Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  agosto 31 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL PAPA SOSTITUISCE BERTONE


CORRIERE.IT
MARIA ANTONIETTA CALABRO’
È ufficiale. Papa Francesco ha nominato il suo segretario di Stato. Come anticipato dal Corriere della Sera e dal Corriere.it è il nuovo numero due del Vaticano è l’arcivescovo Pietro Parolin, attuale nunzio in Venezuela. Il passaggio di consegne con il segretario uscente Tarcisio Bertone avverrà il prossimo 15 ottobre. Il nuovo segretario di Stato ha espresso subito la sua «profonda e affettuosa gratitudine» al Papa per aver riposto in lui una «immeritata fiducia», manifestandogli «rinnovata volontà e totale disponibilità a collaborare con Lui».
GLI AUGURI DI NAPOLITANO - Il nuovo segretario di Stato, che è italiano, ha ricevuto subito gli auguri del nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In un messaggio il Capo dello Stato ha scritto, facendo riferimento ai precedenti incarichi di Parolin: «Nei lunghi anni trascorsi alla Segreteria di Stato, unanimemente apprezzata è stata la Sua costante attenzione per le relazioni fra lo Stato italiano e la Santa Sede ed il Suo impegno affinchè il rapporto di esemplare concordia e armoniosa convivenza esistente fra le due sponde del Tevere potesse ancor più consolidarsi, nel rispetto dell’indipendenza e della sovranitá di cui ciascuna delle due parti è, nel proprio ordine titolare. Sono certo che grazie alla Sua presenza al vertice della Segreteria di Stato, le nostre relazioni continueranno ad arricchirsi di nuovi contenuti e la nostra collaborazione a difesa della pace e della giustizia nei diversi scenari internazionali potrá ulteriormente consolidarsi».
CONFERMATI BECCIU, MAMBERTI, WELLS, CAMILLERI E GAESWEIN - Papa Francesco ha anche confermato negli incarichi il sostituto alla segreteria di stato mons. Angelo Becciu, il segretario per i rapporti con gli stati, mons.Dominique Mamberti, il prefetto della casa pontificia, mons.Georg Gaenswein, l’assessore per gli Affari generali mons. Peter Wells e il sottosegretario per i rapporti con gli stati, Antoine Camilleri.
RINGRAZIAMENTO A BERTONE - Il 15 ottobre, quando mons. Parolin prenderà possesso del suo ufficio il Papa riceverà superiori e officiali della Segreteria di Stato per ringraziare pubblicamente il card. Tarcisio Bertone «per il suo fedele e generoso servizio alla Santa Sede e per presentare il nuovo segretario di Stato».

MARIA ANTONIETTA CALABRO’
Vaticano, finisce l’era Bertone. Papa Bergoglio ha scelto il sostituto. Si tratta dell’attuale Nunzio in Venezuela, l’arcivescovo Pietro Parolin. Veneto ha cinquantotto anni, essendo nato il 17 gennaio 1955. Sacerdote dall’1980, dal luglio 1986 è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede. È stato in Nigeria e in Messico. Il 30 novembre 2002 fu nominato sottosegretario della Sezione per i rapporti con gli Stati, della Segreteria di Stato (segretario di Stato Angelo Sodano). L’annuncio ufficiale, sarà fatto sabato. La nomina del suo successore da parte di Papa Francesco ha subito una forte accelerazione nelle ultime due settimane, dopo «il chiarimento» avvenuto a cavallo di Ferragosto tra Bergoglio e il segretario di Stato nominato da Benedetto XVI il 22 giugno 2006. L’avvicendamento di Bertone è stato comunicato martedì scorso, 27 agosto, al decano del Sacro collegio, Angelo Sodano che è stato ricevuto in udienza da Bergoglio diventerà operativo dopo quarantacinque giorni dall’annuncio, cioè a metà ottobre. Una prassi che viene seguita quando il successore non è presente in Vaticano e deve lasciare la sua sede. Il cardinale Bertone rimarrà presidente della Commissione cardinalizia sullo Ior (incarico in cui era stato prorogato da Benedetto XVI dopo le sue dimissioni) ma solo fino al completamento il prossimo dicembre del Report in progress del Comitato Moneyval del Consiglio d’Europa sulle procedure antiriciclaggio del Vaticano e della Santa Sede.
