il Valenti Vincenzo, afferrato un cacciavite che teneva nel cruscotto, lo conficcò nella gola del fratello. Quindi, le mani zuppe di sangue, restò immobile ad aspettare che arrivassero i carabinieri. Verso l’una di domenica 1 settembre in via Benedetto Bonanno, perpendicolare di via Nicolò Minardi, nel quartiere San Giacomo a Gela (Caltanissetta).