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 2013  agosto 31 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - OBAMA E L’ATTACCO ALLA SIRIA


REPUBBLICA.IT
DAMASCO - "L’attacco del governo siriano con armi chimiche è stato un assalto alla dignità umana". "Gli Stati Uniti devono intervenire contro il regime di Assad", ha detto Barack Obama parlando dell’attacco alla Siria dalla Casa Bianca. "Sono pronto a dare l’ordine per intervenire", ha aggiunto il presidente Usa, ricordando le oltre mille vittime, tra cui centinaia di bambini. "Cercherò l’autorizzazione per intervenire dai rappresentanti dei cittadini americani al Congresso. Il dibattito ci deve essere perché la decisione è troppo importante. Siamo pronti ad andare avanti come un’unica nazione", ha aggiunto. "L’attacco Usa alla Siria potrebbe essere domani, fra una settimana o un mese e sarà limitato nella portata", ha concluso il presidente degli Stati Uniti.
"Prove contro il regime". Il Congresso si riunirà solo il 9 settembre e fino a quella data il presidente aspetterà. Il discorso di Obama è arrivato con un ritardo di mezz’ora, forse per una telefonata nello studio Ovale, una conversazione a cui era presente anche il vice Joe Biden. "Comprendo e sostengo la posizione di Barack Obama sulla Siria", ha commentato il premier britannico David Cameron su Twitter, dopo il discorso alla Casa Bianca.
Dopo il primo annuncio da parte del presidente Usa delle "prove" contro il regime di Bashar al Assad, gli Stati Uniti lavorano a un intervento militare mentre l’Onu cerca di dare una risposta definitiva sull’uso delle armi chimiche da parte del regime di Bashar al Assad.
Italia: "Senza Onu non partecipiamo". L’Italia intanto punta sull’opzione diplomatica e annuncia che parteciperà solo in presenza dell’Onu. "Comprendiamo l’iniziativa di Stati Uniti e Francia, alla quale però, senza le Nazioni Unite, non possiamo partecipare", ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta. "La settimana prossima a San Pietroburgo faremo di tutto perché si trovi una soluzione politica", ha aggiunto. "Sono momenti difficili per la comunità internazionale. L’opinione pubblica italiana è stata drammaticamente turbata dalle immagini delle vittime dell’uso di armi chimiche. Dobbiamo fare di tutto perché non accada più. Il regime di Assad possiede arsenali di armi chimiche, il cui uso è un crimine contro l’umanità", ha concluso Letta in una nota di Palazzo Chigi. A fine giornata la Lega Araba ha fatto sapere che non darà "alcun via libera per un intervento militare in Siria" e "affermerà che serve" una soluzione politica del conflitto.
Gli ispettori Onu. Gli ispettori delle Nazioni Unite, incaricati di indagare sull’uso di armi chimiche da parte del regime siriano hanno lasciato Damasco in direzione dell’Olanda. Per avere però il risultato dei test sui campioni prelevati sul campo potrebbero essere necessarie fino a due settimane. E l’esito della loro ispezione nei territori siriani resta imprescindibile per l’Europa, e soprattutto per quei paesi finora contrari a un intervento militare. Ieri Obama aveva detto di non aver preso "una decisione finale", ma la posizione è diventata molto chiara dopo la pubblicazione di un documento-atto di accusa contro il regime di Assad: "Il governo siriano ha ucciso almeno 1429 civili, tra cui 426 bambini, con armi chimiche". Il segretario di Stato John Kerry, presentando il rapporto dell’intelligence che inchioda il governo siriano alle sue responsabilità, ha detto: Assad è "criminale" e "assassino". Questo è l’indiscriminato, inconcepibile orrore delle armi chimiche. E’ ciò che Assad ha fatto al suo stesso popolo". "Sciocchezze", accusa un Putin molto duro con l’amministrazione americana.
Damasco: "Il dito sul grilletto". A Damasco testimoni riferiscono che la vita è tranquilla, con i negozi aperti, gente nelle strade e traffico normale. L’esercito siriano "è mobilitato, ha il dito sul grilletto", ha detto il primo ministro siriano, Wael al-Halqi, in una nota diffusa dalla tv di Stato di Damasco. "L’esercito è pronto ad affrontare tutte le sfide e tutti gli scenari", ha aggiunto. Un eventuale attacco militare in Siria "provocherà reazioni anche al di fuori del paese", ha detto il capo della guardie rivoluzionarie iraniane, Mohammad Ali Jafari, citato dall’agenzia Isna.
"Non ritiriamo operatori umanitari". Oggi il portavoce dell’Onu Martin Nesirsky ha detto che le Nazioni Unite "non si ritirano" dalla Siria, ma restano nel paese per mandare avanti il lavoro umanitario con un migliaio di dipendenti.
Le forze militari Usa. Intanto il dispiegamento di navi militari militari americane non si arresta. Una sesta nave da guerra degli Stati Uniti è operativa da ieri sera nel Mediterraneo orientale, accanto ai cinque cacciatorpediniere armati con missili da crociera, hanno reso noto funzionari della Difesa americana. Le fonti spiegano che la Uss San Antonio, un’unità da trasporto anfibio con diverse centinaia di marines Usa a bordo, si trovava nella zona per una ragione diversa e non ci sono piani per dispiegare i marines sul terreno come parte di un’ipotetica azione militare contro la Siria. Uno dei funzionari ha detto che il passaggio della San Antonio nel Mediterraneo era pianificato da tempo ma che vista la situazione attuale è stato ritenuto prudente mantenere la nave nel Mediterraneo orientale.