VERGEZ NUOVO SEGRETARIO DEL GOVERNATORATO -Intanto oggi Francesco ha nominato padre Fernando Vérgez Alzaga, nuovo segretario generale del governatorato dello Stato di Città del Vaticano, che così succede a monsignore Giuseppe Sciacca. Vergez, spagnolo, sacerdote dei Legionari di Cristo, è stato per molti anni segretario del cardinale argentino Edoardo Francisco Pironio, già capo del servizio Internet del Vaticano e direttore delle Telecomunicazioni, ed è uomo di stretta fiducia del Pontefice.
ACCELERAZIONE - Perché la sostituzione di Bertone, già ipotizzata, è diventato non più ulteriormente rinviabile? Il «chiarimento» era stato voluto da Bertone al rientro da nove giorni di ferie in Valle d’Aosta, e dopo che era scoppiato il caso Chaouqui, per la nomina da parte di Francesco di una pr come commissaria sulla trasparenza finanziaria, una donna che su Twitter lo aveva accusato di essere «corrotto». Il problema non è stato questo, quanto le richieste che Bertone avrebbe avanzato a Bergoglio, dopo sette anni turbolenti vissuti all’interno e all’esterno del Vaticano. Si è lamentato di essere stato bersaglio del Corvo, dei documenti trafugati di Vatileaks, delle polemiche sullo Ior. Fino all’ultimo scandalo che ha fatto da detonatore alla urgente necessità per Papa Francesco di cambiare le priorità che si era inizialmente dato all’inizio del Pontificato (come lui stesso ha rivelato sul volo di ritorno dalla Giornata mondiale della gioventù di Rio), mettendo mano a una serie di interventi in materia economico-finanziaria: il caso di monsignor Nunzio Scarano (contabile dell’Apsa, l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, con almeno due conti allo Ior), arrestato il 28 giugno, accusato di corruzione dalla Procura di Roma e di riciclaggio anche dal Promotore di Giustizia vaticano. L’arresto di Scarano aveva costretto il primo luglio a clamorose dimissioni il direttore e vice direttore generale dello Ior, Paolo Cipriani e Massimo Tulli, considerati bertoniani doc. Non a caso, il 3 agosto, Bertone si era difeso dicendo che la riforma dello Ior era stata avviata «prima» dell’arrivo di Papa Francesco. Il cardinale aveva detto naturalmente di condividere l’azione di riforma voluta dal Pontefice ma testualmente aveva affermato: «Certamente. Tra l’altro io sono presidente della Commissione cardinalizia di vigilanza, e questo processo l’abbiamo iniziato già prima dell’arrivo di Papa Francesco». Ritornato a Roma Bertone aveva chiesto subito di poter incontrare il Papa per esporgli la sua exit strategy.
INCONTRO A QUATTRO OCCHI - Quando si sono visti, a tu per tu, Bertone che il prossimo 2 dicembre compirà 79 anni, (e che dal 2007 è anche Camerlengo) ha fatto notare a Bergoglio che il suo predecessore Sodano quando lasciò lo stesso incarico rimase decano del collegio cardinalizio, carica che ricopre tutt’ora all’età di 86 anni. E ha chiesto per se stesso un trattamento simile, come fosse un risarcimento: rimanere a capo della commissione cardinalizia di controllo sullo Ior oltre i limiti di età (visto che Benedetto XVI prima di lasciare il pontificato aveva rinnovato a Bertone per 5 anni, ovvero fino al 2018, la presidenza della commissione) e ottenere un segnale pubblico di fiducia dal Papa. Anche queste richieste avrebbero contribuito alla scelta di accelerare l’avvicendamento.
IL RUOLO DI DOLAN - A reclamare con forza rapidi cambiamenti di governance (indipendentemente dalla futura riforma della Curia) era stato il 24 luglio il cardinale di New York e presidente dei vescovi Usa Timothy Michael Dolan, in un’intervista concessa, durante la Gmg, al National Catholic Reporter.

REPUBBLICA.IT
MARCO POLITI
CITTA’ DEL VATICANO - Il suo nome è circolato nei giorni scorsi e oggi è arrivata la conferma ufficiale. Pietro Parolin, nunzio apostolico a Caracas, in Venezuela, è stato nominato segretario di Stato Vaticano e dal 15 ottobre prenderà il posto di Tarcisio Bertone. I suoi collaboratori esprimono soddisfazione per il suo nuovo incarico e allo stesso tempo rammarico per il fatto che non avranno più occasione di lavorare quotidianamente con lui. Papa Francesco ha confermato negli incarichi il sostituto alla segreteria di stato mons. Angelo Becciu, il segretario per i rapporti con gli stati, mons. Dominique Mamberti, il prefetto della casa pontificia, mons. Georg Gaenswein, l’assessore per gli Affari generali mons. Peter Wells e il sottosegretario per i rapporti con gli stati, Antoine Camilleri. "E’ una missione impegnativa ed esigente, di fronte alla quale le mie forze sono deboli e povere le mie capacità", ha detto il neo segretario di Stato che ha poi espresso "profonda e affettuosa gratitudine al Papa per l’immeritata fiducia che sta dimostrando nei miei confronti".
Un diplomatico, dunque, alla guida della Segreteria vaticana: prima dell’odierna nomina di papa Francesco, l’arcivescovo Pietro Parolin, 58 anni, veneto di Schiavon in provincia di Vicenza, era nunzio apostolico in Venezuela, dopo aver già prestato la sua opera nelle nunziature in Nigeria e in Messico. Orfano di padre, all’età di 10 anni, con una sorella e un fratellino di appena otto mesi, Pietro studia al seminario di Vicenza. La sua ordinazione a sacerdote è del 27 aprile 1980 con la benedizione del vescovo Arnoldo Onisto e viene nominato viceparroco a Schio, nella chiesa dedicata alla Santissima Trinità. Nel 1983, entra nella Pontificia Accademia Ecclesiastica e nel 1986 si laurea in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma, con una tesi che tratta del Sinodo dei vescovi. La sua carriera diplomatica inizia alla nunziatura di Nigeria dal 1986 al 1989 e prosegue alla nunziatura del Messico dal 1989 al 1992.
E’ l’anno in cui rientra a Roma, chiamato alla seconda sezione della Segreteria di Stato, quella dedicata ai rapporti con le altre Nazioni, di cui nel 2002 è nominato sottosegretario collaborando prima con Angelo Sodano e poi con Tarcisio Bertone. Nel 2000, collabora con il vescovo Attilio Nicora, ora cardinale, nella sezione italiana occupandosi di ordinariato militare e assistenza spirituale nelle carceri e negli ospedali. E’ del 17 agosto 2009 la nomina a nunzio apostolico in Venezuela mentre il 12 settembre viene ordinato arcivescovo da papa Benedetto XVI nella basilica di San Pietro in Vaticano.
Intanto oggi il Papa ha affidato a un tweet una preghiera: "Chiediamo a Maria di aiutarci a tenere lo sguardo ben fisso su Gesù, a seguirlo sempre, anche quando è impegnativo", e nel pomeriggio di ieri sull’account @pontifex era stato scritto: "La fede non è una cosa decorativa, ornamentale. Avere fede vuol dire mettere realmente Cristo al centro della nostra vita".

SCHEDA DI GIANNI VALENTE PER LA STAMPA
gianni valente
roma
Il 58enne Pietro Parolin aveva lasciato Roma quattro anni fa, ordinato arcivescovo da papa Benedetto XVI e inviato come nunzio in Venezuela, dopo essere stato per sette anni “viceministro” degli esteri vaticano. Papa Francesco lo ha scelto come suo primo collaboratore, richiamandolo nell’Urbe come futuro Segretario di Stato. Parolin diventera così il più giovane “arruolato” in quella carica dai tempi di Eugenio Pacelli. La nomina di Parolin offre nuovi spunti per immaginare il cammino che la Chiesa di Roma potrà compiere nei prossimi anni. Per accorgersene, basta guardare i passaggi chiave dell’avventura umana e cristiana dell’attuale rappresentante pontificio in terra venezuelana.
Il nuovo Segretario di Stato nasce a Schiavon, in provincia e diocesi di Vicenza, il 17 gennaio del 1955. La fede in Gesù la assorbe fin dalla prima infanzia nell’ordito della “civiltà parrocchiale” in cui vive immerso, quella del Veneto bianco dal cuore magnanimo e laborioso. Il papà, cattolico “da messa quotidiana”, gestisce un negozio di ferramenta e poi comincia a occuparsi di vendita di macchine agricole. La mamma fa la maestra elementare. Quando Pietro ha dieci anni, la famiglia Parolin viene visitata dal dolore: il padre, mentre sta per rimontare sulla sua vettura, sulla strada tra Bassano e Vicenza viene travolto da un’auto e muore sul colpo. Da quel momento i tre figli - Pietro, sua sorella e il fratellino che al momento della disgrazia ha solo otto mesi – sono testimoni ogni giorno dei piccoli ordinari eroismi compiuti dalla mamma maestra per farli crescere senza che manchi loro niente di importante.
Pietro fa il chierichetto in parrocchia. Il parroco di allora, don Augusto Fornasa – che morirà a Schiavon nei primi anni Ottanta – coglie e coltiva in lui la vocazione al sacerdozio, in un ambiente segnato dalla memoria di grandi figure di pastori “sociali” come don Giuseppe Arena e don Elia Dalla Costa, divenuto arcivescovo di Firenze dal ’31 al ’61.
Nel 1969, a 14 anni, Pietro entra nel seminario di Vicenza. Dopo la maturità classica prosegue con gli studi di filosofia e teologia. Le inquietudini feconde e quelle più corrosive del postconcilio agitano anche la vita del seminario. Pietro si tiene defilato rispetto alle turbolenze di quel periodo. Apprezza la linea pastorale del vescovo Arnoldo Onisto, la capacità di ascolto, di mediazione e di attenzione ai problemi degli operai esercitata in quegli anni da quel buon uomo di Dio dal fare dimesso.
Già in seminario, i superiori si sono accorti che Pietro “riesce bene” negli studi. Dopo l’ordinazione sacerdotale – ricevuta nel 1980 dalle mani del vescovo Onisto – e due anni come viceparroco nella parrocchia della Santissima Trinità di Schio, lo spediscono a studiare diritto canonico alla Pontificia Università Gregoriana, con l’idea di impiegarlo poi nel tribunale diocesano e nel settore della pastorale familiare. Ma da Roma – dove don Pietro risiede al Collegio Teutonico di via della Pace – qualcuno chiede al vescovo di mettere quel giovane sacerdote discreto e lavoratore a disposizione della Santa Sede. Lui, come sempre, accetta di andare dove lo mandano. Coi sistemi di selezione “anonimi” che un tempo funzionavano nei Palazzi d’Oltretevere, finisce quasi per caso nell’orbita del servizio diplomatico vaticano, senza neanche sapere chi sia stato il suo primo talent scout.
Nell’estate del 1983 entra nella Pontificia Accademia ecclesiastica, Nell’86 si laurea in diritto canonico con una tesi sul Sinodo dei vescovi. Poi parte per la sua prima missione: tre anni presso la nunziatura in Nigeria, a cui seguiranno altri tre (’89-’92) presso la nunziatura in Messico. Nella prima destinazione si coinvolge nelle attività pastorali delle comunità locali e conosce da vicino le problematiche del rapporto tra cristiani e musulmani. In Messico dà il suo apporto alla fase conclusiva del lungo lavoro realizzato dal nunzio Girolamo Prigione che proprio nel 1992 porterà al riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica e all’allacciamento di relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Nazione messicana. Si compirà attraverso quelle laboriose trattative diplomatiche l’affrancamento formale dall’impronta laicista e anticlericale che aveva connotato da sempre il Paese fin nel suo impianto costituzionale.
Nel 1992 Parolin viene richiamato a Roma per lavorare nella seconda sezione della Segreteria di Stato. Sono gli anni del wojtylismo ancora a forte proiezione geo-politica, alle prese con il collasso del blocco comunista e gli effetti della prima guerra del Golfo. A capo della diplomazia pontificia c’è il cardinale Angelo Sodano, che nel dicembre 1990 ha sostituito Agostino Casaroli. Al giovane funzionario rientrato dal Messico vengono affidati dossier in ordine sparso: Paesi e Chiese africani e latinoamericani, Spagna, Indonesia. Nel 2000 inizia a occuparsi della “sezione” italiana: collabora con monsignor Attilio Nicora – oggi cardinale – su questioni ancora aperte legate alla revisione del Concordato avvenuta nel 1984, come quelle relative all’Ordinariato militare o all’assistenza religiosa per i carcerati e negli ospedali.